«Quando avevi intenzione di dirmelo?»
Sobbalzo, portando una mano al petto e rivolgo lo sguardo in direzione della porta appena aperta. «La tua presenza qui è dovuta solo alle emergenze, Lulu.»
Lei allarga le mani, con fare ovvio. «Cosa ti dice che questa non lo sia?»
«Il tuo atteggiamento. Che c'è?» mollo.
«Quando avevi intenzione di dirmi che ti fai mia cugina? Sai, moretta, occhi azzurri, alta, la sventola Morgan» si accomoda su una delle due poltroncine libere e getta le gambe oltre il bracciolo, facendole penzolare.
«Di sicuro non adesso» ribatto, chiudendo l'agenda di fronte a me.
«Scusa?» arcua un sopracciglio e mi fulmina con lo sguardo. «Avrei dovuto saperlo dal primo momento che la tua bella boccuccia ha toccato la sua, ma non lo hai fatto e mi domando il perché. Avevo già immaginato la cosa, ma aspettavo che me lo dicessi e invece il silenzio totale.»
Mi lascio andare sullo schienale della comoda sedia girevole e rilascio un sospiro. «Sei venuta ad Allston solo per domandarmi questo? E poi che vuol dire che avevi immaginato la cosa? Siamo stati più che cauti.»
«Ti prego, non offendere la mia intelligenza, Maxwell» mi punta un dito contro. «Me ne sono accorta alla festa di fidanzamento di Winter e Mike. Te la stavi mangiando con gli occhi e quando mi sono avvicinata, lei mi stava maledicendo in duecento lingue. Ovviamente non me la sono presa, anche io sarei gelosa di una donna che sta troppo appiccicata al mio uomo» spiega mettendosi seduta.
«Non eravamo una coppia allora e, ufficialmente, spina nel fianco, stiamo insieme da oggi.»
«Tu guarda che tempismo!» batte una mano sulla scrivania facendo rotolare la penna sulla superficie per poi crollare sul pavimento.
Emetto un altro sospiro e massaggio le tempie. «Non te l'ho detto perché avevo combinato un casino, a cui rimedierò ogni giorno. Poi è successo il resto e... è stato inevitabile. Mi piace da morire, Lu, è splendida.»
«Che avevi combinato? Voglio capire se è stata una stupida a perdonarti o meno.»
«Le ho detto che sarebbe rimasta da me la sera della mostra, così siamo saliti e, una volta dentro, una cosa tira l'altra e siamo finiti a letto insieme. Il mattino dopo le ho detto che era stato un errore e poi siete arrivati voi, vi ha raccontato di quel bastardo e il resto lo sai.»
«Mmh.»
«Mi ha punito a dovere, credimi» le risparmio i dettagli. Trattenere un orgasmo non è affatto semplice, soprattutto quando a cavalcarti è una fata.
Nonostante mi abbia negato di venire e mi abbia, in un certo senso, usato per il suo piacere, non posso far altro che ammirarla ancora di più. È meravigliosa. Si prende ciò che desidera e, di sicuro, sa come far pentire qualcuno. Io ne sono la prova vivente.
«La porto in montagna per il compleanno, voglio che si allontani un po' da Boston.»
«Credo sia la cosa migliore. Ne ha passate tante e tu di certo non hai aiutato. Idiota. Ma che ti dice il cervello?!» sbatte ancora una volta la mano sulla scrivania e stavolta a crollare sul pavimento è una matita.
«Tu sai che dovrai raccogliere tutto, giusto?»
«Farai bene a non farla soffrire, Ronan. Layla è una ragazza molto forte e lo ha dimostrato il modo in cui ha gestito l'intera faccenda, anche commettendo degli errori, ma è un essere umano, non un robot fatto di bulloni, metallo e cavi. Ha un cuore. Non spezzarglielo, okay?»
«Lo so» annuisco.
«Bene. Adesso vado perché ho del lavoro da fare» si alza. «Ma prima... quand'è cominciata? Voglio dire, quando l'hai notata di preciso? Non mi sei mai sembrato interessato.»
«L'anno scorso, al compleanno di Caleb.»
«Quand'è ritornata dal mondo dei morti, intendi. Sì, be', era tornata a essere la Layla di sempre quindi capisco che si sia fatta notare. È fantastica.»
«Avevo avuto una scintilla d'interesse quando è andata via quella volta che l'amico di Winter era venuto a trovarla a Boston, ti ricordi? Credo di aver detto persino qualcosa sul fatto che non fosse normale che venisse infastidita al lavoro... e poi esce fuori tutta questa storia» passo una mano sul viso.
«Già. Se solo avessimo prestato più attenzione... odio che si trovi in questo casino» sospira la mia amica.
«Ne uscirà. È un bene che sia stata dalla polizia ieri e adesso farò il possibile per assicurarmi che sia al sicuro.»
Luna mi sorride. «Ne sono certa. Adesso vado davvero. Ci vediamo al compleanno di Lucas domani sera. Ciao, bamboccione» mi lascia un bacio sulla guancia e si dirige verso la porta.
«La penna e la matita!» esclamo.
Luna finge di non sentirmi e si chiude la porta alle spalle. Incredibile. Questa donna è incredibile. Mi fa ammattire come pochi, questo è certo. Eppure, la vita senza la mia migliore amica non sarebbe la stessa.
Intorno alle cinque e trenta arrivo a casa e, sentendo il rumore della doccia, mi tranquillizzo. Layla mi aveva avvertito che sarebbe tornata per le cinque ma è solo sapendo che è davvero qui, al sicuro, che tiro un sospiro di sollievo.
Mi disfo delle scarpe, poi sfilo la cintura e allento la cravatta. Giunto davanti alla porta del bagno, indosso solo un paio di boxer. Busso per non spaventarla e l'avviso che sono io.
Rimango impalato sulla soglia della porta quando noto Layla, sotto il getto d'acqua, intenta a insaponarsi una spalla.
«Ehi» mi sorride. «Scusa se non ti ho aspettato, ma ero troppo sudata e appiccicaticcia, ho dovuto filare sotto la doccia.»
Non sono stati affatto giorni facili per lei, eppure, è qui che mi sorride.
Una regina.
Gliel'ho detto una volta, ma continuerò a farlo per molto tempo ancora.
«Non fa niente. Devon ci è andato giù pesante?» domando mentre sfilo i boxer e la raggiungo all'interno del box doccia.
L'acqua mi bagna subito da cima a fondo, iscurendo i capelli. Layla mi scosta le ciocche più corte dal viso e mi lascia una carezza. Le afferro la mano baciandone il dorso e la porto sul lato sinistro del petto, all'altezza del cuore. I suoi occhi risultano ancora più chiari sotto il getto d'acqua, la sua pelle più delicata. È come se fosse fatta di porcellana.
Layla mi sorride e muove un passo nella mia direzione. Mi chino e incontro le sue labbra all'istante. Ho una voglia matta di inchiodarla alla parete e farla godere – e lo farò – ma voglio anche tenerla vicino per un po'. È tutto nuovo tra di noi; prima ci ronzavamo solo intorno, limitandoci a flirtare spudoratamente ma adesso è molto di più, adesso è giusto. So di essere stato un idiota e di averla fatta soffrire, soprattutto sapendo cos'è accaduto dopo, ma farò il possibile per rimediare al disastro e dimostrarle che ci tengo.
È presto, me ne rendo conto, ma sento qualcosa di forte, vedo un futuro e non penso mi sia mai capitata una cosa del genere nelle poche relazioni passate.
«Un po'. Domani sarò un relitto, ma pazienza, lo avevo già messo in conto» risponde.
«Stasera ti faccio un bel massaggio. Che dici?» faccio scorrere le mani lungo la sua schiena.
«Prima o dopo avermi preso?» ribatte, rifilandomi uno sguardo furbo.
«Non escluderei il durante» le bisbiglio all'orecchio prima di lasciare una scia di baci che partono dal collo e scendono fino alla spalla.
Noto la pelle d'oca fare capolino sulla sua pelle e sorrido. È lo stesso effetto che fa lei a me.
«Iniziamo adesso, mmh?» acciuffa ancora una volta le mie labbra.
«Iniziamo adesso» mormoro prendendola in braccio.
Iniziamo e non smettiamo più, Morgana.

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𝐃𝐄𝐕𝐎𝐍, 𝐇𝐀𝐑𝐑𝐘, 𝐌𝐈𝐂𝐇𝐀𝐄𝐋, 𝐑𝐎𝐍𝐀𝐍
ChickLit𝐔𝐧𝐚 𝐫𝐚𝐜𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐦𝐚𝐬𝐜𝐡𝐢𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐞𝐫𝐢𝐞 𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐥𝐞𝐠𝐠𝐞𝐫𝐞 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐢 𝐥𝐢𝐛𝐫𝐢 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭'𝐨𝐫𝐝𝐢𝐧𝐞: 𝐀𝐯𝐞𝐫𝐲, 𝐀𝐮𝐫𝐨𝐫𝐚, �...