CAPITOLO 1

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Erano ormai ore che mi ero rinchiusa nella mia camera, come quelle poche volte che me lo potevo permettere, ascoltando musica deprimente, proprio come la mia vita e cercando di prendere sonno per far passare quell'orribile giornata. Nelle cuffie veniva riprodotta SOMEONE LIKE YOU di Adele, una canzone che utilizzavo per calmarmi e per poter sfuggire dalla realtà, e questo era proprio un momento di quelli. Qualche ora fa mia madre insieme al suo nuovo compagno si erano divertiti a sfogare la loro rabbia e i loro problemi sul mio corpo. Non che fosse una novità, ormai ci ero abituata visto che va avanti da quando ho 5 anni, ma questa volta ci sono andati più pesanti del solito colpendo punti ancora sensibili per le percosse avvenute qualche giorno prima e procurandomi dolore con oggetti come cinghie o addirittura acqua bollente. ci avevo impiegato almeno un'ora intera per curare tutte le ferite cercando di evitare future infezioni, ma avendone alcune sulla schiena e movimenti limitati per via del dolore non sono riuscita a fare molto. Alla fine immersa nei miei pensieri riuscii a prendere sonno.

la mattina successiva dopo aver preparato la colazione ai miei "genitori" mi recai a scuola con la bicicletta visto che si trovava vicino casa. Arrivata davanti al cancello scolastico mi recai velocemente nella classe di chimica per prendere il mio solito posto e per evitare di parlare con qualcuno, anche se non avrei potuto fare conversazione con nessuno dato che la mia vita sociale era pari a zero e non avevo nemmeno un'amico o qualcuno da considerare conoscente visto che non parlavo con nessuno. Alle 8:00 alla fine tutti arrivarono in classe e il professore iniziò a spiegare.

Erano passate le prime 3 ore e mi trovavo a cercar di capire cosa stesse scrivendo il professore di matematica alla lavagna fino a quando il bidello del nostro piano interruppe la lezione.

BIDELLO: Salve professore, la signorina Roger è richiesta dal preside nel suo studio con urgenza.

disse il bidello con faccia preoccupata e occhi intrisi di pietà guardandomi. Inizialmente lo guardai con occhi indagatori poi successivamente mi convinsi a raccogliere le mie cose e a seguirlo.

arrivata davanti all'ufficio il bidello mi diede un ultimo sguardo triste e poi se ne andò. Ancora scettica bussai alla porta attendendo il permesso. una volta ottenuto aprii la porta e osservai la stanza. Davanti a me si presentava un'ambiente accogliente e abbastanza grande, con delle poltrone di pelle davanti alla scrivania di legno scuro con sopra oggetti elettronici e documenti che riguardavano gli studenti, pareti con appesi attestati, lauree, foto dei vecchi alunni e componenti della famiglia e molti altri mobili.

PRESIDE: allora Arabella ti starai chiedendo il motivo per il quale ti ho fatta chiamare, vedi è molto delicata come cosa quindi ti chiedo di metterti seduta e di prestare la massina attenzione e di rimanere calma.

Senza esitazione feci quello che mi chiese curiosa di sapere di cosa si trattasse. Non ne avevo proprio idea però se mi aveva parlato in quel modo doveva trattarsi di qualcosa di grosso.

PRESIDE: vedi Arabella qualche minuto fa mi ha chiamata la polizia riferendomi che questa mattina verso le 9:30 i tuoi genitori hanno avuto un'incidente stradale coinvolgendo altre 2 macchine. Mi dispiace Arabella ma i tuoi genitori sono morti sul colpo.

In quel momento mi sarei dovuta sentire triste per la perdita dei miei genitori o quanto meno sconvolta, ma tutto quello che sentì fu sollievo, libertà e speranza. Martha e Kevin per quanto fossero i miei genitori non li consideravo come tali, e come biasimarmi dopo tutto quello che mi avevano fatto passare, per questo non feci scaturire nessuna emozione sul volto rimanendo impassibile per il più tempo possibile. Una curiosità però mi investì i pensieri.

ARABELLA: Martha e Kevin erano gli unici parenti che avevo, adesso come farò non voglio entrare nel sistema affidatario

PRESIDE: la polizia è venuta qui proprio per questo. Ti porteranno in centrale e ti faranno dei test di DNA per controllare se hai parenti ancora in vita o persone più vicino a loro che possano prendere la tua custodia, se non dovessero esserci vedranno cosa fare. Stai tranquilla andrà tutto bene.

Alla fine salutai il preside e andai con i poliziotti che erano venuti a scuola alla centrale di polizia.

PRINCESS MAFIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora