Non mi aspettavo un'accoglienza calorosa, ma così mi sembra esagerato

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-Leo, ma che cavolo...?!- Giada si alzò con una certa difficoltà e iniziò a massaggiarsi il collo, e a scaldarsi.

Leo però non la stava ascoltando.

Perché stava già correndo verso il cancello, felice che il suo piano avesse funzionato, e di essere finito esattamente nel luogo che aveva sperato di raggiungere.

Niente strane foreste, questa volta.

Niente trappole.

Nessun rischio di venire ucciso immediatamente da guardie sospettose e sospette.

No, dritto per dritto al castello.

Era esattamente come se lo ricordava... tranne per qualche crepa in più, che però era stata velocemente rattoppata.

Efficienti come Leo se li ricordava.

-Leo, aspetta!- Giada, rendendosi conto a sua volta di dove fossero, e che Leo era già corso verso l'ingresso, provò a fermarlo, anche se era ancora molto più lenta di lui.

Ma, di nuovo, Leo la ignorò, superò il cancello, e si avvicinò al portone principale, dove riconobbe immediatamente la guarda a protezione.

-Lionel! Non sono mai stato così felice di vederti! ...non sono mai stato felice di vederti, e se sette mesi fa mi avessero detto che un giorno sarei stato felice di vederti mi sarei messo a ridere, ma per tutti gli dei quanto sono felice di vederti adesso!- lo salutò, attirando la sua attenzione, e sorprendendolo non poco. Tanto che Lionel ci mise parecchi istanti a riprendersi.

E poi gli puntò la spada al collo.

-Hey! Capisco che la felicità non è reciproca, ma...- Leo iniziò a lamentarsi, ma Lionel lo interruppe.

-Chi sei?! Come hai superato le altre guardie! Sei una spia nemica? Sappi che non avrò alcuna esitazione a tagliarti il collo se mi darai motivo di farlo- lo minacciò, con un tono che Leo conosceva, dato che Lionel l'aveva minacciato più volte, ma che per la prima volta sembrava seriamente intenzionato ad eseguire immediatamente ciò che diceva.

Leo alzò le mani in segno di resa, sorpreso.

-Lionel, sono io! Sono Leo! Leonardo il cuoco! Va bene che sono passati sette mesi e mi sono cresciuti i capelli, ma davvero non mi riconosci?- era piuttosto offeso dal comportamento del suo ex compagno di stanza e bullo. Forse aveva cercato di rimuovere il ricordo, ma da qui a fingere di non conoscerlo anche quando se lo ritrovava davanti, era esagerato.

E poi sapeva che se provava ad ucciderlo non avrebbe funzionato. Voleva davvero togliergli una vita in modo così stupido?

-Chi? Un cuoco uomo? Mai sentita una follia del genere. Inventati una scusa più credibile, spia!- lo accusò Lionel, e non sembrava stare scherzando. Premette di più la spada sul collo di Leo, che sentì un acuto dolore, e si ritirò, portandosi una mano al collo, doveva aveva iniziando ad uscire un rivolo di sangue.

-Ahi! Sul serio, Lionel! Mi vuoi far sprecare una vita in questo...?- iniziò a chiedere, offeso e sconvolto, ma in quel momento arrivò Giada, senza fiato.

-Fermo! Calma! Dei che freddo infernale! Cerchiamo di non far morire nessuno, okay? C'è un malinteso! Non è una spia! Non siamo spie! Siamo del tempio! Jahlee! Papà...- Giada si mise tra lui e Lionel, cercando di calmare gli animi, e chiamò la divinità, che teoricamente sarebbe dovuta apparire una volta convocata.

Ma non comparve nessuno.

-Guardie!- Lionel chiamò con voce tonante all'interno del palazzo.

-Non serve chiamare le guardie! Noi ce ne andiamo subito!- Giada provò a trascinare Leo lontano, iniziando ad indietreggiare, e Leo era decisamente troppo confuso per opporre resistenza.

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