CAPITOLO 20

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POV'S ARABELLA:

I giorni erano passati in fretta, infatti siamo già arrivati alla mattina del fatidico galà.

Mi ero svegliata abbastanza presto per colpa delle mie zie che avevano deciso di voler andare a fare shopping per poter prendere il vestito e tutto il necessario per la serata.

Avevo protestato e non poco poiché non sono una grande amante dei vestiti o dello shopping, ma quando nella discussione è entrata anche nonna ho deciso di gettare la spugna. Cavolo quella donna mi fa paura e non credo di essere l'unica a pensarlo.

Quindi ora eccomi in macchina con le mie zie e la nonna per andare a fare shopping dopo una bella e rigenerante litigata con jack e Riccardo.

Penso che oramai tutti si siano arresi al fatto che non riusciamo a stare insieme senza battibeccare ma infondo questo è il nostro modo per dimostrarci affetto visto i nostri caratteri abbastanza uguali.

ARLENE: allora tesoro sei pronta per questa giornata fra donne? È da troppo tempo che volevo fare una giornata di questo genere con una nipote femmina ormai non ci speravo più

ARABELLA: in realtà zia come vi avevo detto prima non amo fare shopping, anzi prima di venire a vivere con papà non uscivo mai per queste cose, i vestiti che avevo erano usati,regalati o trovati in qualche vicolo visto che per mamma non ero degna di usare i soldi che portavo a casa per me stessa

GLENDA: senti tesoro voglio farti una domanda, se non vuoi rispondere stai tranquilla

ARABELLA: oh em certo fai pure

GLENDA: abbiamo notato che molte volte tu e i tuoi fratelli fate riferimento ad alcune cose brutte successe nel passato, quando spunta fuori quest'argomento diventi rigida o parli in modo insicuro quindi ci chiedevamo cosa fosse successo

Finito il discorso di zia Glenda in macchina calò un silenzio tombale, nessuno proferiva parola per evitare in qualche modo di innescare una mia improvvisa reazione negativa. Questo però non avvenne perché dopo aver riflettuto molto feci un respiro profondo e raccontai quello che mi era successo quando vivevo nella mia vecchia casa.

ARABELLA: come sapete prima di scoprire di avere un padre e venire a vivere qui vivevo con mia madre e il suo compagno in Florida. La mia vita non era tutta rosa e fiori come molti immaginavano anzi era un vero e proprio inferno. All'età di 7 anni mia madre cominciò a picchiarmi perché secondo lei era colpa mia se aveva perso il lavoro, mi privò di qualsiasi cosa telefono, fare amicizia, mangiare in modo regolare infatti mangiavo 1 volta ogni due giorni perché i soldi che guadagnavo da quando iniziai a lavorare all'età di 12 anni non bastavano per fare una spesa completa visto che la maggior parte li utilizzava lei e il suo compagno per comprarsi la droga. I pestaggi erano molto frequenti e avvolte avvenivano senza un motivo solo per puro divertimento, utilizzavano qualsiasi cosa trovassero in giro infatti il giorno prima di sapere della loro morte mi avevano picchiato utilizzando una cintura. Spesso quando il compagno di mamma invitava i suoi amici a casa si divertivano a trattarmi come una sguattera e a v-violentarmi

Riuscì a finire il discorso senza versare lacrime, era la seconda volta in vita mia che mi confidavo con qualcuno e contrariamente da quello che pensavo questo mi fece sentire bene, mi ero tolta un grande macigno dal petto.

Aspettarono qualche secondo per elaborare meglio le cose che avevo appena detto, poi una a una cominciarono a dire la loro.

ALYA: Oh signore mio come può una madre trattare in questo modo sua figlia sangue del suo sangue, io avrei pagato oro per avere almeno una figlia femmina in casa da coccolare e viziare

ARLENE: Mio dio tesoro mi dispiace così tanto, io e le altre zie avevamo un buon rapporto con tua madre e sapere che se ne fosse andata senza esserci accorte che fosse incinta mi fa sentire male

PRINCESS MAFIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora