Spensi il monitor del mio computer e organizzai le dispense da archiviare nel cassettone della scrivania dato che avevo appena finito il mio turno di lavoro. Presi la borsa e andai in direzione dell'ascensore, ma prima che le porte si chiudessero una mano si infilò tra esse, bloccandole e aprendole nuovamente.
«Ciao Connor», salutai il mio collega.
«Chloe» disse in risposta.
«Come stai?»
«Sempre di corsa, non vedo l'ora di andare a casa»
«Siamo tutti sulla stessa barca. C'è così tanto lavoro da fare, che sembra non finire mai» sospirò passandosi una mano fra i capelli biondi.
«Sono d'accordo, per fortuna che oggi è venerdì e possiamo riposarci». Annuì con la testa in risposta.
Una volta arrivati al piano terra, le porte si aprirono e andammo entrambi in direzione dell'uscita.
«Ci vediamo, Chloe»
«A lunedì.»
Non appena svoltai lo sguardo vidi Jennifer alla reception mentre riordinava le sue cose sulla scrivania e spegneva il monitor del computer. Era così distratta che non si accorse della mia presenza, così mi avvicinai di più a lei.
«Sei pronta?»
«Si, dammi un secondo. Devo attivare il sistema di allarme e sono pronta» spiegò in tono sbrigativo.
Nell'attesa, mi fermai ad osservare il cielo fuori dalle grandi vetrate dello stabilimento. Erano quasi le sette e il cielo si era tinto di un rosa chiaro mischiato ai colori caldi del giallo e dell'arancio.
Che meraviglia... non potei pensare altro.
Quando Jennifer si assicurò che negli uffici non fosse rimasto nessuno, ci incamminammo verso i parcheggi, posti a lato della carreggiata.
«Andiamo » dissi, indicando la mia auto.
«Preferisco usare la mia auto, devo anche passare in Farmacia.».
«Ci vediamo direttamente al Red Steel?» domandai.
Lei annuì in risposta e poi sparì dalla mia visuale.
Era diventata una tradizione, ogni venerdì sera io e Jen andavamo a fare aperitivo al Red Steel. Festeggiavamo l'arrivo del fine settimana, ed era tremendamente rilassante e terapeutico che non riuscivo a farne a meno. In più Jennifer era un'ottima amica e con lei avevo modo di dare libero sfogo ai miei pensieri. La conoscevo da un paio di anni e andavamo particolarmente d'accordo. Non appena entrammo nel locale un'ondata di calore ci travolse, quella sera era pieno come non mai. Trovammo posto ad un tavolo situato in una angolo della sala. La musica non era molto alta, quindi potevo sentire benissimo cosa mi stesse dicendo Jen. Prese a raccontarmi della sua giornata di lavoro e dei problemi che aveva riscontrato durante la settimana. Inoltre non poteva mancare il suo sfogo riguardo alla cattiveria di Amanda.
«Credimi, non la sopporto più» disse, alzando teatralmente gli occhi al cielo.
Amanda lavorava nel nostro stesso studio e aveva il compito di supervisionare il lavoro della mia amica, controllando che non errasse nella registrazione delle presenze... cosa che poteva costare caro al Signor Philips. Così, Jen era costantemente disturbata dagli interventi di Amanda, intenzionata a correggerla.
«Mi sta col fiato sul collo, sempre lì a sorvegliarmi »
«Non puoi prendertela così, dopotutto è il suo lavoro. Può capitare che magari registri male la presenza di qualcuno».
Fece una smorfia con le labbra, non volendo ammettere che avessi ragione. Nel frattempo arrivò la cameriera che si piazzò davanti al nostro tavolo armata di block notes e penna.
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Un bacio tra le nuvole • |COMPLETA|
RomanceIl dilemma è solo uno. Possono due cuori infranti ricucirsi a vicenda? *** Dylan Walker è un pilota di linea, deciso, testardo, ambizioso e proviene da una famiglia benestante. Per motivi di lavoro, si troverà costretto a lasciare la sua città natal...