Penso di essere diventato il chiodo fisso della mora che ho iniziato a chiamare cavernicola da quando quel coglione di un Bradshaw le ha spezzato il cuore. Poi cosa fa? Si presenta e pretende di parlare con Avery. Da non crederci, sul serio.
Alla fine, però, quando torno a casa della mora, non trovo la scena strappalacrime che mi aspettavo – ossia lei intenta a limonare con l'uomo dei suoi sogni – ma tutto il contrario. Avery è davanti allo specchio del bagno, indossa il vestito che le ho portato e i tacchi alti.
Ma che diamine sta succedendo?
Sta ancora fissando il suo riflesso quando la affianco e stringo un braccio attorno alla sua vita. «È andata male?»
Scuote il capo.
Adesso sì che sono davvero confuso. «Non capisco... è andata bene?»
«Mi ha raccontato la verità e mi ha chiesto una chance» rivela, non distogliendo l'attenzione dal suo sguardo riflesso.
«Beh? Allora perché non sei con lui, perché non stai sprizzando gioia da tutti pori? Era quello che desideravi, mi sembra.»
Avery rilascia un sospiro. «Possiamo non parlarne per ora? Hai detto che dovevamo uscire, no? Ecco, sono pronta» mi supera ed esce dal bagno, pronta a indossare il cappotto.
«Andiamo?» le domando dopo averla osservata per un po'. È così immersa nei suoi pensieri che mi stupisce voglia ancora uscire.
Annuisce e, insieme, usciamo. Camminiamo per una decina di minuti e raggiungiamo il ristorante che avevo già prenotato. È molto chic. C'è parecchia gente ai tavoli e la musica dal vivo rende tutto più piacevole.
Un cameriere ci accoglie, così lo informo che abbiamo prenotato un tavolo e ben presto veniamo scortati al nostro posto. Ordino da bere e poso il menù sul tavolo, poi punto gli occhi sulla cavernicola tirata a lucido.
«Che c'è?» arcua un sopracciglio.
«Pensi di dirmi qual è il problema oppure vogliamo fingere fino a domani?» ribatto.
Poggia la schiena sulla sedia rilasciando l'ennesimo sospiro. «Ho paura.»
«Di cosa?»
«Ho il terrore che possa ferirmi di nuovo. Voglio dire, le cose che mi ha raccontato mi hanno aperto gli occhi e ho capito perché agiva in quel modo, ma... non lo so» mordicchia il labbro inferiore. «E se andasse male?»
Apro la confezione di grissini e ne addento metà, la parte restante gliela punto contro. «Prima di tutto raccontami in linea generale che vi siete detti.»
Avery mi racconta a grandi linee cos'è successo, poi spazia sui suoi pensieri confusi. Beh, confusi per lei, a me sembra tutto abbastanza chiaro. Ma va bene, è un po' stupidina e addolorata, posso perdonarla.
«Vediamo se ho capito bene: hai pensato che lui dovesse iniziare finalmente a vivere e poi sei tu la prima a non farlo?»
Avery sbarra gli occhi, profondamente colpita da ciò che le ho appena detto.
«So esattamente cosa stai pensando» sbuffo scrutandola con attenzione. Si è finalmente resa conto di aver fatto una stupidaggine e ora è pronta a rimediare. Altro punto in più perché sono il migliore amico perfetto.
Se qualcuno mi avesse detto che avrei condiviso l'ultimo dell'anno con Avery Miller, per poi essere pure piantato in asso, avrei riso fino alle lacrime. Eppure... sento che è la cosa giusta da fare. Ho tanto per cui farmi perdonare, ma sono certo che avremo il tempo di recuperare. È una brava ragazza e l'ammiro. Ha avuto fegato ad andarsene da un posto che la soffocava e avrei dovuto fare lo stesso io, molto prima che ci pensasse lei. Medicina non è mai stata la mia strada.

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𝐃𝐄𝐕𝐎𝐍, 𝐇𝐀𝐑𝐑𝐘, 𝐌𝐈𝐂𝐇𝐀𝐄𝐋, 𝐑𝐎𝐍𝐀𝐍
Romanzi rosa / ChickLit𝐔𝐧𝐚 𝐫𝐚𝐜𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐦𝐚𝐬𝐜𝐡𝐢𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐞𝐫𝐢𝐞 𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐥𝐞𝐠𝐠𝐞𝐫𝐞 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐢 𝐥𝐢𝐛𝐫𝐢 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭'𝐨𝐫𝐝𝐢𝐧𝐞: 𝐀𝐯𝐞𝐫𝐲, 𝐀𝐮𝐫𝐨𝐫𝐚, �...