Capitolo 29 - "Dove devo firmare?"

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Il mattino seguente mi presentai sul luogo di lavoro con una decina di strati di correttore e fondotinta. Dovevo coprire i segni di una brutta nottata. Non avevo chiuso occhio, avevo continuato tutta la notte a rigirarmi nelle lenzuola come un involtino.

Passai il badge davanti alle porte automatiche e pochi secondi si aprirono. Per evitare che si vedessero le mie occhiaie avevo deciso di indossare gli occhiali da sole. Ma fuori il cielo era plumbeo e in mezzo alle nuvole non passava nemmeno un raggio di luce.

Attraversai la hall e i miei occhi balzarono su una testa rossa girata di spalle. Accelerai il passo, ma il rumore dei miei tacchi la fece voltare nella mia direzione.

«Bentornata!», gridò a mo' di presa in giro. Il suo sarcasmo di prima mattina aggiunto al weekend straziante che avevo passato non era una buona combinazione.

Ebbi la tentazione di sollevare un braccio e farle il dito medio, ma non volevo essere troppo maleducata.

Continuai a camminare fin quando non arrivai di fronte alla porta del mio ufficio. Abbassai la maniglia, entrai e mi chiusi dentro.

Buttai fuori tutto il respiro che avevo trattenuto. Tolsi il cappotto e la sciarpa e andai a sedermi.

Mi era mancato il mio ufficio.

Dalle vetrate potevo vedere tutta la città coperta dalle nuvole. Era una panorama spettacolare e per un attimo mi dimenticai di tutti i miei problemi.

Cominciai a sfogliare il plico di roba che mi era stato lasciato sopra la scrivania. Avevo una montagna di moduli di contratti di locazione da compilare e una lista di potenziali clienti.

In mezzo a tutte quelle carte, mi accorsi di una lettera con scritto sopra il mio nome. la scartai immediatamente e cominciai a leggere.

Gentile Signorina Montgomery,

A seguito della decisione del consiglio e del nostro Amministratore delegato, le comunichiamo con dispiacere il mancato rinnovamento del suo contratto. I motivi sono da imputare ai suoi ripetuti ritardi e al mancato rispetto delle consegne temporali.

Entro dieci giorni lavorativi le verranno accreditati i soldi dello stipendio maturati in questa mensilità.

La aspetto nel mio ufficio al ritorno dalle sue ferie.

Philip Collins

Con mani tremanti richiusi la lettera e la infilai nella busta plastificata. Rimasi con lo sguardo perso nel vuoto a riflettere su ciò che mi era accaduto nell'ultimo periodo.

La mia vita era andata totalmente a rotoli, sotto qualsiasi punto di vista. Non c'era speranza che le cose potessero migliorare e prendere una piega diversa.

L'universo si era schierato contro di me.

Iniziai a chiedermi cosa avessi fatto di male per meritarmi un trattamento simile, ma non riuscii a trovare nemmeno una risposta pertinente.

Appoggiai i gomiti sulla scrivania e sostenni la testa con le mani, infilando le dati fra i capelli.

Ero disperata. Stavo assistendo al fallimento della mia vita e i miei genitori lo avevano previsto. Non volevo ricominciassero a rimproverarmi per non essere stata abbastanza brava a trovare un lavoro a tempo indeterminato come Peter. Ero stanca di essere continuamente paragonata a lui.

Non avevo idea di come sarei riuscita a pagare l'affitto e il pensiero che avessi dovuto dipendere dalle finanze di mio fratello mi fece crollare.

Scovai un briciolo di forza e mi alzai in piedi. Presi la lettera di licenziamento e feci quello che c'era scritto.

Un bacio tra le nuvole • |COMPLETA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora