Capitolo undici

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Ma almeno siamo a metà?

La stazione della metro in cui Hyunjin e Jisung si trovavano era straripante di persone, tutte indaffarate a correre da una parte all'altra. Hyunjin lo teneva per mano mentre camminava spedito verso il vagone della metro ancora fermo in attesa di passeggeri.

''Dove stiamo andando?'' chiese Jisung titubante, anche se continuava a fluttuare leggero seguendo l'altro ragazzo.

''Da nessuna parte.'' rispose sedendosi ad uno dei sedili vuoti, Jisung fece lo stesso. Lo guardò confuso non capendo. ''Penso che sia fin troppo cliché andare a parlare in un posticino tranquillo, quindi facciamolo qui.'' spiegò gaio.

''Qui?!''

''Proprio così. Questa è la prima fermata, quando arriveremo all'ultima dovremo aver chiarito tutto, ci stai?''

''Facciamolo.'' sorrise Jisung.

Aspettarono che la metro partisse prima di iniziare a parlare, fu Hyunjin il primo a prendere la parola. ''Mi dispiace per come sono andate le cose, per come mi sono comportato.'' parlò piano vicino al suo volto, per evitare che orecchie indiscrete ascoltassero. ''Ho detto cose di cui mi pento tantissimo.''

''Anche io non avrei voluto dire certe cose.'' lo interruppe Jisung giocando con le lunghe dita dell'altro. ''E davvero abbiamo sbagliato a non dirti nulla di tutta quella faccenda di Changbin. Probabilmente avevamo solo paura della tua reazione.''

''Visto come sono sbottato avrei avuto paura anch'io.''

''Però non eri nel torto, ti abbiamo tenuto tutto segreto e penso che anch'io al posto tuo non avrei reagito bene.'' mormorò il minore. ''In più quello che tu hai detto è assolutamente vero, solo che è difficile accettarlo se sono gli altri a fartelo notare.''

Hyunjin scosse la testa. ''Non sei un egoista Ji, sei solo parecchio distratto.'' sorrise. ''Non sai quante cose ti sfuggono.''

''Ho capito ho capito, dormo in piedi.'' borbottò e il rosa rise piano. ''Però è anche vero che non ti ho mai chiesto il motivo di questa assurda gara con Felix.''

Hyunjin distolse lo sguardo mordendosi le labbra, facendolo vagare tra le persone intorno a loro, sospirò. ''Penso di avere davvero un problema di attenzione o quel che è, ogni volta ho l'estremo bisogno che le persone guardino solo me, si innamorino di me. Non so se è perché da piccolo i miei genitori non mi hanno dato attenzioni, ma non riesco ad accettare il fatto che una persona preferisca qualcun altro a me.''

''E questo cosa c'entra con Felix?''

''Non lo so Ji.'' abbassò la testa facendo cadere qualche ciocca di capelli davanti agli occhi. ''E' qualcosa che non riesco a controllare, voglio le stesse persone che vuole lui.''

Jisung sospirò tirando indietro la testa per appoggiarla contro il vetro. ''Però poi una volta che le hai avute perdi interesse.'' Hyunjin annuì, alzando di poco la testa quando la metro si arrestò ad una fermata. Osservarono le persone entrare frettolosamente per ammassarsi tra loro in piedi. I due ragazzi si strinsero per fare spazio.

''Quindi perché continuare ad insistere con Changbin se tanto lo sai come andrà a finire?''

''Pensavo che stavolta sarebbe stato diverso, ma-'' esitò un attimo e rise piano amaro. ''Changbin ha dimostrato di non provare interesse per me, quindi dovrò mettermi l'anima in pace. Non volevo accettarlo appena scoperto di lui e Felix, non quando non faccio altro che pensare a lui, è perennemente nella mia testa. E forse è proprio perché non mi vuole eppure saremmo perfetti insieme, Io sono perfetto per lui ma non lo vuole capire.''

''Jin ma di che stai parlando?'' sbottò Jisung. Hyunjin alzò la testa verso di lui con gli occhi sgranati, sbatté le ciglia. Scosse la testa come confuso.

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