Desideriamo tutto ciò che è fuori il nostro controllo perché ci fa provare un'emozione.
20 aprile 2022
Narciso
Perché cerare l'impossibilità quando ci si può accontentare? Semplicemente per non vivere una vita comune, standardizzata fatta di regole a cui bisogna adattarsi, direttamente nella fossa di mediocrità.
Le prime luci dell'alba toccano le pendici dei Monti, Vancouver ha una grande varietà di paesaggi mozzafiato, l'ho scelta anche per questo motivo, la natura mi trasmette una tranquillità che non ritrovo in nessun'altra parte.
Poi qualcuno attira la mia attenzione.
Sapevo di poterla trovare, non può sfuggirmi, lei in qualche modo è indissolubilmente legata a me, da quando l'ho marchiata, fa parte di me in qualche modo, nonostante lo neghi.
Indossa una giacca da uomo, quella giacca è di mio fratello Seth, la gonna lunga e bianca oscilla ad ogni suo passo mentre avanza nei boschi dandomi le spalle, la seguo silenziosamente come un predatore pronto ad assalirla nella penombra mentre lei nella sua delicatezza cerca un probabile rifugio.
E l'essere più delicato che conosca, potrei districarla semplicemente stringendola tra le mie mani, facendo volare via i petali della dolce Daphne.
Si ferma improvvisamente in mezzo al bosco e si guarda intorno come se sapesse di essere seguita, nonostante la distanza fra noi due e la mia discrezione. Si volta indietro e guarda alle sue spalle, al contempo mi nascondo per evitare che lei mi veda.
Chissà se mi odia così tanto come crede oppure le piaccio troppo da poterlo ammettere.
È patetico che lei creda che possa sfuggirmi, mi sporgo dall'albero per notare se stia ancora guardando alle sue spalla ma nulla, sembra svanita! Si è polverizzata! Dannazione!
Avanzo velocemente nell'ultimo punto in cui l'ho vista, non appena volgo lo sguardo sulla sinistra la vedo, con l'espressione soddisfatta stampata sul volto e l'aria di derisione.
<<Dovresti essere più cauto...>> mormora accigliandosi.
<<Ti credevo meno astuta!>> affermo con una certa sorpresa.
<<Da quando tu e i tuoi fratelli e Dio solo da chissà chi altro tenta di rapirmi lo sono diventata!>> ribatte piccata.
Come darle torto, inclino il capo e la osservo dalla testa ai piedi, la lunga gonna bianca ormai si è sporcata di fango, la giacca di mio fratello la priva di forma e persino mi innervosisce che la indossi.
<<Dovresti togliertela!>>
Indico con il capo la giacca ma lei inarca un sopracciglio e dissente, come per dirmi che potrei benissimo scordarmelo che lo faccia.
<<Tu non dovresti fare tante cose ma ti arroghi il diritto di farle comunque.>>
Fa spallucce e riprende a camminare tagliando corto la discussione, non sono mai stato liquidato da una donna così, e non lo permetterò che lo faccia una ragazzina come lei, come osa!
<<Dove stai andando?!>> le urlo dietro mentre la seguo.
<<Lontano da te e da tutti gli altri stronzi che mi seguono!>> urla in risposta mentre avanza con passo sempre più lungo e veloce.
<<Non dirmi che questa situazione ti dispiaccia, non hai mai avuto così tante attenzioni come le stai avendo ora!>> le urlo contro.
Si volta nella mia direzione con aria infuriata, sono certo che vorrebbe urlarmi contro le peggiori cose ma non lo fa, solo perché in un certo senso la intimidisco ancora.
<<Che diavolo ci fai qui? Sei pieno di ragazze che ti saltano addosso, va da loro, alla fine la mia vita non ha alcun valore per te! Allora perché sei qui, smettila di seguirmi!>>
Sono qui perché ho paura che le accada qualcosa e inspiegabilmente ci tengo a lei più di qualunque altra persona al mondo, se solo glielo dicessi capirebbe di avere un'influenza su di me ed io voglio che resti tutto un segreto da custodire, come tutte le emozioni che mi trasmette quando è con me.
Le vorrei dire che non c'è alcun posto giusto per me se non accanto a lei, perché mi sento stranamente al sicuro nonostante sia l'essere più fragile sulla terra, ma finisco per assumere l'espressione adirata per aver ferito il mio sguardo ego.
<<Dovresti ritenerti onorata, nel ricevere le mie attenzioni!>> asserisco con aria austera.
<<Onorata? Attenzioni? Sei un folle, mi seduci per poi schiacciare in frantumi la mia anima. Con te è come vivere un bellissimo sogno per qualche momento che non so per quale motivo tramuti in incubo. Perché vuoi distruggermi?>>
L'espressione stanca, il tono carico di emozioni apre una ferita dentro di me che credevo si fosse chiusa da anni. Sussurra alla mia anima in frantumi ma non posso permettermi di lasciarmi andare alle sue carezze, ai suoi sogni, alla sua dolcezza, finirebbe per distruggermi e non saprei più come rialzarmi. Ma nonostante tutto finisco per seguirla, dovrei lasciarla andare, lasciare che Ade la prenda e faccia di lei un'anima nella schiera delle ombre, dovrei lasciare che mio fratello lambisca al posto mio ogni centimetro della sua pelle ma c'è una furiosa parte di me che strapperebbe a morsi le mani di mio fratello e farebbe saltare in aria senza remore Ade.
Ma poi c'è una parte di me, che inizia a vagare altrove, immaginarla nuda in mezzo a questi boschi, mentre la scopo con forza e lei urla il mio nome abbastanza forte da far capire a chiunque posso ridurla in quello stato, e questo lato animalesco, privo di ogni inibizione e limite mi induce ad avanzare nella sua direzione senza dire una parola. Le afferro il viso con una mano e le stringo le guance abbastanza da farle incavare la pelle ed esporre le labbra a papera, le strappo una bacio che produce uno schiocco deciso, e nel mio cervello il rumore diventa più acuto e ciò che si scontra varie volte come se si assaggiassero non sono le nostre labbra ma il mio bacino contro il suo posteriore. Nella mia testa sbatte così forte da arrossarsi, desidero lei, solo e soltanto lei, e se qualcuno mi chiedesse perché non saprei spiegarlo.
<<Non puoi farmi male e poi prenderti qualcosa da me, lasciandomi sempre a mani vuote...>> sussurra con occhi lucidi, come se fosse disgustata da se stessa.
<<Se mi conoscessi davvero, non derideresti nemmeno un bacio...>> ribatto ad un filo dalle sue labbra dandole l'ennesimo bacio.
Se le sue labbra fossero qualcosa, sarebbero il fuoco che rivertere nei miei occhi tutte le volte che desidero ardentemente qualcosa.
<<Non mi conosci, non puoi dirlo!>>
Si pizza la punta del naso evidentemente stressata dalla situazione e assume un espressione arrabbiata. Con il pollice le accarezzo il labbro inferiore per poi leccarmi le mie con desiderio.
<<Lasciati andare, solo per questa volta, potrebbe essere l'ultima...>> sussurro contro il suo orecchio.
Indietreggia abbastanza fino a sbattere contro il tronco.
<<Con quello sguardo potresti corrompere il più ligie degli angeli. Perché sei qui Narciso? L'hai detto tu stesso, che non ti importa nulla di me>>
Perché? Perché in tua presenza provo qualcosa che non riesco a spiegare con le parole, perché mi sento meglio quando ti sfioro, perché vorrei vivere eternamente con il suono dei tuoi gemiti nelle orecchie, perché trovo rifugio non come un comune uomo fra le tue braccia ma tra le tue gambe. E se solo ninfa riuscissi a capire cosa un uomo perverso e contorto come me può provare, io e te non avremmo problemi.
<<Non ho di meglio da fare che disturbarti ninfa, e tu non puoi trovare passatempo più piacevole di me!>>
Nè Seth, nè tantomeno quel frocetto del suo ex fidanzato!
Il suo sguardo carico di sdegno mi depista ed io nell'oblio dei miei pensieri, non so più esattamente cosa fare.
Avanzo nella sua direzione, le accarezzo con il dorso della mano il braccio, ha la pelle talmente accaldata in netto contrasto con le mani fredde, al contempo la fisso negli occhi, in attesa del segnale di cedimento che attendo con fervore.
<<Dovresti rinunciare al tuo potere di sedurmi>>.
<<Perché dovrei farlo?>>
<<Perché non dovresti!>>
Mi urla contro con tutto il fiato che ha in corpo, spintonandomi lontano da sé.
<<Prova a sopravvivere da sola allora! Ti sto garantendo la mia protezione senza chiederti nulla in cambio maledizione!>>
La terrei al sicuro nascondendola fra i frammenti della mia anima, lì dove nessuno cercherebbe mai, perché nessuno crede che io ne abbia ancora una.
La voce tuona nel bosco, facendola riecheggiare tra i boschi.
<<Se mi trovo in questa situazione, è solo colpa tua!>> ribatte a sua volta.
<<Sei tu l'origine dei tuoi mali!>>
La sorpasso con una spallata e mi dirigo verso la mia casa in montagna, lontano da lei e dai suoi capricci che ormai non sopporto più.
<<Dove vai?>> domanda, sento i suoi passi alle mie spalle, il suo fiato corto mi fa sorridere, non è così impavida come sembra o come vuole far credere.
Con un sorriso smorzato continuo a camminare verso casa mia.
Mi afferra la giacca dal retro e prova a mantenere il mio passo, nello stesso momento ho un flashback.
E completamente buio, sono alla ricerca di una strada che ci garantisca più nascondigli.
I piedi sprofondano nel terriccio, sollevando una leggera polvere che sporca le scarpe ormai rovinata dal tempo.
Mia sorella si mantiene stretta al retro della mia camicia mentre avanziamo nell'oscurità.
<<Stiamo arrivando?>> domanda con voce piccola Soleil.
Non so dove siamo, sto cercando un nascondiglio. Seth cammina alle nostre spalle tenendo la mano a Deviant che mantiene lo sguardo fisso su me e Sole che avanziamo nel buio.
Vorrei poterle dire che con me è al sicuro, che non le accadrà mai nulla, che ci salveremo e ritorneremo a correre spensierati mentre giochiamo a nascondino fra le lenzuola del vecchio Peter, vorrei poterle dire che tornerò a raccontarle la favola delle buonanotte, e che la mattina ci sveglieremo all'alba per guardare il sole che accarezza la savana.
Vorrei poterle dire tutte queste cose ma finisco per guardarla con speranza, una speranza che lei ha ancora ed io non ho più. L'ho persa quando ho impugnato un'arma ed ho ucciso l'unica persona che amavo. Quando ho ucciso il mio migliore amico e persino mio fratello. L'ho persa quando ho vista la luce della vita spegnersi nei loro occhi.
Io sono un mostro, sono uno della schiera delle ombre e non posso tornare più indietro ma lei non è stata ancora toccata dalla mano di koine, non ha dovuto ancora subire nulla, perché il gioco si incentra su di me. Io sono il giocatore principale che si attiene alle regole pur di salvare le pedine restati dalla sua parte nella scacchiera.
<<Siamo arrivati?>> domanda per poi sbadigliare e portarsi una mano davanti alla bocca. Ha il viso sporco di fango e i capelli scompigliati. Non c'è più differenza tra di noi e la miseria umana, non c'è nulla che possa essere più in basso del punto in cui ci troviamo noi.
<<Non ancora piccola...>> le accarezzo il viso e le poso un bacio sulla guancia per poi riprendere la mia marcia verso l'ignoto. Ormai la notte sta calando ed io non so più concretamente dove mi sto recando, ho smarrito la direzione giusta da un po' di tempo ma non voglio fargli credere che anch'io non so esattamente quello che sto facendo. Si fidano di me e ripongono le loro vite nelle mie mani, ed io cosa faccio se non mettere in gioco loro stessi in questo momento?
Un rumore mi preoccupa, è esattamente alle nostre spalle. Mi volto di scatto ma non faccio in tempo a proteggermi il volto che qualcuno mi colpisce con forza contro un occhio, nello stesso momento spingo Sole dietro di me con tutta la forza, fra le urla di terrore dei miei fratelli si sparge il mio sangue che man mano viene divorato dal terreno sotto di me. Ed il dolore? Il dolore è intenso ma meno forte di quello che provo dentro di me e mi divora ogni giorno sempre di più, facendomi percepire meno e più apatia. Un senso di vuoto che mi divora ogni giorno, si espande e mi fa guardare il mondo il maniera assente. I calci si ripetono, uno dietro l'altro, uno ben assestato mi fa perdere persino il respiro per qualche secondo. E fra le urla di mia sorella che implora di smetterla, finisco per perdere i sensi.
Spingo Daphne alle mie spalle e mi guardo intorno, prendo una pistola contro il punto in cui sento il rumore, Daphne si avvicina e posa una mano sulla canna della mia pistola e la abbassa.
<<Cosa diavolo fai?>> domando fuori di me mentre la osservo avanzare nella direzione del rumore. Si accovaccia fra i cespugli nel bosco e prende qualcosa che fa un rumore stridulo.
<<Oh mio Dio!>> urla ed io a mia volta accoro nella sua direzione e mi ritrovo davanti uno stupidissimo gattino che miagola vivacemente.
Ci mancava solo il gatto!
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Il Leviatano
ChickLitEra una fiaba oscura ad un soffio dall'incanto, che sussurrava soavi parole che conducevano lentamente nel suo personale inferno. Per questo tutti lo definivano...il Leviatano.