CAPITOLO 23

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POV'S ARABELLA:

Non riesco a capire cosa stia succedendo, so di essere sveglia mentalmente perché riesco a sentire le voci delle persone che parlano nella stanza, ma fisicamente non riesco a fare niente.

Sto provando ad aprire gli occhi ma non ci riesco, per questo mi lascio sfuggire un lamento che sembra abbia attirato l'attenzione di chiunque si trovi qui con me.

JAMES: ei Ara mi senti, lo so che è difficile ma devi cercare di aprire gli occhi, se hai capito stringimi la mano

Riuscì a riconoscere la voce di mio fratello solo dopo pochi secondi dopo che aveva cominciato a parlare, ero totalmente stordita e non capivo bene cosa stesse succedendo ma feci come mi venne chiesto e non appena mi mise la mano tra le sue gliela strinsi.

JAMES: bravissima così ora piano piano comincia a muovere le palpebre e cerca di aprirle

Cercai di fare come aveva detto James ma mi sentivo gli occhi troppo pesanti, cavolo non ci stavo riuscendo

RICCARDO: ei Ara sono Riccardo, forza che ce la fai sei forte e nessuno può abatterti ricordi me lo avevi detto tu

Sentendo quelle parole ci riprovai, ma con più convinzione e utilizzando tutta l'energia che avevo riuscì ad aprire gli occhi, ma dovetti subito richiuderli per via della luce troppo forte

ARABELLA: cazzo gli occhi chiudete la luce per favore

Dissi mentre affondavo la faccia nel collo della persona che si era sdraiata vicino a me, non sapevo chi fosse ma in quel momento non importava se riusciva a non farmi proteggere gli occhi dalla luce.

ACE: scusa tesoro non ci abbiamo pensato se vuoi ora puoi girarti

Nonostante quelle parole rimasi in quella posizione, la persona vicino a me aveva cominciato ad accarezzarmi i capelli e darmi dei dolci bacetti sulla testa. Per questo mi avvicinai più al suo corpo e ignorai completamente la presenza delle altre persone.

EDWARD: vedo che ti sei ripresa benissimo sorellina, che dici ora puoi permetterci di abbracciarti e di evitare di morire ancora di infarto o vuoi stare tutto il giorno sotto le coccole di Jack?

ARABELLA: mm lasciami stare voglio dormire ancora un pochetto

AIDAN: Io direi che hai dormito anche abbastanza, sono 3 giorni che non ti svegli

Sentendo quelle parole saltai su come una molla, che significava che avevo dormito tre giorni e perché non mi trovavo nella mia camera?

Vedendo il mio sguardo confuso Aidan mi guardò preoccupato e lanciò un'occhiata anche agli altri, che stava succedendo

MATTHEO: Ara tesoro ti ricorda cosa è successo?

ARABELLA: noi eravamo andati al galá, abbiamo mangiato, ballato e poi

Perché non ricordavo cosa fosse successo dopo, diavolo stavo andando in panico dovevo uscire da qui.

Feci per alzarmi ma non appena mi misi in piedi dovetti subito mettermi seduta e ritirare l'urlo di dolore che mi stava per uscire

JAMES: NO sta ferma, fai dei respiri profondi insieme a me avanti ti aiuteranno a calmare

seguì il suo consiglio e piano piano ritornai a respirare regolarmente, così mi sdraiai nuovamente sul letto evitando di fare movimenti bruschi con la gamba

ARABELLA: cosa diamine mi è successo perché provo un dolore allucinante alla gamba e allo stomaco

Dissi con le lacrime agli occhi, odiavo piangere davanti agli altri ma il dolore era talmente intenso che non riuscivo a trattenermi.

ALEXANDER: ci hanno attaccato al ballo, ti hanno pugnalato e ti sei ferita con le macerie del palazzo per questo sei bendata. James non puoi dargli niente per alleviare il dolore?

JAMES: gli ho già dato della morfina, dopo sentirò anche Dylan per avere un suo parere sul dargli altri antidolorifici

MATTWE: Ara

Venni attirata da una voce leggera e tremolante che proveniva verso l'entrata, e girandomi incontrai gli occhi di mio fratello Mattwe completamente in lacrime e scosso da singhiozzi.

Nonostante vivessimo insieme ormai da tempo non lo avevo mai visto in queste condizioni. Era il solito ragazzo che voleva apparire duro e senza sentimenti ma all'interno era un vero cucciolone.

ARABELLA: ei no no non piangere forza vieni qui Mat

Dissi facendogli cenno di venire dove si trovava prima Jack, che si era alzato precedente per parlare con papà di qualcosa, e lo accolsi nelle mie braccia facendo attenzione di non farmi male

MATTWE: non sai quanta paura ho avuto Ara tu non puoi neanche immaginarlo, non saprei cosa fare senza di te e per tutto questo tempo mi sono sentito inutile vedendo che non potevo fare niente per aiutarti.

ARABELLA: Shh va tutto bene, ora sto bene vedi ti sto parlando e il mio cuore batte regolarmente come il tuo, non sono morta e dovrai sopportarmi per molto tempo

Mentre lo abbracciavo guardai la stanza, c'erano tutti i miei fratelli e mio padre ma degli altri nessuna traccia

FRANCESCO: So a cosa stai pensando, i nonni e gli zii sono di fuori mentre gli altri li abbiamo mandati a casa per riposare e mangiare

ARABELLA: ok, James tra quanto posso andare a casa non c'è la faccio più a stare qui dentro, voglio la mia camera

JAMES: purtroppo le ferite erano abbastanza gravi e devi rimanere in ospedale per almeno altri 6 giorni, e poi non potrai camminare per 2 settimane

ARABELLA: COSA?

MASSIMO: lo so tesoro però vedilo come un modo per schiavizzare tutti gli altri per te

Disse il nonno entrando in camera accompagnato da mio padre e seguito a ruota dal resto della famiglia

MASON: nonno non gli mettere in testa certe cose che poi lo fa sul serio

Mentre loro parlavano di come organizzare i turni per stare con me, io ripensavo alla notte di qualche giorno fa.

Cominciavo ad avere qualche flash su quella sera, la fiamme, l'uomo che mi ha pugnalato, qualcuno che mi prendeva e portava via. QUALCUNO CHE MI PRENDEVA E PORTAVA VIA!!

ARABELLA: ragazzi chi è stato quella sera a portarmi fuori dalla sala?

Si guardarono attentamente e si lanciarono degli sguardi strani prima che papà mi rispondesse

ACE: è stato Axel

PRINCESS MAFIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora