Quattro

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Con i polsi stretti nella morsa della corda, mia moglie non è mai stata così tanto sexy. La fascia o le manette, in confronto, non sono niente.

Spingo la mia lunghezza tra le sue cosce ancora e ancora, tenendo la presa sulla corda con una mano mentre con l'altra le scosto i capelli dal viso.

La schiena liscia si inarca, riempiendosi di brividi. È quasi arrivata al culmine e non vedo l'ora di vedere come reagirà questa volta.

Ricordo la prima volta, allo chalet, quando mi disse che voleva essere slegata per poi prendere il controllo della situazione... mi ero trattenuto come non mai, pensando a opossum morti, dentiere da vecchio e Caleb. Avevo pensato al padre della mia ragazza pur di non venire come un ragazzino alle prime armi alla vista magnifica di Layla che mi cavalcava dopo aver legato me.

Con gli anni, siamo riusciti a migliorare questo aspetto e adesso riesco a tenerla legata almeno per un round intero prima che sia lei a mettermi in ginocchio.

Me ne importa qualcosa? Assolutamente no.

Amo sperimentare con mia moglie, amo avere e cedere il potere. È un turno che amiamo entrambi perché siamo sempre in controllo, sia per il lavoro o i bambini, ci troviamo sempre nella posizione di dover compiere una scelta, di avere responsabilità. A letto, invece... riusciamo a cedere almeno per un'ora o due al tratto che ci distingue. Al lavoro sono costretto a monitorare ogni singolo aspetto, e questo vale anche per Layla. Fare l'amore in questo modo, affidandoci totalmente a qualcun altro di cui ci fidiamo ciecamente, è il nostro angolo di pace.

Se mia moglie vuole ammanettarmi al letto e cavalcarmi fino a farmi perdere i sensi, chi sono io per negarglielo?

Lo stesso vale per lei: ci sono giorni in cui i bambini rimangono a dormire dai nonni, giorni in cui torno dal lavoro e, senza troppi giri di parole, la porto a letto e la faccio mio fino a farle diventare la gola arrossata per le troppe urla. Mi prendo quello che voglio e non glielo chiedo perché è anche quello che lei desidera.

Se avessi anche solo il minimo pensiero che non le andasse bene il mio modo di fare, smetterei all'istante. Prima della mia persona, ci sono lei e i nostri bambini. Non mi sognerei mai di infastidirla con le mie uscite irruente. A Layla, però, piacciono eccome.

Si bagna da morire quando la prendo da dietro, come in questo momento, o quando la sculaccio fino a stampare l'impronta delle mani sulle natiche pallide e sode che mi fanno girare la testa.

«Oddio» singhiozza, incontrando le spinte dei miei fianchi. «Ti prego, non fermarti» mi supplica.

Non mi è passato nemmeno per l'anticamera del cervello di mollare la presa su una vista del genere.

Mia moglie si dimena, cercando una via d'uscita, ma sia le mani che le gambe sono saldamente strette dalla corda e così non le resta che subire il mio assalto.

Mi chino su di lei, mordicchiandole il collo scoperto e continuando a spingere, i fianchi che incontrano il suo fondoschiena. Aumento la velocità mentre insinuo una mano tra il suo corpo e il materasso. Trovo il suo punto più sensibile e mi basta accarezzarlo un paio di volte per sentirla strillare e dimenarsi come un piccolo cerbiatto in gabbia.

Tocchiamo il cielo come un dito, vibrando di piacere nello stesso momento. Scorro con le mani sul suo seno e lo massaggio, lasciando baci pigri sulla nuca, la schiena e la spalla sinistra.

Mi scosto, mettendomi seduto e la guardo. È esausta ma un sorriso soddisfatto le abbellisce il viso. Prima è stato il mio turno, l'ho lasciata divertirsi un po', poi abbiamo fatto una pausa cena e successivamente, è toccato a me. Un modo fantastico di concludere il fine settimana mentre Red e Logan sono dai nonni.

«Sei stanca?»

«Mmh, un po'. Mi sleghi così posso saltarti addosso e sonnecchiare?»

Sbuffo una risata e annuisco. «Agli ordini.»

Raggiungo i piedi del letto e inizio a slegare il primo nodo, una volta libero il primo piede, passo al secondo. Muovo la corda, ma non riesco a... merda.

«Amore, quanto ti arrabbieresti se ti dicessi che non riesco a slegare la corda?» domando cauto.

Layla ridacchia, pensando che la stia prendendo in giro. Quando non sente la mia risata, però, la sua espressione muta. «Che vuol dire che non riesci a slegare la corda? Non è divertente.»

«Devo aver stretto troppo. Fammi provare con i polsi» mi allungo in direzione delle sue braccia e tento con il nodo stretto. Non mi alletta l'idea che rimanga ancora così piegata, potrebbero farle male le spalle.

«Merda» mormoro. «Morgana... ho stretto troppo.»

«Ronan!» esclama iniziando a dimenarsi.

«Non ti muovere, potresti farti male!» le stringo i fianchi.

«E allora trova una soluzione! Oddio, sappi che non chiameremo mai i vigili del fuoco» mi avverte.

«Credi che lascerei avvicinare Michael, Gabe o Lanny? Guardassero le loro donne, non la mia» borbotto scendendo dal letto.

«E adesso dove vai?» domanda preoccupata.

«A prendere una forbice. Non muoverti o rischi davvero di farti male» mi chino per lasciarle un bacio sulla schiena nuda e, dopo aver indossato un paio di boxer, raggiungo la cucina. Rovisto tra i cassetti e finalmente trovo quello che stavo cercando.

Torno in camera e mi fermo un attimo sulla soglia della stanza. «Ti arrabbieresti ancora di più se ti dicessi che ho voglia di scoparti di nuovo?»

«Sì, riccone, mi arrabbierei eccome visto che sono bloccata come il più pregiato dei salami a letto. Taglia le corde» mi avverte.

Sbuffo una risata per la situazione assurda in cui ci troviamo e mi sistemo al suo fianco. Con calma, taglio la corda che le lega i polsi. Quando è libera, emette un sospiro di sollievo. Layla si mette seduta, massaggiando la pelle arrossata mentre io mi occupo di tagliare il resto. Qualche minuto dopo, anche le caviglie sono libere. Tengo in una mano la forbice e nell'altra il pezzo di corda sfilettato. Layla mi guarda, io ricambio e, dopo qualche minuto di silenzio, scoppiamo entrambi in una sonora risata.

«Non diremo mai a nessuno cos'è successo stanotte» mi punta un dito contro.

«Affare fatto» mollo la corda sul pavimento e la copro con il mio corpo. «Però saresti stata un salame che avrei addentato più che volentieri» le bisbiglio all'orecchio.

«Ultimamente sei molto, molto affamato, signor Maxwell» mi guarda dritto negli occhi.

«Come potrei non esserlo quando mia moglie mi chiede un altro figlio?»

Lei mi sorride e mi ruba un bacio dopo aver rilasciato una risatina. «E se tua moglie ti dicesse che giusto questa mattina ha scoperto di avere un ritardo?»

La fisso imbambolato. «Dici sul serio?»

Layla annuisce. «Volevo dirtelo prima di fare il test ma ho un ritardo di tre settimane. Tra il lavoro e l'impegno che ci abbiamo messo per farlo, controllare il calendario mi è passato di mente.»

Me la porto sulle gambe e poi la bacio con tutto me stesso.

«Red impazzirà all'idea» ridacchia.

«Logan sarà il fratello di mezzo, sarà lui a impazzire. Soprattutto se sarà un'altra femmina.»

«Sei felice?» domanda.

«Da quando sto con te, sempre» rivelo.

E lo so che è sdolcinato da morire, che non siamo quel tipo di coppia, ma è la verità, andava detta.

«Anch'io, Maxwell.»

«Bene. Adesso...» la faccio rivoltare così da farle pressare la schiena sul materasso. «Adesso ti prendo di nuovo perché bisogna festeggiare.»

«Sempre così affamato» ripete ancora una volta, in un sospiro, quando mi abbasso i boxer e l'attimo dopo sprofondo dentro di lei. «Non smettere mai.»

«Puoi contarci.»

𝐃𝐄𝐕𝐎𝐍, 𝐇𝐀𝐑𝐑𝐘, 𝐌𝐈𝐂𝐇𝐀𝐄𝐋, 𝐑𝐎𝐍𝐀𝐍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora