La pioggia mi bagna fino alle ossa, ormai sono fermo in piedi qui fuori da ore e l'acqua scende costante e potente, producendo un rumore abbastanza forte da coprire tutti gli altri suoni, che siano parole, singhiozzi di un pianto incontrollato o grida di rabbia. L'unico suono che non riesce a coprire è quello dei miei pensieri, che continuano a gridare frasi sconnesse e senza senso.
Pensieri diametralmente opposti si mischiano, si uniscono, e camminano a braccetto con le emozioni. Non è assurdo? Ho sempre tenuto sentimenti e pensieri divisi, la parte razionale divisa dagli istinti, eppure ora sono inondato da entrambi, contemporaneamente, e non riesco più a riconoscere né l'uno né l'altro.
Tengo gli occhi chiusi, sigillati, sia per cercare di analizzare meglio il tornado che mi scuote le membra sia per non vedere ciò che ho davanti, per evitare di affrontare la cruda realtà, di rimandare l'inevitabile e stringere ancora una parvenza di tranquillità prima che questo temporale mi colpisca e distrugga tutto quel poco che rimane del mio mondo.
Ma il temporale è già arrivato, e non sto parlando della pioggia che mi ferisce la pelle. È così infantile cercare di credere di non sapere quando la consapevolezza mi ha già spezzato il cuore, ma cerco comunque di nascondermi da essa, giocando a un sadico nascondino che mi lacera l'anima. In qualche modo so già cosa mi aspetta, ma le emozioni e i pensieri sono così tanti che non riesco e decifrarli, a leggerli, come al mio solito non capisco.
E quindi faccio l'unica cosa che riesco a fare. Corro via.
I miei piedi rimangono ancorati a questo terreno fangoso, ma scappo dai miei stessi pensieri, troppo codardo per cercare di analizzarli. Corro via, e mi rifugio in un ricordo.
"Hey Steve!"
Mi volto verso il ragazzo, ha i capelli tenuti fermi da una bandana ed è vestito pesante, come tutti noi del resto. Tiene strette le armi artigianali fatte poche ore prima, si aggrappa ad esse con tutte le sue forze, per cercare sostegno come se dovesse fare qualcosa ma ha troppa paura per farlo. Lo capisco, lo capisco fin troppo bene.
Gli dimostro che lo ascolto incatenando i miei occhi nel castano dei suoi, concedendomi un attimo per osservare come la 'luce' bluastra del sottosopra addolcisca i suoi tratti e gli doni un aria più innocente, come un piccolo cerbiatto perso per il bosco di notte. Mi viene voglia di proteggerlo a tutti i costi, ma le nostre strade qui si dividono, quindi anche se a malincuore devo confidare che in caso di pericolo scappi come al solito. Preoccuparmi è stupido, come dice sempre scappare è l'unica cosa che fa, e prima mi ha assicurato che non farà l'eroe. Qui sarà più al sicuro che con noi. Me lo continuo a ripetere mentre aspetto che prenda coraggio e parli.
"Ho bisogno di dirti questa cosa okay? Poi puoi dimenticartene, non mi importa, ho bisogno di togliermi questo peso prima della battaglia, perché non sappiamo come finirà"
"Eddie andrà tutto bene..."
Il suo sguardo si fa più deciso, "Non puoi saperlo Steve. Non voglio rimpianti."
Lascio scappare un piccolo sospiro, "Va bene, dimmi tutto"
"Tu mi piaci. Mi piaci da impazzire, del tipo che ti amo, amo con la A maiuscola."
Mi congelo. Non so come reagire a una dichiarazione del genere. Sento che devo dire qualcosa, ma le parole mi rimangono incastrate in gola. Non capisco perché lui mi faccia questo effetto, mi fa provare emozioni che non ho mai provato prima, ma non riesco a decifrare cosa queste emozioni siano.
"Io- Edd-. ehm.."
"Steve, non devi dire nulla, non voglio la tua pietà o altro, non mi interessa. Non capisci? Questa dichiarazione non è per te, serve a me per farmi stare bene con me stesso, per affrontare questa sfida con il cuore più leggero. Rilassati, concentrati, dimenticati pure di me, non mi importa. Te l'ho detto, non voglio rimpianti e ora non li ho più"
Osservo il suo viso, è tranquillo, come se la tensione accumulata in anni si fosse dolcemente sciolta. Mi riserva un piccolo sorriso, sconsolato ma sincero.
