Capitolo 43

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Grace e Jeremy tornarono a Brisbane un paio di mesi dopo, nonostante fossero andati lì settimane prima per organizzare il loro matrimonio. Grazie all’aiuto di zia Sarah, che ormai viveva stabilmente insieme a Susan in un piccolo appartamento accanto a suo fratello, erano riusciti a convincere il celebrante a fissare al più presto la data delle nozze che si sarebbero svolte nella Chiesa di Saint Alexander. Il ricevimento, invece, si sarebbe svolto al ranch del signor Eight, lì dove, circa un anno prima, le note dell’Hallelujah, suonate da Grace, avevano scosso il cinico dottor Winter entrandogli nell’anima come la dolcezza di quella ragazza che giorno dopo giorno l’aveva travolto con nuove ed inconfondibili emozioni.

Tre giorni prima del matrimonio, Grace volle andare al cimitero per “salutare” sua madre e Jeremy l’accompagnò.

«Vorrei chiederti una cosa» gli disse poi, mordendosi nervosamente le labbra.

Lui la guardò e quasi le lesse negli occhi la richiesta che stava per arrivargli.

«Vorrei “salutare” anche Melanie… se per te non è un problema» azzardò Grace col cuore che le batteva forte.

Senza aggiungere nulla, Jeremy le strinse la mano e la portò con sé in un altro viale adornato di cipressi. Dinanzi alla lapide, dove era posta la foto di una giovane donna sorridente, Grace ebbe un sussulto: quel volto era indubbiamente lo stesso che, nei suoi sogni, guardava il suo bambino. Non aveva mai chiesto a Jeremy di mostrarle una foto di Melanie, inizialmente perché temeva di immaginarli insieme, col tempo invece aveva reso quella negazione come una sorta di rispetto verso il passato di quell’uomo che accanto a lei aveva ricominciato a vivere. Ma era sempre stata sicura che nei suoi sogni quella donna fosse lei.

Alcune lacrime le solcarono le guance, in silenzio ringraziò Melanie che in qualche modo Lassù proteggeva la sua creatura mai nata e le promise di prendersi cura di Jeremy come sicuramente aveva fatto per prima lei.
Lui strinse la mano di Grace sentendosi, però, quasi in imbarazzo davanti alle spoglie di colei che era stata sua moglie. La testa china e gli occhi fissi sul suolo erboso ne erano un segno evidente per chiunque lo conoscesse.

«Non essere turbato, lei voleva che andasse così, che tu fossi di nuovo felice» esclamò una voce alle loro spalle.

Entrambi si voltarono e Kim li accolse con un tenero sorriso. «Se un po’ ti conosco, ti starai sentendo in colpa nei suoi confronti» continuò rivolta a Jeremy per poi spostare lo sguardo sulla foto di sua figlia, «ma non devi. Melanie voleva che tu continuassi a vivere e sperava che trovassi una donna che ti ridonasse il sorriso.»

Quelle parole colpirono soprattutto Grace che non ebbe tempo di far uscire altre lacrime; Kim le strinse le mani tra le sue. «Non ti conosco ma leggo nei tuoi occhi sincerità. Jeremy è come un figlio per me e sono davvero felice di vederlo finalmente sorridere di nuovo. Sono sicura che non ti abbia scelta per accontentarsi o per non sentirsi solo, anzi sono più che certa che sia stata la mano di qualcuno a sospingervi l’una verso l’altro. Melanie non avrebbe permesso che Jeremy cadesse fra le braccia di una donna qualsiasi, per cui se ha scelto te come sua nuova moglie devi essere per forza una donna speciale.»

«Ma come…?» la domanda di Jeremy si smorzò mentre gli salì un groppo in gola.

«Come faccio a sapere che state per sposarvi? Ho visto le pubblicazioni affisse nella chiesa di Saint Alexander» sorrise Kim.

Jeremy avvertì come un peso in meno sul cuore, non avrebbe mai trovato il coraggio di rivelare a quella donna che stava per sposarsi di nuovo.

«E se per voi non è un disturbo, vorrei tanto partecipare alla celebrazione per augurarvi ogni bene e tanta felicità» concluse Kim.

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