CAPITOLO 9

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POV'S JAMES:

Dopo aver portato Arabella in infermeria non perdo nemmeno un secondo e mi metto subito al lavoro. Prendo tutta l'attrezzatura che potrebbe servirmi,  metto i guanti e accendo tutte le luci, mando fuori le persone che non servono e do ordini a quelli che invece devono rimanere.

Quando mi avvicino al lettino in cui è stata adagiata Arabella vengo investito dall'ansia e dalla paura, penso che sia una cosa normale infondo non è una cosa piacevole vedere la propria sorella stesa senza sensi. Però metto da parte questi pensieri e cerco di concentrarmi il più possibile su di lei.

Quando levo la maglietta però sono costretto a fare un passo indietro e mettere una mano sulla bocca per evitare di tirare un urlo e di attirare l'attenzione,  non è servito a molto perchè gli altri vedendo la mia reazione si sono avvicinati per vedere cosa fosse successo. Posso notare dai loro sguardi e dagli occhi colmi di lacrime e rabbia che sono sconvolti quanto me.

Il corpo di mia sorella presenta molte contusioni alcune vecchie altre più recenti, cicatrici di varie dimensioni sono presenti sull'intero busto e si espandono anche sotto il bacino quindi presumo che ne abbia anche sulle gambe, le costole sono completamente nere e viola con qualche punto giallo, segno che hanno ricevuto dei colpi molto forti e che riportano dei problemi molto gravi, la spalla anche presenta un colore molto strano infatti andando a testarla sento che l'osso non si trova dove dovrebbe essere. Stavo per dire agli altri di prendere le cose per sistemarle la spalla e le altre parti lesionate ma all'improvviso ricordandomi che in questi giorni avevo notato che faceva delle smorfie quando con la schiena toccava qualche superficie la girai per controllare. A quel punto però non riuscì a trattenere un sussulto nel notare che la parte di dietro era messa se possibile peggio di quella davanti.

Decisi di prendermi qualche secondo prima di mettermi a lavoro e di far riprendere gli altri dallo shock.

JAMES: ok capisco che tutto questo è orribile e doloroso da vedere però adesso dobbiamo essere forti e occuparci di lei. Da quello che posso vedere ha una spalla lussata, delle costole rotte, ferite infettate sulla schiena e sicuramente qualche lesione interna molto grave basandomi sui lividi, quindi andate a prendere quello che vi sto per dire e dite a Mason di sbrigarsi a chiamare quella maledetta ambulanza.

detto questo ognuno fece quello gli avevo ordinato e io cominciai a fare quello che mi era possibile con gli strumenti che avevo a disposizione.

POV'S ACE:

Erano ormai le 3 del mattino e ci trovavamo tutti all'ospedale dopo che l'ambulanza aveva preso con urgenza Arabella, ed erano ormai ore che continuavo a fare avanti e indietro per il corridoio della sala di attesa nervoso per quello che poteva succedere.

Stavo per oltrepassare la porta alla quale mi era vietato l'accesso per sapere come stava andando ma venni preceduto da James che con aria stanca e felice ci disse che ara andato tutto bene nonostante ci fossero state delle complicazioni durante l'intervento e che entro il giorno dopo si sarebbe svegliata, per fortuna aveva parlato con i paramedici e gli aveva spiegato la situazione così li hanno portati nell'ospedale in cui lavora in modo tale da potersi occupare lui di sua sorella.

Solo a quel punto riuscii a rilassarmi del tutto e a buttarmi sulla sedia dietro di me. Avevo provato talmente tante emozioni in queste ultime ore che ero stremato e facevo fatica a capire o fare qualsiasi cosa, ora l'unica cosa che potevamo fare era aspettare. Così senza neanche accorgermene mi addormentai.

il giorno dopo mi svegliai con un mal di schiena terribile per via della posizione assunta durante la notte e con gli occhi stanchi per via del sonno, questo però non mi impedì di andare nella stanza di mia figlia per vedere come stava.

Quando entrai nella stanza i miei occhi si illuminarono per la scena che mi ritrovai davanti, Arabella si trovava sul lettino dell'ospedale, disteso vicino a lei con le braccia intorno alla sua vita si trovava Mettwe, alla fine del letto erano appoggiati Edward e Jack mentre gli altri erano seduti sulle sedie poste in mezzo alla stanza. 

Mi avvicinai piano per evitare di svegliarli e andai vicino a mia figlia per accarezzarle i capelli e darle un bacio sulla fronte. Calde lacrime scesero lungo le miei guance fino a cadere sulle lenzuola del cuscino creando così una piccola chiazza, alzai una mano per asciugarle ma qualcuno mi precedette. 

Spostai lo sguardo dalla mano che si trovava sulla mia guancia fino al volto della mia principessa la quale mi guardava con una sguardo triste e preoccupato, a qual punto non resistetti e l'abbracciai non curandomi di Mettwe che si trovava vicino a lei.

ARABELLA: scusa papà non avevo intenzione di creare tutta questa situazione, mi dispiace tanto è tutta colpa mia, se non volete più stare con me lo capisco non ci sono problemi posso trovare un altro posto in cui stare

ACE: amore mio smettila subito di dire queste cose, tutto quello che hai detto non è vero non è colpa di nessuno neanche di Riccardo devi solo capire che anche lui ha sofferto molto per l'abbandono di sua madre e non sapeva come tutti noi quello che hai passato, e non andrai da nessuna parte tu resterai con noi che ti piaccia o no tu fai parte della famiglia.

A quel punto la stretta di Arabella si fece più forte e oltre a lei si unirono a noi altre braccia, tutti i suoi fratelli si erano svegliati e adesso partecipavano all'abbraccio.

ADRIAN: papà ha ragione non devi pensare per un solo momento che noi non vogliamo stare con te, non puoi immaginare come ci siamo sentiti quando abbiamo scoperto di avere una sorella e che sarebbe venuta a vivere con noi e che finalmente ci sarebbe stata una presenza femminile in casa con noi.

RICCARDO: Ara mi dispiace tanto, non volevo dire quelle cose ero solo accecato dalla rabbia e dalla gelosia, quando la mamma ci ha abbandonati ho sofferto molto e sapere che tu sei stata l'unica a rimanere con lei non sono riuscito ha ragionare in maniera lucida e ho dato di matto, però dopo aver ascoltato quello che ci hai detto e aver pensato a come mi sono comportato con te nonostante non mi avessi fatto niente mi ha fatto rimettere i piedi per terra. Per favore perdonami

ARABELLA: sai nonostante il modo in cui ti sei comportato nei miei confronti mi abbia deluso e offeso molto non riesco ad essere arrabbiata con te, so che quello che mi hai detto era guidato dalla rabbia e che probabilmente se mi fossi trovata nella tua stessa situazione avrei reagito nello stesso modo quindi si ti perdono, però ora vieni qui e abbracciami prima che cambi idea 

Riccardo non se lo fece ripetere due volte e si fiondò ,facendo attenzione, nelle braccia della sorella facendoci illuminare gli occhi di gioia e amore.

PRINCESS MAFIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora