Sono le sei e dieci del pomeriggio quando il cellulare di Luke squilla e, casualmente, leggo il suo nome sul display. Mio fratello mi lancia un'occhiata e poi si porta lo smartphone all'orecchio.
«Pronto? Win?»
Dall'altra parte non riesco a capire molto.
«Che succede?» il tono in allerta di Luke mi fa scattare sull'attenti; perciò, lo richiamo e gli faccio segno di avviare il vivavoce.
«-guidando e ho bucato. Non so con cosa. È buio e non si vede granché» la sua voce mi arriva chiara alle orecchie.
«Ma stai bene?!»
«Sono solo molto spaventata. Ho sbandato, ma sono riuscita a riprendere il controllo. Ho... ho avuto paura.»
«Va bene, resta dove sei e mandami la posizione, va bene? Vengo a prenderti» Luke la rassicura.
«Entro in macchina e te la mando. Non mi fido a rimanere ancora fuori, ci sono solo alberi» spiega.
«Entra e metti la sicura. Arrivo fra poco.»
«Okay. Grazie mille, Luke. Sul serio» mormora.
«Non dirlo nemmeno.»
Dopo aver attaccato, Luke riceve la posizione e, ovviamente, lo seguo fuori casa. Lui non fa domande e io non gli do spiegazioni. Se dovesse succederle qualcosa... no, non voglio pensare al peggio.
Quarantacinque minuti dopo giungiamo a destinazione. Luke suona il clacson per attirare l'attenzione della bionda, poi scendiamo dall'auto in attesa che lo faccia anche lei. Pochi secondi dopo la sua figura, spaventata, si fionda nella nostra direzione e, scioccandomi da cima a fondo, mi stringe le braccia attorno alla vita, spingendo il viso sul mio petto. Rimango spiazzato, gelato come fossi una lastra di marmo. Quando anche la sua figura si fa rigida, si scosta all'istante. «Scusa, scusami tanto» blatera senza incrociare il mio sguardo. «Non volevo. Io- scusa.»
«Win» la richiama Luke.
Lei si volta e si affretta a raggiungere mio fratello, poi lo abbraccia.
«Come stai, Win? Sei ferita? Hai bisogno di un medico? Ti portiamo in ospedale.»
«No, no, sono solo spaventata» si scosta per poterlo guardare.
«Ma che è successo?» domanda.
«Non lo so, lo giuro. Stavo guidando piano perché si è fatto buio e ho sentito un tonfo. Ho sbandato, ma sono riuscita a riprendere il controllo e ho accostato là» indica la sua auto. «Mi sono solo... tanto spaventata e non ricordo come si cambia una ruota» mormora imbarazzata.
«Va bene. Adesso controlliamo, okay?»
«Mi dispiace. È solo che ho poca batteria e ho preferito non usarlo nel caso chiamassi, non volevo consumarla cercando video su internet» si stringe le mani attorno alle spalle, come se avesse freddo ma non volesse ammetterlo.
Io e Luke iniziamo a parlare di cric, bulloni e ricambi, ma sento il suo sguardo addosso.
«Sali in macchina» sibilo.
Non lascerò che si prenda un accidente solo perché vuole fare la preziosa e non ammettere che sta congelando.
«Va bene se aspe-»
«Sali» la interrompo, già stufo di sentire le sue scuse.
«Mike» sospira Luke guardandomi con ammonimento. «Sali, Win, si congela qui fuori e noi abbiamo quasi finito.»
«Ma è sollevata» punta il cric.Se non ci trovassimo in una situazione del genere, se non avessimo passato cinque anni separati e non nutrissi tutto questo rancore nei suoi confronti... riderei per l'ingenuità con cui ha pronunciato quella frase. Ma non posso permetterle di abbattere il muro che ho piazzato tra di noi, è già fastidioso che abbia iniziato a insinuare le prime crepe – e lo dimostra il fatto che sia qui o non a divertirmi con Lauren, lo dimostra il fatto che non ci abbia pensato due volte a soccorrerla.

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𝐃𝐄𝐕𝐎𝐍, 𝐇𝐀𝐑𝐑𝐘, 𝐌𝐈𝐂𝐇𝐀𝐄𝐋, 𝐑𝐎𝐍𝐀𝐍
ChickLit𝐔𝐧𝐚 𝐫𝐚𝐜𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐦𝐚𝐬𝐜𝐡𝐢𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐞𝐫𝐢𝐞 𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐥𝐞𝐠𝐠𝐞𝐫𝐞 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐢 𝐥𝐢𝐛𝐫𝐢 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭'𝐨𝐫𝐝𝐢𝐧𝐞: 𝐀𝐯𝐞𝐫𝐲, 𝐀𝐮𝐫𝐨𝐫𝐚, �...