Capitolo otto

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My little pony 

La stanza lasciata al suo disordine, con i vestiti ammucchiati su una sedia e la scrivania ripiena di quaderni e fazzoletti, era avvolta nella penombra dal momento che il sole pomeridiano era nascosto dalle tapparelle abbassate. Jisung se ne stava raggomitolato in posizione fetale mezzo addormentato sul proprio letto, le cuffie nelle orecchie ad ascoltare la sua playlist di musica triste, opportunamente creata per situazioni come quella. Beh di solito quando era triste gli bastava ascoltare qualche canzone e stare con Hyunjin per sentirsi meglio, ma ora le cose erano un tantino diverse e lui non sapeva nemmeno se sarebbero tornate come prima. Quella pallina pelosa di Bbama dormiva vicino alla sua pancia, beandosi del suo calore, in qualche modo quel cane riusciva sempre a capire quando Jisung fosse triste e in quei casi gli si raggomitolava vicino non lasciandolo mai.

Era sabato pomeriggio, aveva delle cose da studiare ma non ne aveva voglia. Dopo la litigata con Hyunjin si era chiuso in casa e non aveva nemmeno sentito gli altri ragazzi bidonando il loro classico venerdì sera, di uscire di certo non era in vena. Leggeva solo i messaggi di Felix, che evidentemente aveva aggiornato tutti della faccenda perché non facevano altro che scrivergli per sapere cosa fosse successo, ma a loro avrebbe risposto quando gli sarebbe venuta voglia.

Il ragazzo sentì un leggero bussare alla porta prima che venisse aperta e dei passi leggeri, era rannicchiato di spalle ma capì subito che si trattava di sua madre. Un lieve peso si poggiò sul letto al suo fianco. ''Sungie c'è qualcuno che vuole vederti.'' gli sussurrò dolcemente sua madre accarezzandogli con movimenti circolari il braccio.

Jisung si voltò leggermente verso di lei mugugnando e togliendosi una cuffia, alcuni dei suoi capelli neri gli sfuggivano dal cappuccio tirato su dell'enorme felpa nera, che indossava quando il suo stato d'animo era più nero dell'armadio di Bang Chan.

''Hyunjin?'' mormorò piano con voce roca e gli occhi socchiusi per mettere a fuoco la figura davanti a sé.

Sua madre lo guardò con un sorriso triste. ''No bimbo, sono Seungmin e Jeongin.'' gli accarezzò i capelli morbidi sistemandoli dentro il cappuccio. Era così bella sua madre, era da che lei che aveva ereditato le guance paffute da scoiattolo. Inoltre aveva i capelli tinti di blu che la dicevano lunga sulla sua personalità frizzantina, tanto da essere riuscita a far innamorare di sé un membro di una rock band.

''Mmhh.'' mugugnò per girarsi e darle di nuovo le spalle, accarezzando pigramente tra le morbide orecchie di Bbama.

''Dai tirati su e mettiti il deodorante, vedrai che ti farà bene vederli.'' lo incoraggiò alzandosi per tirare su le tapparelle e aprire la finestra per far uscire l'aria viziata dalla stanza. Jisung si abbassò il cappuccio sugli occhi lamentandosi e raggomitolandosi ancora di più su se stesso, senza schiacciare il cane.

''E' inutile che ti lamenti ora vado a dirgli che possono salire e Bbama viene con me.'' batté le mani sulle gambe chiamando il cane, che alzò la testa di scatto guardando la donna ma senza lasciare il fianco del suo padrone.

''Noooo.'' si lagnò il ragazzo con voce infantile che fece alzare gli occhi alla povera donna. ''Oooohh insomma!'' sbuffò lei e prese tra le braccia la palla di pelo che si dimenava e uscì dalla stanza.

Jisung si alzò mettendosi seduto strofinando entrambi gli occhi, poi abbassò il cappuccio per tentare di districare la matassa di capelli. Doveva avere un aspetto terribile.

Dopo aver bussato tre colpi alla porta il faccino sorridente di Seungmin spuntò dietro di essa, seguito da Jeongin. Jisung sorrise vedendoli entrare salutandolo, entrambi con due piccoli sgabelli di plastica e una deliziosa busta viola.

''Perché gli sgabelli?'' gli chiese accennando ad un sorriso.

''E' abbastanza ovvio, questa stanza fa schifo e tua madre non vuole che ci prendiamo la salmonella sedendoci sul tuo letto.'' spiegò serio Jeongin sedendosi davanti a lui.

Rainbow Magic Land //minsung//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora