Abbandonai il mio appartamento.
Pochi minuti prima avevo ricevuto un messaggio da parte di Dylan, in cui mi avvisava del suo arrivo. Dopo aver fatto un rapido controllo, per assicurarmi di aver preso tutto, presi le mie cose e uscii.
Infilai con fatica la valigia nell'ascensore e premetti il pulsante del piano terra. Le porte dell'ascensore si chiusero e iniziò a scendere.
Sollevai gli occhi sullo specchio davanti a me e mi fermai ad osservare la mia immagine riflessa. Avevo deciso di tenere i capelli sciolti, lasciando piena libertà di espressione ai miei ricci ribelli. Non ero abituata a tenerli in quel modo, ma ogni tanto mi piaceva cambiare, soprattutto per le occasioni importanti. Volevo fare una bella impressione sulla sua famiglia, perciò avevo dedicato molta attenzione al mio aspetto fisico.
Le mie gambe erano fasciate da un jeans attillato di colore nero, abbinato ad un dolcevita color cammello. Il tutto era però mascherato dal lungo cappotto che indossavo e la spessa sciarpa di lana che avevo attorno al collo. Il riscaldamento era un tantino eccessivo e cominciai ad avere caldo. Ebbi la tentazione di levare la giacca, quando l'ascensore si fermò e le porte si aprirono un secondo dopo. Presi un respiro profondo e impugnai il manico della valigia.
Davanti a me incontrai una dolce bambina dai capelli rossi e a primo impatto sembrava una piccola versione di Jennifer. Quel dettaglio mi fece ricordare della discussione che avevamo avuto qualche giorno prima. Non avevo ricevuto alcun messaggio da parte sua, nemmeno una telefonata per scusarsi. Ero arrabbiata e troppo orgogliosa per poter metterci una pietra sopra.
Quella bambina mi fissò per qualche secondo ed io in risposta le sorrisi dolcemente. Poi, mi feci da parte e la lasciai passare.
Non appena spostai lo sguardo i miei occhi lo notarono subito. Dylan era seduto su una delle poltrone rosse nell'atrio. Queste erano state acquistate appositamente per gli anziani del condominio, per evitare che aspettassero a lungo l'arrivo dell'ascensore. A parer mio era un' idea geniale ed ero felice che il nostro amministratore di condominio si preoccupasse per certe questioni.
Appena mi vide si alzò in piedi e mi venne incontro.
«Buongiorno capitano», lo salutai con un tono scherzoso.
«E' pronta all'imbarco?», mi chiese, trattenendo un sorriso.
Annuii e gli indicai la valigia con la mano destra.
«Questa la porto io», disse afferrando i manici.
«Ti avviso, è molto pesante», lo misi in guardia.
Iniziammo a camminare con il rumore delle ruote che stridevano sul parquet. Odiavo quel frastuono.
«Staremo via solo quattro giorni, quante cose ci avrai messo dentro?», mi chiese, mentre uscivamo dalla hall.
Il vento freddo di novembre mi colpì in pieno volto e mi affrettai a coprire il naso e la bocca con la sciarpa. Infilai le mani nelle tasche del cappotto e lo seguii in direzione della sua auto.
«Ti ricordo che sono una donna e ho moltissime esigenze. Perciò, anche un minimo spostamento deve avvenire con il pieno possesso dei miei averi.»
«Si vede che hai studiato diritto», replicò, fermandosi sul marciapiede.
Il semaforo per i pedoni passò dal rosso al verde. Guardai prima a destra, poi a sinistra e attraversai la strada. Nel frattempo le auto e i mezzi pubblici avevano iniziato a suonare insistentemente il clacson.
«Da cosa?», gli domandai, ma non ricevetti alcuna risposta.
Camminava a passo svelto e non riuscivo stargli dietro, per non bastare, lui aveva le gambe più lunghe delle mie. Arrivammo sull'altro lato della strada di fronte al parcheggio residenziale. C'erano pochissime macchine parcheggiate rispetto agli altri giorni.
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Un bacio tra le nuvole • |COMPLETA|
RomanceIl dilemma è solo uno. Possono due cuori infranti ricucirsi a vicenda? *** Dylan Walker è un pilota di linea, deciso, testardo, ambizioso e proviene da una famiglia benestante. Per motivi di lavoro, si troverà costretto a lasciare la sua città natal...