"Forza ragazzone, le ragazze ti aspettano. Vai e fai l'eroe, mentre io rimango qui a fare da esca"
Rimango fermo ancora per un attimo, sbattendo velocemente le palpebre e boccheggiando confuso. Cerco qualcosa da dire, cerco di fare chiarezza fra i miei pensieri. Poi mi giro e raggiungo Nancy e Robin, sentendo dietro di me i passi del corvino che si dirige verso Dustin.
Non mi volto indietro. Ho paura di cosa potrei vedere dipinto nel viso di Eddie. Ho paura di cosa potrei provare. Ho paura di cosa potrei pensare. Ho paura. Quindi scelgo la via più facile. Avanzo. E non mi volto indietro.
Il mio petto di muove veloce, ho il battito accelerato e il respiro irregolare, il corpo scosso da tremiti e la pioggia si mischia a delle calde gocce che mi bagnano il viso. Sto piangendo, constato stupidamente.
Nella mia mente tutto tace, non sento più niente, non provo più niente. Percepisco solo una cosa, la consapevolezza mi ha trovato e non c'è più spazio per nessun altro. Rivivere quell'amaro ricordo mi ha aiutato a capire, ha schiarito il cielo dei miei pensieri, ma di certo non mi ha fatto stare meglio.
Mi sembra di star per morire, è come se il terreno sotto i miei piedi si fosse aperto, facendomi precipitare in un oblio di disperazione e amarezza.
Eddie, forse tu non avrai più rimpianti, ma io ne ho molti.
Rimpiango di non averti conosciuto prima, rimpiango di essere stato una testa di cazzo al liceo e aver perso la possibilità di conoscerci molto prima.
Rimpiango di non aver capito prima le miei emozioni, avremmo potuto passare molto più tempo insieme e apprezzare in modo genuino la presenza dell'altro senza disagio o dubbi.
Rimpiago di non essermi voltato indietro, di non averti spiegato cosa pensavo o di non aver visto il tuo viso soddisfatto per quello che sei riuscito a fare nonostante la paura.
Rimpiango di non averti baciato quando le tue labbra erano ancora calde.
Ho tanti rimpianti Eddie, ma tu non sei più qui per aiutarmi a liberarmene.
Ho tanti rimpianti che so mi seguiranno per tutta la vita.
Ho tanti rimpianti. Ho troppi rimpianti.
SPAZIO AUTRICE
Con questa coltellata vi annuncio che sono tornata, proverò a ricominciare a pubblicare un capitolo al giorno, ma non vi prometto niente.
All'inizio l'idea era di scrivere una one shot lunga e appagante, piena di amore, ma perché essere felici quando puoi scegliere la violenza?
Che poi mi fa ridere tutto ciò perché in vacanza mi sono segnata un sacco di idee che non vedo l'ora di sviluppare, e questa non era nessuna di esse. Eppure eccoci qua!
È nato tutto da questa, a parer mio, bellissima frase: "Rimpiango di non averti baciato quando le tue labbra erano ancora calde." che mi è venuta in mente in modo totalmente randomico e me ne sono innamorata. Ho sentito il bisogni fisico di scrivere qualcosa e di inserircela dentro. Mentre ideavo l'idea prima di scrivere mi sono venuti gli occhi lucidi, ma non credo proprio di esser riuscita a far trasparire tutte le emozioni attraverso le parole. Mi sa che ha fatto schifo e mi dispiace di non esser riuscita a rendere emozionate questo capitolo, però migliorerò e riuscirò a far trasparire meglio le emozioni più complesse come la disperazione o la paura. Ci proverò. Se avete consigli dite pure! Ho già un idea per un'altra angst, ma aspetterò un po' prima di scriverla.
Ora penso di cazzeggiare un po' e dopo mi metto a scrivere altri capitoli, ho voglia di scrivere e così dovrei riuscire a correggere bene i capitoli prima di pubblicarli. Ci vediamo!
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The Freak and the King
Fiksi PenggemarRaccolta di One shot scollegate sulla steddie. Ci possono essere anche One shot AU, metterò le avvertenze a inizio capitolo. Consigli e suggerimenti sono ben accetti. *l'immagine della copertina non è mia, crediti all'artista (non so chi sia purtrop...