A volte arrendersi può essere la scelta migliore

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Leo camminava avanti e indietro nella piccola cella dai muri di ossidiana dove si era svegliato quando si era ritrovato a Valkrest dopo il rapimento, e onestamente gli mancava la stanza mezza rotta ma estremamente calda che gli avevano predisposto durante la prigionia.

Nei tre giorni passati lì da quando era stato ricatturato aveva cercato qualsiasi modo per uscire, chiedendo anche l'aiuto di Remington, ma il semidio era rimasto completamente zitto e in silenzio, in un angolo, e lo ignorava.

Lui e Leo erano stati messi nella stessa cella. Clay e la madre di Remington erano da un'altra parte, probabilmente tenuti lontani per evitare che Remington e Leo si ribellassero troppo.

Beh, Leo si ribellava.

Si ribellava eccome.

Non si sarebbe arreso, soprattutto se Clay, Remington e la madre erano in pericolo a causa sua.

-Ci dovrà pur essere un modo di uscire da qui! Un passaggio segreto, una giunzione debole... sei il semidio del regno, davvero non conosci un'uscita, Remington?- Leo era sudato e stanco, aveva provato ogni punto, ogni mattonella e ogni leva.

Aveva analizzato ogni centimetro della piccola cella, ma sembrava impossibile uscire da lì.

Remington non gli rispose, rimase in un angolo a dargli le spalle.

-Senti, lo capisco se ce l'hai con me, ma siamo sulla stessa barca in questo momento! Aiutiamoci a vicenda! E poi potrai odiarmi e ignorarmi quanto vorrai- Leo provò a farlo ragionare.

Era nervoso, stressato e spaventato, ma ancora si aggrappava con le unghie e con i denti alla possibilità di risolvere la situazione.

La speranza, dopotutto, era l'ultima a morire.

-Ma alla fine muore pure lei- borbottò Remington, molto tra sé. Se non ci fosse stato il silenzio assoluto, Leo probabilmente non sarebbe riuscito a sentirlo, ma lo sentì, e gli si avvicinò.

-Mi fa piacere sapere che nonostante tutto sono ancora nei tuoi pensieri... allora, mi dai una mano?- insistette, speranzoso, ignorando le parole del commento ma concentrandosi sul fatto che Remington gli aveva risposto. Era già un passo avanti.

...Remington non rispose.

Leo sbuffò.

-Ma si può sapere perché fai il muso?! Vorrai pur aiutare tua madre, no?! Quindi collaboriamo per uscire! Non puoi essere ancora dalla parte di Victor- Leo non riusciva proprio a capire perché Remington si comportasse in quel modo.

Comprendeva che fosse arrabbiato con Leo perché era anche colpa sua se erano finiti entrambi lì con i loro cari, ma Leo non gli aveva chiesto di intervenire, anzi, l'"aiuto" di Remington era stato controproducente, cosa che Leo non gli stava facendo pesare, e comunque, a prescindere, erano entrambi in quella situazione, quindi, logicamente, rabbia o no, rancore o no, collaborare era la strada migliore per scappare da lì!

Possibile che Remington fosse così stupido da non capirlo?!

-...sei tu che non capisci niente- sussurrò Remington a denti stretti, molto rigido nella sua posizione spalle a Leo e verso il muro.

Leo fu colto da un dubbio.

-...stai parlando mentalmente con qualcuno e vuoi un po' di privacy per concentrarti? Perché in tal caso ottimo lavoro, basta dirmelo, e se hai bisogno sto in silenzio. Però dimmelo- suppose, ricordando quando lui e Remington si erano alleati per aiutare Giada e mentre il semidio si coalizzava con la ragazza per uscire Leo distraeva Angela, il capo dei ribelli.

Remington, di nuovo, non rispose.

A Leo venne un colpo di genio.

-Potremmo contattare Giada e chiederle aiuto! È vero che siamo litigati in questo periodo, ma a mali estremi estremi rimedi, anche se potrebbe non aiutarmi, ma almeno potrebbe aiutare te, Clay e tua madre. L'importante è aiutare loro, no?- iniziò a riflettere ad alta voce, andando avanti e indietro nella piccola cella.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 6 days ago ⏰

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