«Oddio, Cinque!»
Mi lancio in terra con le mani che si muovono a casaccio, vorrei tanto aiutarlo ma non so da dove iniziare. La vista del sangue mi dà la nausea e in un batter d'occhio maledico quella torta buonissima che ora si ripropone in gola con il peggiore dei sapori.
«Non è niente.» risponde lui tra i denti mentre cerca di alzarsi, ci riesce solo quando trovo le forze per aiutarlo e accompagnarlo in bagno.
Ho paura e mi viene da piangere, ma non posso crollare. Non adesso. Non di nuovo.
Chiudo la tavoletta e faccio sedere Cinque sul wc. «Devi toglierti la camicia.» riesco a dire non so come, tirando su col naso.
«Dobbiamo prima estrarre il proiettile.»
Il...cosa?!
«Ti hanno sparato?» grido sempre più in preda al panico, il suo sguardo vale più di mille risposte. «Chi? Perché?»
Cinque non risponde, quello che sta per fare contorce le mie budella e accartoccia lo stomaco: con la mano destra inizia ad estrarre lentamente il proiettile, soffoca delle urla strozzate di dolore mentre la fronte inizia a imperlarsi di sudore freddo. Ogni millimetro estratto non fa che aumentare il flusso del sangue, cerco di non pensare a mamma e al lago rosso in cui era distesa quando l'ho trovata. Non voglio pensare a quanto abbia sofferto colpo dopo colpo. E io dov'ero? A divertirmi con le mie amiche in quella stupida scuola. La mia ultima risata spensierata prima di dimenticare quasi completamente il suono delle mie risa. Mi vedo dall'esterno mentre apro il portone di casa aperto, cosa strana perché mamma lo chiudeva sempre, anche quando era in casa. Chiusa in gabbia con il suo stesso aguzzino.
I suoi occhi vitrei che mi osservano e chiedono un muto aiuto...«Liberty!»
Le urla di Cinque mi risvegliano dall'incantesimo oscuro in cui stavo per ricadere.
Mi ordina di prendere degli asciugamani e così faccio, questa volta lasciando però che un paio di lacrime scendano sulle guance. Cinque butta il proiettile in terra e tampona immediatamente la ferita che non smette di sgorgare seppure in maniera meno copiosa rispetto poco fa.«Dobbiamo portarti da un dottore.»
«No, la richiuderò da solo.»
Okay Lib, meglio non protestare. «Cosa diamine è successo?»
Cinque si alza ma questa volta non ha bisogno del mio aiuto, prende il proiettile e va in cucina, con qualche lamentela si china sullo sportello sotto al lavandino, fruga un po' tra i prodotti per la pulizia e dopo una manciata di secondi tira fuori una bottiglia di...
«Whiskey?» sbotto, scandalizzata. «E quello da dove sbuca?»
«Mi serve qualcosa di più forte di un succo di frutta.» si giustifica Cinque rompendo il sigillo nel collo della bottiglia per poi berne un sorso. «Qualcuno deve avermi scoperto, ma non so chi.»
«Siamo in pericolo?» chiedo mentre il cuore inizia a battere a mille, devo sedermi altrimenti svengo, me lo sento.
Cinque mi guarda perplesso, abbassa le spalle e inizia a raccontare tutto dopo aver bevuto un secondo sorso di whiskey.
E alla luce di quello che sento, forse dovrei iniziare a berne anch'io.
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Battesimo - Cinque/The Umbrella Academy fanfiction
Fanfic29 settembre 1988. Liberty Leeree sta vivendo la giornata più "no" di sempre. In meno di un'ora viene lasciata dallo storico fidanzato, perde il lavoro e mentre torna a casa investe un ragazzino apparso dal nulla. Sconvolta dall'accaduto, Liberty sc...