Non ci posso credere, mi sono fatta prendere in ostaggio da un ragazzino. Beh, non è certo un ragazzino ordinario e ne ho avuto prova, tuttavia non riesco a provare un pizzico di vergogna mentre lo guardo salire in macchina.
Cinque sembra davvero un adolescente al suo primo giorno di liceo, nessuno crederebbe si tratti seriamente di un assassino, io lo sto credendo solo perché ne ho avuto la prova stanotte. Nessuno dei due ha chiuso occhio e il nostro riposo è pari a zero, non sono affatto abituata a non dormire, arrivare a Washington sarà un'impresa anche perché dista quasi dieci ore di macchina da qui, non ce la farò mai a guidare per tutto questo tempo e non posso certo far mettere uno come lui al volante.
Per la legge è pur sempre un minorenne.Ho avuto tempo di preparare un bagaglio nel caso in cui dovessimo dormire da qualche parte o per qualche imprevisto, farcito qualche panino e riempito due termos, uno di acqua e uno di caffè, dovrei avere abbastanza denaro necessario per il carburante sia per l'andata che per il ritorno – semmai ci sarà un ritorno. Dovremmo riuscire a sopravvivere per dieci ore. Sembro un po' ansiolitica e apprensiva ma è sempre bene tenersi preparati per ogni imprevisto.
«È un semplice viaggio in auto.» mi rimprovera Cinque guardando prima i sedili posteriori poi me. «Non c'è bisogno di portarsi dietro mezza casa.»
Giuro che una volta scaricato a Washington, dormirò nel primo motel che incontrerò sulla strada e, al diavolo, mi ubriacherò così tanto da dimenticare tutta questa storia.
Trascorriamo la prima ora di viaggio in un silenzio interrotto solo dal gracchiare della radio, Cinque guarda fuori con spensieratezza anche se mi dà l'idea di uno il cui cervello non smette mai di muoversi. Vorrei chiedergli tante cose ma il suo "Niente domande" di questa notte annulla ogni curiosità.
«Fermati in quella tavola calda, voglio un caffè.»
"Siamo appena partiti! E poi con che soldi vuoi pagare? Che domanda, coi miei, ovviamente. E poi ce l'abbiamo, il caffè." Dovrebbe uscire questo dalla mia bocca ma resto in silenzio, concedendomi tuttavia di fulminarlo con lo sguardo. Già che il mio istinto materno era molto basso, ora sento proprio che si sta annullando.
Ah Liberty, se continui così non c'è pericolo, con le tue "relazioni", resterai comunque zitella a vita.
Zittisco i pensieri scuotendo la testa a destra e a sinistra, c'è già Cinque a complicarmi la vita, perché cavolo deve mettercisi anche il cervello?
Entriamo nella tavola calda e veniamo investiti da un meraviglioso profumo di dolce appena sfornato misto a caffè, solo ora che siamo qui mi rendo conto che non abbiamo fatto colazione. Forse Cinque ha ragione: dobbiamo mettere qualcosa sotto i denti e i miei thermos e panini farciti, per quanto utili, non daranno mai la stessa soddisfazione di una torre di pancake o una fetta di torta alle ciliegie.
Ci sediamo al bancone e immediatamente una bella ragazza dalla divisa rosa viene in nostra direzione. «Cosa vi porto?» chiede sfoggiando un sorriso perfetto anche se leggermente costruito.
«Una fetta di torta alle ciliegie e un bicchiere di latte.» dico ricambiando il sorriso.
«E per il bambino?»
Cinque alza la testa di scatto spalancando gli occhi. «Il bambino prende un caffè.» ordina con la solita vocina irritante e l'espressione da schiaffi, il suo sorriso è tirato e palesemente falso.
La ragazza rimane perplessa guardando me come se fossi la responsabile della situazione, tutto quello che faccio è alzare le spalle.
«La prossima volta ordinerò io il caffè e tu il resto, così evitiamo di farti innervosire.» anche perché poi sarò io a pagare le conseguenze di questo nervosismo, non ci tengo.
«Mi sembra una buona idea.»
Sbaglio o era un complimento? «Ehm...Grazie.»
Cinque non risponde ma gira la testa verso uno dei due televisori appesi sulle pareti della tavola calda, il telegiornale mostra l'immagine di uno schianto in elicottero, subito dopo appare la foto di un uomo il cui nome era Al Holbert. Quello che Cinque aveva "predetto" ieri sera.
Un clima glaciale scende in tutto il locale, la cameriera porta le ordinazioni ma se prima avevo fame ora il profumo della crostata mi mette la nausea.Ciò che mi spaventa è Cinque che beve il suo caffè come se niente fosse. «Mi credi, adesso?»
Il giornalista informa gli spettatori riguardo al tragico incidente. Nessun attentato, nessun attacco volontario, è stata la fatalità a volere la morte di quell'uomo.
Possibile che questo ragazzino venga davvero dal futuro?«Sbrigati a mangiare quella torta, non abbiamo molto tempo.»
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Battesimo - Cinque/The Umbrella Academy fanfiction
Fanfic29 settembre 1988. Liberty Leeree sta vivendo la giornata più "no" di sempre. In meno di un'ora viene lasciata dallo storico fidanzato, perde il lavoro e mentre torna a casa investe un ragazzino apparso dal nulla. Sconvolta dall'accaduto, Liberty sc...