AVVERTENZE AU
Si tratta sempre del genderbread, perché a voi era piaciuto e soprattutto perché a me era piaciuto, quindi sì, beccatevi il ritorno di Edith e Steph. Si tratta di un sequel diretto, sono collegate. Questa non sarà l'unica AU che scrivo, ho anche un'altra bella idea, ma devo svilupparla bene, le AU sono sempre quelle che hanno la prescrittura maggiore, però arriverà, abbiate fede. Inoltre ho idea molto kink che non vedo l'ora di sviluppare. Sono sadica? Si, non giudicatemi.
Anyways vi lascio ai miei amorini <3 Vi avverto, sarà un capitolo lungo, quindi mettetevi comodi e godetevelo fino alla fine.
Era passato un mese dal concerto, un mese dall'ultima volta che Edith e Steph si erano viste. Ogni giorno parlavano per ore al telefono, parlavano da appena sveglie, parlavano nel bel mezzo della notte e nel pomeriggio. Parlavano di argomenti importanti, parlavano degli hobby, di cosa avevano fatto quel giorno, parlavano di tutto e a volte anche di nulla. Si addormentavano con la voce dell'altra nelle orecchie e sognavano il viso l'una dell'altra. Ormai sapevano tutto dell'altra, Edith sapeva che Steph lavorava ad un negozio di elettronica insieme al migliore amico Robin, sapeva che Steph era allergica alle noccioline, aveva un sacco di amici adolescenti che controllava come una mamma, amava il giallo e i lunghi viaggi in auto. Steph sapeva di Edith che viveva con lo zio, amava tutta la musica ma precisamente il metal, suonava la chitarra in una band chiamata Corroded Kittens e arrivava a parlare per ore di un gioco nerd chiamato Dungeons and Dragons. Steph sapeva che Edith lavorava come cameriera in un ristorante in centro e che odiava terribilmente quel lavoro perché si annoiava e trovava ridicolo la camicia che era costretta a indossare.
Si parlavano per ore e ore, arrivando a ritenere l'altra una costante nella vita, ma nonostante ciò non erano ancora riuscite a incontrarsi, a stringersi di nuovo fra le braccia dell'altra. Fra i lavori di entrambe, le esibizioni e le prove della band di Edith, il babysitteraggio di Steph e lo studio per riuscire a passare finalmente l'anno di Edith non erano ancora riuscite a incontrarsi nemmeno una volta. O almeno questo è quello che le due ragazze si ripetevano per non dire veramente come stavano le cose: avevano paura.
Entrambe erano sicure della loro sessualità, sapevano che le piacevano le ragazze, e sapevano di aver provato qualcosa in quel bacio che andava ben oltre l'attrazione. Ma sarebbe stata per entrambe la prima relazione seria e questo le spaventava abbastanza da non fare passi avanti e rimanere in quel dolce limbo che era il conoscersi e parlare via telefono, potendo così nascondere all'altra i rossori o tutte le altre ridicole reazioni scatenate da quel semplice parlare. Come quella volta che Steph avrebbe voluto gridare a pieni polmoni per un video di Edith fatto da appena sveglia che le raccontava di un sogno idiota in pigiama, che per Edith significava reggiseno e pantaloncini, e la voce resa roca dal sonno. Oppure come quella volta che Edith aveva sentito le gambe cedere e si era dovuta sedere perché Steph le aveva chiesto un consiglio su un vestito che era decisamente troppo per il povero cuore di Edith, rosa corallo, una piccola scollatura a cuore per niente volgare ma decisamente accattivante, una corda che stringeva dolcemente sui fini fianchi di Steph e un ampia gonna che arrivava al ginocchio. Uno spettacolo. Sì, Steph aveva comprato quel vestito e sì, Edith aveva passato decisamente troppe notti in bianco a immaginare ancora e ancora Steph con quel bel vestito.
Insomma, entrambe erano cotte dell'altra ma entrambe erano troppo codarde da fare passi avanti, per paura di rovinare quello che già avevano e perdere l'altra. Entrambe erano troppo innamorate per sopportare un addio, troppo innamorate da preferire avere poco che avere nulla. Troppo innamorate per rischiare.
Edith era sdraiata sul letto, mentre pizzicava un po' la chitarra, provando una canzone nuova che non aveva ancora fatto sentire agli altri della band. Era una canzone diversa dal solito, non proprio nel suo genere, ma l'aveva scelta per un motivo. Quella canzone le ricordava tanto quella ragazza incontrata per caso a un concerto metal e che era entrata così prepotentemente nella sua vita e nella sua mente. Ci risiedeva costantemente, quando vedeva un fiore dai colori accesi pensava a lei, quando sentiva una canzone pensava a lei, se le potesse piacere o meno, quando si annoiava terribilmente ecco lì il ricordo di lei che ride e quando si stava per addormentare ecco lì il ricordo del loro bacio che la portava a fare dei sogni decisamente poco casti e dolci. E quando quella ragazza non era nella sua mente significava che era dall'altro lato del telefono a raccontarle la sua giornata o qualsiasi altra cosa. Ormai Edith rasentava l'ossessione.
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The Freak and the King
FanfictionRaccolta di One shot scollegate sulla steddie. Ci possono essere anche One shot AU, metterò le avvertenze a inizio capitolo. Consigli e suggerimenti sono ben accetti. *l'immagine della copertina non è mia, crediti all'artista (non so chi sia purtrop...