Capitolo 19

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Non ci rendiamo conto dell' essenziale, finché non lo perdiamo.

21 giugno 2021

Daphne

Sono finita per cadere nella mia routine, dove tutto è diventato grigio e piatto, vivo un'eterna giornata uggiosa da un mese, dove nulla sembra lasciarsi vedere chiaramente.
Pensavo che mi restasse accanto in questo periodo, invece è svanito nel suo riflesso, nascosto dietro le mura della sua rabbia, si crogiola del dissapore e non si mostra.
Sono convinta che lui sia arrabbiato con me, il suo nome non fa altro che ripetersi fra le mie membra, Narciso...
Ero convinta che avrei percepito la mancanza di Bruce, della nostra relazione e persino delle sue stupide partite invece non ho fatto altro che pensare allo sconosciuto che è entrato nella mia vita come un tornado e ha stravolto ogni mia convinzione, annullandola con il suo credo.
I miei vengono interrotti da un uomo che entra in pasticceria facendo tintinnare il capannello attaccato alla porta, per un attimo l'aspetto possente e l'abbigliamento scuro mi fa pensare che possa essere Narciso ma non è così. Mi ritrovo davanti il dottor. Ade Hellsome, con il solito sguardo maliardo, l'aspetto impeccabile e il tipico fascino da intellettuale tormentato che farebbe tremare le gambe a qualsiasi ragazza o donna. La maggior parte delle mie docenti anche sposate sono convinta che abbia una cotta per lui, durante le sue lezioni improvvisamente piomba qualcuna di loro con una scusa banale.
<<Daphne...non sapevo lavorasse qui...>> esordisce guardandosi attorno con stupore, abbassa lo sguardo verso la mia divisa rosa con un grosso cupcake disegnato sulla parte centrale, che ammicca proprio verso il cliente, questo era proprio il modo in cui volevo che il mio sexy professore mi notasse. L'ho appena definito sexy? Beh non posso dire il contrario!
<<Già... che cosa posso offrirle...>>
Sul suo viso compare un sorriso sfrontato, abbassa lo sguardo sulle mie labbra e poi lentamente risale verso i miei occhi.
<<Un caffè...>>
Sorride beffeggiandosi di me.
Si abbassa verso il bancone su cui poggia le braccia, facendo contrarre i bicipiti contenuti in una camicia in seta blu notte. Il tessuto accarezza la sua muscolatura definita ma nulla a che fare con il promontorio di muscoli e virilità che possiede il mostro dell'oscurità che tormenta le mie notti causandomi insogna o sogni fin troppo spunti che poi mi mantengono sveglia di notte.
<<Non penso che si venga in una pasticceria del genere per prendere un caffè...>>
Mi guardo attorno, evidenziando che ci sia una quantità immensa di dolci, ma lui sembra concentrato su un altro genere di dolce...
<<Infatti...>>
Si lecca le labbra lentamente, ma prima che possa proseguire, mia zia irrompe. Ade la osserva qualche secondo, con macabro sdegno, l'ha interrotto, non l'ho accetta che avvenga durante le sue lezioni e a quanto pare, nemmeno nella sua vita privata.
<<Cosa le posso offrire?>> domanda frapponendosi fra me e lui, quasi come se fosse uno scudo e volesse proteggermi.
<<In realtà stava già provvedendo la sua collega prima che interrompesse...>>
Un silenzio tediante cala, ed io mi sento sempre più a disagio in questa situazione.
<<Daph perché non vai a farcire i cornetti!>> ordina indicando la porta che conduce in cucina. Nell'ultimo periodo il suo comportamento é cambiato evidentemente.
Improvvisamente il sguardo suadente del dottor. Hellsome muta, lampeggia la rabbia, irrigidisce la postura, serra la mandibola e scatta in avanti improvvisamente facendo indietreggiare entrambe fino a scontrarci con il muro alle nostre spalle.
<<La mia non è una richiesta, Gea...>>
Il silenzio cala, la situazione diventa tetra, cupa e inizia a salirmi l'ansia, mi volto di spalle e prendo la tazzina da caffè e glielo preparo come me l'ha richiesto. Inclino il capo e osservo mia zia che è rimasta impalata e deglutisce nervosamente tenendo gli occhi spalancati e fissi su di lui, rassomiglia a leone e alla gazzella in un incontro ravvicinato. Non appena i nostri sguardi si incrociano, faccio cenno a mia zia di andare dietro, posso cavarmela.
Entra dentro la cucina contro voglia, mentre io mi dipingo un sorriso falsissimo sul volto e gli do il caffè.
<<Non ho paura! Mi sono scocciata di fare il burattino, essere presa e usata a piacimento! Se avesse intenzione di uccidermi perché non lo fa! Che cosa aspetta!>>
Gli urlo contro con tutto il fiato che ho in corpo, ma Ade prende la sua tazza e sorseggia il suo caffè fissandomi con lampi di bramosia, che avrebbero fatto crollare il cielo in pezzi se solo avesse osato guardarlo nella stessa maniera. Ma io che ormai sono stanca della stessa vita, lo fisso con assenza, e osservo la scena dall'esterno, c'è lui, ci sono io e solo un cumulo di guai che mi gravitano attorno, e l'uomo che credevo che avrebbe spento la luce del sole, e fatto crollare il mondo pur di tenermi al sicuro in questo momento non c'è ma sta pensando alle sue elezioni!
<<Saresti perfetta fra la schiera delle ombre. Non hai più nulla per cui restare in vita, saresti spietata...>>
La schiera delle ombre...ho già sentito questo termine, poi ricordo di Narciso e del gruppo di cui faceva parte. É lui che recluta anime dannate allora? Un professore di filosofia?
<<Lei che cosa ne sa?>>
Mi avvicino e provo a capire se da lui posso ottenere delle informazioni che non ho mai ottenuto prima d'ora.
<<Io conosco quanto ne sanno gli altri. Di sicuro sono nato molto prima di te, e ne so molto di più...>> ribatte liquidando il discorso.
<<Sono convinta che lei mi stia mentendo, e sappia molto di più di quanto dice di sapere! Il caffè glielo offro io! Adesso è libero di andare via, non c'è più nulla che la blocchi!>> ribatto adirata.
<<Perché non viene con me, ho qualcosa da mostrarle, credo che lei abbia vissuto per troppo tempo in una bolla, é il momento di scoprire la verità...>> seguita porgendomi il braccio con fare cavalleresco.
<<Mi dovrei fidare di lei?>>
Scoppio in una fragorosa risata e diniego con il capo, mi crede così stupida da poter credere che con così tanta facilità possa seguirlo nelle tenebre?
<<Dovrebbe solo seguirmi e non aver paura di quello che sto per mostrarle!>> ribatte facendo spallucce. <<Non aveva detto che non ha più nulla da perdere? Non dovrebbe avere paura dell'oscurità se l'ha già conosciuta. Venga con me, sto solo per rivelarle una parte della fragile natura umana che per anni mi ha divertito corrompere. L'etica viene sempre meno quando c'è uno scopo più grande dietro da raggiungere.>> seguita con un ghigno. Allungo la mano e afferro il suo braccio.
<<Non ho intenzione di ucciderti Daphne, con me sei al sicuro...>> mi sussurra contro l'orecchio.
<<Gli uomini che hanno pronunciato queste parole sono sempre finiti per abbandonarmi, perché dovrebbe essere diverso.>>
<<Perché noi stiamo finalmente per realizzare un patto che aveva origine molto prima della tua nascita...>>
<<Che cosa intende?>>
Usciamo dal locale ma prima che mi possa rispondere qualcuno gli suona qualcosa con tutta la forza contro la nuca, non appena mi volto mi ritrovo Seth davanti con un sorriso spavaldo, e l'aria inorgoglita.
<<Che diavolo hai fatto?>> gli urlo contro spintonandolo.
<<Ti salvo la vita principessa ma non è il momento, devi venire con noi!>>
Mi afferra il braccio e mi trascina letteralmente verso la sua auto. Mi getta sui sedili posteriori e poco dopo mi rendo conto che con il "noi" intendeva se stesso e Deviant, per un momento mi era balenata l'idea che potesse esserci Narciso.

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