Capitolo 35

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In tutta onestà credevo che morire facesse più male.

Non sento dolore se non un leggero pulsare al braccio, probabilmente questo è dovuto alla torsione subita poco fa. A dirla tutta sto ancora respirando, il cuore batte così forte e così violentemente che temo possa uscirmi dal petto. Oh no, e se anziché a me, Cinque avesse sparato a Jason? Spalanco gli occhi, mi giro verso di lui ma è illeso come me. Sta fissando qualcosa con la bocca semi aperta, è così stordito che sembra essersi dimenticato della mia presenza.

Seguo il suo sguardo e in un secondo comprendo il motivo di tanto stupore.

Il corpo di Sheryl è riverso a terra, non riesco a guardarla in viso ma la testa è aperta all'altezza della nuca, da essa sgorga un lago di sangue che mi fa ritorcere le budella.

La canna della pistola è ancora fumante, Cinque attende qualche istante, giusto per accertarsi che Sheryl sia morta davvero. «Io non sono il cane di nessuno.» ringhia rabbioso scaricando l'intero caricatore sul corpo della donna.

«Sei...Tornato in te?» azzarda Jason balbettando appena, le mani ancora alzate.

«Pare proprio di sì.» risponde lui sospirando abbattuto. «Dio, come sono stato stupido.» sussurra sperando che nessuno di noi lo senta. Si guarda attorno impassibile. «Il Presidente è riuscito a scappare?» chiede avanzando verso di noi.

«Pare di sì.» Jason riesce a rilassarsi, mentre io non riesco a staccare i piedi da terra, ho muscoli e ossa completamente paralizzati.

«Ottimo, torniamo a casa di Sheryl e prendiamo la valigetta. Mi sono stancato di stare qui.» Cinque ci raggiunge con passo tranquillo, le mani in tasca e l'espressione dura come la pietra. «Sei stata brava. Grazie Liberty.»

Queste sono le mie "parole magiche" per riprendere controllo del corpo e della mente. Non riesco più a trattenere le lacrime. La tensione provata non solo oggi ma in tutto questo periodo si scioglie in un pianto liberatorio. Abbraccio Cinque mentre gli urlo addosso un misto tra insulti e parole di affetto. In cambio lui mi picchietta dolcemente sulla spalla, credo sia il massimo che possa ottenere da lui.

Ma va bene. Non potrebbe essere più perfetto di così.

***

Evitiamo l'arrivo della polizia a villa Bush grazie ai poter di Cinque. Con uno dei suoi balzi nello spazio, ci ritroviamo come per magia dentro casa di Sheryl. Appunti per me stessa: non fare mai più questa roba del balzo. Mi sento malissimo, mi viene da vomitare e ho un capogiro tale che sento il bisogno di sedermi sul divano della sala. Jason è stato più sfortunato di me, lui è andato direttamente in bagno a vomitare.

«Dove nascondi una cosa?» chiede Cinque mentre mi raggiunge, poggiando una semplice valigetta nera in terra.

«Dove tutti la possono vedere.» risponde Jason mentre stoico torna dal bagno, le sue guance sembrano aver preso un po' di colore, tuttavia preferisce sedersi accanto a me. In un gesto automatico, le nostre mani si uniscono ed entrambi sorridiamo senza rendercene conto.

«Già, era dentro l'armadio, come ho fatto a non pensarci?» Cinque sbuffa e si siede su una poltrona.

«Forse eri già stato soggiogato.» suggerisco facendo spallucce e indicando la valigetta con un cenno del capo. «Dunque è questa qui? Sembra un bagaglio qualunque.»

«Sì, imposti la data qui.» spiega Cinque indicando quella che all'apparenza sembra un normalissimo lucchetto numerato. «Poi si fanno scattare le due aperture e ti ritrovi nel luogo e nella data da te scelto.»

«Forte, sembra proprio roba da Kubrick!»

Questa volta sono preparata, schiocco le dita con la mano libera indicando Jason. «Il regista!» ci scambiamo uno sguardo d'intesa e il mio cuore frena di un battito.
Santo cielo, non mi starò mica innamorando?

«Piuttosto, hai deciso cosa fare?» mi chiede Cinque uccidendo sul nascere la magia che si stava creando.

«Lo ammetto: mi piacerebbe vedere il futuro, anche se la cosa mi spaventa terribilmente.»

Jason fa uno strano verso con la bocca, si sporge leggermente in avanti come se facendo così Cinque possa sentirlo e vederlo meglio. «Avrei un'idea.» propone guardandomi. «Sempre se lei è d'accordo.» nel dirlo stringe ancor di più la presa sulla mia mano. «E sempre se è possibile, ovviamente.»

Cinque annuisce appena. «Sentiamo.»

Jason espone il suo piano per il nostro futuro.
Non mi dispiace affatto anzi, accetto senza un briciolo di esitazione.

Battesimo - Cinque/The Umbrella Academy fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora