Capitolo 12

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L'età media del vicinato si aggira sui sessanta/settant'anni, ad abbassarla ci siamo io, Cinque –volevo dire il mio fratellino Adam- Jason e, con mio sommo dispiacere, la sua fidanzata Shirley.

È passata una settimana da quando io e Cinque abbiamo avuto quel piccolo litigio sul nostro vicino, ma alla fine mi ha assecondata e mi ha lasciato preparare questo barbecue di benvenuto. La famiglia Bush non si è presentata ma poco male, almeno possiamo farci un quadro generale della situazione: il quartiere è pacifico e molto "pensionistico", insomma quello classico che si vedrebbe in televisione nelle sit-com o nelle commedie romantiche. I vicini sono perlopiù anziani quindi dubito che tra di loro possa nascondersi un assassino o peggio, un sicario. Ma è anche vero che non devo farmi ingannare dall'apparenza, come suggeritomi da Cinque poco prima di dare il via alla festa. «Io ero il migliore della Commissione ed ero quasi un sessantenne. Non fidarti mai di nessuno.» la sua frase mi rimbomba in testa per tutto il pomeriggio, ho parecchi dubbi ma li lascio in un angolo della mente, spero che un giorno mi spieghi questa cosa della Commissione, valigette macchine del tempo e quant'altro.

Cinque se ne sta in disparte a bere un succo di frutta, ho insistito parecchio nel non fargli bere alcolici, dopo tutto agli occhi dei presenti deve risultare un minore. Non protesta ma come sempre il suo sguardo omicida mi penetra fino alle ossa, lo scioglie solo quanto vediamo avvicinarsi Jason e la sua compagna.

«Che piacere!» squittisce Shirley non appena ci viene incontro, con mia somma invidia riesce quasi a correre sui tacchi vertiginosi, indossa un abito tubino blu notte che a me starebbe bene solo nei sogni. «Jason mi ha parlato di voi, finalmente abbiamo dei vicini che...» abbassa leggermente la voce avvicinandosi al mio viso. «Si insomma, che non sono da età da pensione.»

Ridacchio perché è la stessa frase che ha detto il suo fidanzato quando ci siamo conosciuti una settimana fa.

«Allora, cosa porta due giovani in questo posto così deprimente?» continua sorseggiando un bicchiere di vino.

Cinque ed io abbiamo fatto una spesa molto alternativa la notte scorsa. Devo ammettere che se prima mi facevano star male al sol pensiero, ora i suoi poteri si stanno rivelando particolarmente utili e attraenti. Non avevo mai fatto spesa in un supermercato chiuso, è stato incredibilmente divertente. Ancor più divertente è stato non pagare mezzo dollaro ed uscire fuori come se nulla fosse. Spero non ci fossero telecamere di sicurezza, ma anche in questo caso sono sicura che il mio piccolo amico troverà una soluzione.
Se prima mi faceva paura, ora lo considero un prezioso alleato. Fino quando non mi fa arrabbiare, ovviamente.

«La stessa cosa che ha portato una giovane coppia.» risponde Cinque con il solito tono acido mentre sul volto dipinge il tipico sorriso da schiaffi. È convinto che Jason sia l'altro sicario della Commissione, credo stia cercando di provocare la coppia.

Ma Shirley incredibilmente non si lascia intimidire. «Oh noi siamo qui per via del lavoro di Jason, speriamo di mettere su famiglia prima o poi. Io sono una casalinga ma molto impegnata nel volontariato, avendo la fortuna di provenire da una famiglia parecchio benestante. I vostri genitori?»

Anticipo Cinque ancor prima che possa aprire bocca. «Arriveranno a fine mese, papà è molto impegnato con il lavoro così come mamma.» Tanto se tutto va bene tra un mese ce ne andremo, tanto vale ricamarci un po' su. Voglio essere finalmente quella che ho sempre desiderato: la figlia amata di una coppia vergognosamente ricca e invidiata da tutti.

Shirley pare abboccare all'amo. «Che lavoro fanno, se posso chiedere?»

«Lavorano per la CIA.» butto lì come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Cinque inizia a tossire e per poco non si strozza con il succo, da come mi guarda deduco che ho esagerato un pelino.

Jason spalanca gli occhi stupito, finalmente anche lui partecipa alla conversazione. «La CIA? Complimenti!»

«Ehm, grazie. Ma prego, servitevi pure al buffet prima che finiscano tutte le tartine.» li invito educatamente a lasciarmi sola con il mio "fratellino".

Quando Jason e Shirley ci lasciano soli, Cinque mi prende da una parte tirandomi per una manica della maglia. «La CIA?» sbotta a bassa voce. «Non lo credevo possibile, ma sei ancor più stupida di mio fratello Luther!»

«E tu cosa ti saresti inventato, campione?»

«Che i nostri genitori sono morti e noi ci stiamo godendo l'eredità!»

Le parole di Cinque assumono le sembianze di un coltello immaginario che si ficca all'interno del mio petto, strisciando dolorosamente fino al cuore.
Non gli ho mai parlato di me, del mio passato e di come sono finita a vivere da sola in quel micro monolocale a chilometri di distanza da questo paradiso. Non posso dargli la colpa per aver detto una frase così indelicata, eppure non riesco a fare a meno di percepire una rabbia bruciante che invade tutto il corpo.

«Non godi affatto quando ti muore un genitore, provi solo talmente tanto dolore che vorresti morire con lui. O con lei.» rispondo lapidaria.

Lo lascio in un angolo dopo essermi allontanata rifilandogli una spallata. In questo momento il suo sguardo non mi fa affatto paura.

Battesimo - Cinque/The Umbrella Academy fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora