Sbuffo una risata secca. «A me invece sembra piuttosto chiaro che tu voglia lavartene le mani ora che le cose si sono complicate.»
«Se mi credi davvero capace di una cosa simile allora devo aver sbagliato ogni cosa con te» mormora distrutta. Afferra le sue cose e si sbatte la porta di casa alle spalle.
Non faccio altro che ripetermi queste esatte parole giorno dopo giorno. Persino dopo averla rivista la sera in cui ci ha raggiunto a casa mia e mi urlato contro. Abbiamo affrontato le cose nel modo sbagliato, aggredendoci e scontrandoci invece di farci forza e affrontare la cosa insieme.
Il tempo mi è servito, però, ho capito tante cose e ho compreso meglio anche la sua rabbia, il suo dolore. Nessuno di noi è perfetto e abbiamo ancora tanta strada da fare, ma ho riflettuto a fondo su ciò che ci siamo detti, quello che mi ha urlato contro.
Credere di essere rimasta incinta e sapere che il tuo ragazzo non vuole avere bambini lo stesso giorno fa scattare una molla, un allarme enorme. A volte ripenso a quel giorno e vorrei tanto prendermi a calci in culo per essere stato un idiota colossale. Lei non sarebbe dovuta scappare, ma io non avrei dovuto permetterle di farlo. Avevamo diciotto anni, eravamo due ragazzini in preda alla voglia di stare insieme, fare sesso e vivere per sempre felici e contenti. Adesso, non mi sognerei mai di asserire una frase di quel calibro senza prima averne parlato con la mia ragazza, compagna, moglie, qualsiasi cosa sia. Sono scelte che ti segnano la vita, scelte che vanno soppesate così come le parole che si scelgono quando si affronta una discussione del genere.
Non mi pento nemmeno un secondo, però, di averci voluto riprovare con Winter. Non mentivo quando dicevo che lei è sempre stata la donna della mia vita, l'amore più profondo. Sapere che si è causato un ulteriore squarcio a causa di come abbiamo gestito le cose, mi distrugge.
È vero, ha lottato per me, mi ha dimostrato giorno dopo giorno di essere un'altra Winter, di essere diventata una donna meravigliosa e coraggiosa e anch'io ho fatto il possibile per dimostrarle che ci tenevo a risanare il rapporto, ma come ho già detto: siamo esseri umani, commettiamo errori. Non avrei mai dovuto dirle che se ne stava lavando le mani, eppure l'ho fatto e me ne pento ogni giorno di più. E avrei dovuto chiamarla, quella sera, ma la frenesia di aver scoperto di Lauren e quel tizio non mi facevano ragionare lucidamente.
Credo in me e Winter, credo nella nostra maturità e so che riusciremo a risolvere la cosa parlando. Piangere sul latte versato, adesso, è del tutto inutile. Si può solo andare avanti e spero, spero con tutto me stesso che ce la faremo.
Sono stato in silenzio radio per settimane a causa di un test di cui ho scoperto il risultato a malapena un'ora fa e adesso sto attendendo che Winter esca dal Velia's per poterle parlare.
«Winnie, ti muovi?» scorgo Naomi, davanti alla porta.
«Quanto sei esagerata» sbuffa lei, facendo la sua comparsa. «Siamo quasi a metà aprile e le temperature si sono alzate abbastanza. Non fa freddo!»
«Lo so, ma Declan non fa altro che mandarmi messaggi e io sono già sul punto di mandarlo a quel paese» sento borbottare la ragazza.
«Dì a tuo marito di non stressarti, soprattutto dopo la giornata di oggi» rimette le chiavi in borsa Winter.
«Diglielo tu, magari ti ascolta»
Winter ridacchia e la spintona. «Vai a farti intortare e fammi un bel nipotino!»
«Che stupida!» esclama ridendo la sua collega. «Io vorrei una femminuccia ma-» il sorriso le muore in volto quando i suoi occhi si scontrano con i miei. Non ci vuole molto prima che Winter si volti all'istante per cercare di capire cosa stia succedendo.

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𝐃𝐄𝐕𝐎𝐍, 𝐇𝐀𝐑𝐑𝐘, 𝐌𝐈𝐂𝐇𝐀𝐄𝐋, 𝐑𝐎𝐍𝐀𝐍
ChickLit𝐔𝐧𝐚 𝐫𝐚𝐜𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐦𝐚𝐬𝐜𝐡𝐢𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐞𝐫𝐢𝐞 𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐥𝐞𝐠𝐠𝐞𝐫𝐞 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐢 𝐥𝐢𝐛𝐫𝐢 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭'𝐨𝐫𝐝𝐢𝐧𝐞: 𝐀𝐯𝐞𝐫𝐲, 𝐀𝐮𝐫𝐨𝐫𝐚, �...