Non credere alle dolci parole che un uomo sussurra all'orecchio della donna che ritiene sua, perché è simile ad un diavolo che sussurra all'orecchio di un peccatore.
23 marzo 2019
Daphne
Mi aveva presa in ogni modo, aveva usato il mio corpo realizzando ogni suo più oscuro desiderio e gliel'ho permesso. Mi piaceva che il mio corpo sperimentasse tutto ciò che aveva da offrirmi.
Mi piaceva sentire la sua lingua fra le mie gambe, mi piaceva tirargli i capelli e strattonarlo sempre più vicino al punto del mio piacere.
Mi lasciavo andare quando tutte le sere come un grosso felino affamato avanzava verso il mio corpo come se fossi una prelibatezza.
Oscillo con le gambe sul letto, mentre attendo che termini la doccia, mi ha proposto svariate volte di fargli compagnia ma so già come sarebbe andata a finire se lo avessi fatto, sono ancora dolorante, quindi ho rinunciato alla sua offerta con immediatezza.
Esce fuori dal bagno con un asciugamano di panno bianco legato in vita, che copre la sua virilità lasciando intendere quanto sia dotato. Man mano ricalco con lo sguardo ogni singolo tatuaggio che riveste il suo corpo da adone. Avrei voluto che fosse meno attraente in tal maniera mi sarebbe risultato più facile resistergli. Con un altro asciugamano si sfrega i capelli, mi osserva attentamente con aria divertita.
<<Non sai cosa ti sei persa...>> ribatte leccandosi le labbra, quel mero gesto mi fa percuotere da una scarica di eccitazione. Lo osservo con desiderio ma poi scaccio via ogni maledetta malsana voglia di lui. Lascia che l'asciugamano scivoli via dal suo corpo restando completamente nudo e tutte le volte è innegabile che provi una nota di imbarazzo, nonostante quello che abbiamo fatto. Dovremmo aver raggiungo una certa confidenza ma non è così, non riesco ancora ad osservarlo senza provare alcun genere di imbarazzo.
Si volta nella mia direzione e mi osserva divertito mentre guardo ovunque tranne che lui, lo so lo posso vedere con l'estremità dell'occhio quello che sta facendo. Mi lancia i boxer in faccia ed io dal mio canto li lancio via.
<<Non capisco perché tu debba sempre comportarti così!>> lo ammonisco.
<<Non capisco perché tu ti debba ancora sconvolgere del mio cazzo...>> ribatte con ovvietà.
Poi così ovvio non sarebbe!
<<Io non sono te...tu sei la mia prima esperienza ed io non sono abituata a questo genere di cose.>>
<<É passato un mese, mi aspetto che per lo meno tu non guardi altrove. Comunque...sicura di non volerne approfittare ora che sono nudo e vulnerabile?>> domanda ammiccando nella mia direzione.
<<Nemmeno da nudo sei vulnerabile!>> ribatto piccata.
Gira gli occhi al cielo e finalmente decide e inizia a vestirsi togliendomi dall'imbarazzo. Anche se sono leggermente dispiaciuta che non si sia opposto di più, magari avremmo potuto...no, no. Basta!
<<Allora mi porterai nell'acquario oggi?>> domando.
Lui d'altronde resta nel suo beato silenzio.
<<Si, dopo dovrai sparire dai radar!>> ribatte.
<<Che intendi? Per la tua umiliazione? Saresti davvero tenero accanto un'orca! Penso proprio che ti farò una foto!>>
Narciso mi fulmina con lo sguardo ma non mi fermo e rincaro la dose.
<<Anche sembreresti quasi ridicolo! Non saresti lontanamente paragonabile ad un predatore intelligente quanto un'orca!>>
Prima che possa fuggire mi afferra, mi schianta contro il materasso e mi blocca i polsi al di sopra della testa.
<<Se non stai zitta, giuro che ti imbavaglio e faccio trascorrere una giornata terribile, sotto il sole nel porta bagagli della mia auto! Così percepirai su pelle cosa significa ribollire dentro.>>
Io dal mio canto gli scoppio a ridere in faccia.
<<Cotto e mangiato! Così potrai divorarmi come hai sempre desiderato!>> ribatto ridendo.
Narciso tenta di mantenersi serio ma alla fine inizia a ridere anche lui.
<<Sei una maledetta strega impossibile!>>Mentre io vagavo incantata osservando i delfini, Narciso cammina con il broncio e passi pesanti, sbruffando ogni volta che esordisco dicendo "che coccolino", non posso biasimarlo lui è abituato all'adrenalina di un salto nel vuoto, a scansare proiettili ed evitare di essere ucciso, invece nel mio caso mi sono sempre bastate le piccole cose, guardare l'acqua che scorreva accanto al viale di casa dopo un temporale, la rugiada sui fiori in pieno inverno, il sorriso dei passanti, il "come stai?" Dell'autista dell'autobus che prendevo la mattina. Mi è sempre bastato poco finché non c'è stato l'incidente, ho pensato che mia madre e mia sorella fossero morte e invece non era così, ho scoperto che mia zia è mia madre e mia madre era mia zia, e la mia dannata sorella che si è rivelata non esserlo ed essere viva oltre che voler attendere alla mia vita. Dovrei essere io quella con il muso invece è lui, non abbiamo ancora avuto modo di parlarci su quanto è successo a Seth, ma lui non ne vuole sapere nulla. Continua a deviare il discorso e farmi strani segnali di fumo con le mani attraverso i quali mi comunica di deviare il discorso. Per lui uccidere é nella norma, è un demone a cui piace dare il bacio della morte.
<<Abbiamo finito?>> domanda girando gli occhi al cielo.
Corro verso l'acquario delle lontre dove ci sono dei fori attraverso i quali le lontre possono infilare le zampe e possono essere accarezzate.
<<Sei scorbutico!>> mi lamento, correndo verso la vasca delle lontre. Una esce la zampina fuori, l'accarezzo e inizio a riempire il piccolo esserino di complimenti.
<<Perché non ti fidanzi con la lontra, visto che ti piace così tanto?>>
Questa volta sono io a sbruffare annoiata.
<<Perché non ti levi dai piedi! Così proseguo da sola! Tanto mi vuoi lasciare perché non farlo ora?! Almeno le lontre saranno più di compagnia e più fedeli di te!>> ribatto con aria innervosita.
Si avvicina con passo lento e studiato, con le labbra mi sfiora l'orecchio.
<<Mi piacerebbe fotterti ancora una volta>>sussurra con tono basso e suadente.
Mi sarei lasciata fare qualsiasi cosa, anche qui, ma una parte di me si oppone, una parte di me mi dice di fuggire e stargli alla larga.
<<Non ti è concesso far di me, qualsiasi cosa tu voglia. Non sono qualcosa di tua proprietà che puoi prendere e lasciare tutte le volte che vuoi! Sono una persona e dovresti trattarmi con un minimo di rispetto.>>
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Il Leviatano
ChickLitEra una fiaba oscura ad un soffio dall'incanto, che sussurrava soavi parole che conducevano lentamente nel suo personale inferno. Per questo tutti lo definivano...il Leviatano.