Quattro

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Tornare a casa dopo una lunga giornata di lavoro è sempre la mia parte preferita.

Tornare a casa e trovare mia moglie, semidistesa sul divano, con una camomilla tra le mani e gli occhi su una rivista, è ancora meglio.

Di solito passo a prenderla al lavoro o viene lei da me se finisce qualche minuto prima, ma oggi è rimasta a casa, non ha l'aria di una che è appena tornata da un turno faticoso.

Il suo sguardo si punta all'istante su di me quando la raggiungo e il viso le si illumina. «Ciao, amore!»

«Ehi, angelo» mi chino per poterle rubare un bacio. «Sei rimasta a casa? Non ti sei sentita bene?»

Lei mi sorride e dopo aver mollato la camomilla sul tavolino, mi allaccia le braccia al collo per potermi trascinare su di sé. «Mi sentivo un po' giù e so che girano un paio di virus in giro, perciò, ho preferito restare a casa e prendermi un giorno di riposo.»

«Mmh. Quindi, vediamo un po'...» le massaggio i fianchi. «Potresti esserti beccata qualche virus e decidi di passarlo a me ma non al tuo capo? Beh, saltano fuori gli altarini» la punzecchio.

Aurora ride ma non ribatte, piuttosto, mi bacia di nuovo. Sto per sbottonarle i primi bottoni della maglia che indossa quando mi afferra il polso.

Mi scosto subito, cercando di capire se ho fatto qualcosa di male. «Ehi, tutto okay?» le accarezzo il viso.

«Assolutamente sì. Ma non faremo proprio niente qui, signor Ford. Non ho dimenticato che il tuo migliore amico vive nel palazzo di fronte. E l'ultima volta abbiamo messo su un bello show, uno che non ho intenzione di ripetere davanti a nessuno» si mette seduta.

«Non farmici pensare, mi viene voglia di spaccargli quel bel faccino che adoro tanto» ringhio, scostandomi del tutto.

«Quel bel faccino che adori tanto?» arcua un sopracciglio, ma è divertita.

«Andiamo, non si può negare che è un bel ragazzo.»

«Non l'ho mai fatto. Anzi.»

Aggrotto la fronte. «Anzi, cosa?»

«Niente» ride ancora una volta e poi si sistema a cavalcioni su di me, accoccolandosi sul mio petto.

«Stasera ti preparo un bel brodo di pollo, che dici? O preferisci una vellutata?» le accarezzo la schiena in lenti movimenti circolari. Voglio che si rilassi.

«No, va bene il brodo» mi lascia un bacio sulla mascella.

«Forse è meglio se domani annulliamo la cena con Avery e Devon, che dici? Non sono sicuro che uscire sia la cosa migliore da fare visto che potresti covare qualche parassita» le punzecchio il fianco.

«Ehi, non chiamarlo così!» si scosta, fingendo di rabbrividire.

«Oh, scusa, vuoi che lo chiami signor virus? Cordiale parassita? Dimmi tu» la guardo contrariato e questo la fa ridere.

«No» un'altra risatina. «Dico solo che lo fai sembrare una cosa tremenda quando in realtà non lo è. Adesso me lo prepari il brodo?»

«Va bene» stiracchio le braccia e lei si scosta per farmi passare.

In cucina, trovo tutto il necessario per preparare il brodo di pollo. Di solito, ne sfiletto un po' nel brodo perché so che ad Aurora piace mangiarne pezzettini. L'ho notato qualche anno fa: eravamo tornati dalla nostra luna di miele 2.0 e lei si era beccata un piccolo malanno, così le ho preparato lo stesso piatto di adesso, solo non mi ero accorto dei pezzetti di pollo rimasti. Lei si è complimentata e da allora glielo preparo sempre così, anche quando uno dei due non sta necessariamente male.

𝐃𝐄𝐕𝐎𝐍, 𝐇𝐀𝐑𝐑𝐘, 𝐌𝐈𝐂𝐇𝐀𝐄𝐋, 𝐑𝐎𝐍𝐀𝐍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora