Capitolo venti

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Anche questo aveva un titolo ma è slittato tutto( a quanto pare questo è davvero il titolo)

Il biondo Jisung distogliendo lo sguardo dall'orario del telefono, lo alzò sul citofono della palazzina in cui abitava la famiglia Hwang. Era incredibilmente presto, ma il suo obiettivo era di riuscire a far alzare Hyunjin dal letto per portarlo a scuola. Premette il bottoncino del citofono ansiosamente, sperando di non svegliare tutta la famiglia.

''Chi è?'' rispose la voce arrochita di una donna.

''Choon-hee, sono Han, ho bisogno di vedere Hyunjin.''

''Sisi mo ti apro.'' disse seccamente, causando in Jisung una smorfia d'imbarazzo.

Sentendo il familiare rumore dell'apertura del portoncino si apprestò ad entrare. L'appartamento dei Hwang si trovava al secondo piano della palazzina e Jisung trovò già il loro portoncino socchiuso.

''Permesso.'' mugugnò entrando, togliendosi velocemente le scarpe all'ingresso. Trovò la madre del suo amico nel soggiorno con in mano il telefono e nell'altra una tazzina grigia con del caffè bollente. Alla vista del minore alzò gli occhi già truccati su di lui salutandolo con un cenno della mano.

''Ma ti sembra l'orario tesoro? Potevate benissimo vedervi a scuola.'' borbottò lei facendo chinare il capo a Jisung. Era chiaro che non sapesse che suo figlio aveva saltato la scuola per due giorni di fila.

''Mi dispiace era davvero urgente.''

La donna alzò le spalle con un sospiro. ''Vabbè. Vai pure da Hyun, non so se sta ancora dormendo però. E' da l'altro ieri che non lo vedo in realtà, mh.''

Jisung la ringraziò velocemente, apprestandosi a dirigersi verso la camera di Hyunjin. Non aveva chissà quale bel rapporto con i genitori dell'amico, anzi meno tempo passava con loro meglio si sentiva.

Bussò piano alla porta di legno bianco ed entrò quando sentì un mormorio di assenso. Hyunjin era seduto accoccolato sul suo letto sfatto, i rimasugli di un sonno piacevole sul suo viso. Sorrise dolcemente alla vista di Jisung.

''Ultimamente non passi troppo tempo in camera mia?'' gli domandò in un sussurro il ragazzo dai lunghi capelli colorati, mentre Jisung si sedeva con uno sbuffo sul suo letto.

''Colpa tua che ti ostini a non uscire.'' replicò osservando il sorriso svanire sul volto dell'altro.

''Non ho intenzione di venire a scuola.'' mormorò deciso, distogliendo lo sguardo dal suo per puntarlo alla penombra della camera.

Jisung sospirò lievemente col naso. ''E' l'ultima settimana di scuola, non puoi perdertela.''

''Perché dovrei, per farmi guardare da tutti con odio?''

''Questi tutti sono solo tre studenti su boh trecento?'' sorrise cercando di alleviare l'umore di Hyunjin.

Ma lui abbassò lo sguardo, raccogliendo al petto le lunghe gambe coperte da un pigiama azzurro. ''E' di loro che mi importa.'' mormorò talmente piano che Jisung dovette sforzarsi per udirlo.

Non seppe cosa rispondere così non lo fece. Si issò sulle gambe per raggiungere la finestra e aprirla sia per far entrare un po' di luce, ma anche per cambiare l'aria viziata nella stanza.

Senza più la protezione della penombra i disegni ritraenti il volto di Felix che una volta erano esposti sulla parete ora giacevano sul pavimento, stracciati in piccoli frammenti nella rabbia di un momento.

Hyunjin seguì il suo sguardo, osservando con una smorfia contratta i residui delle opere a cui aveva dedicato tanto tempo, amore e rabbia.

''Non mi hai mai detto niente.'' mormorò Jisung tenendo lo sguardo basso sui pezzi di carta.

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