Il giorno successivo, Leo non si svegliò.
No, aspettate, prima di preoccuparvi, semplicemente Leo dormì tutta la mattina e buona parte del pomeriggio, e nessuna delle sue colleghe ebbe il cuore di provare a svegliarlo, perché si vedeva lontano un miglio che avesse bisogno di dormire.
Lontani erano i tempi dove Leo era bullizzato dai compagni di stanza, ora le sue coinquiline erano così gentili da lasciarlo persino dormire più del dovuto.
Solo che quando si svegliò, con una difficoltà immensa perché parte di lui sarebbe rimasta addormentata ancora qualche ora... o qualche giorno, gli prese il panico.
-Che ore sono?!- urlò, provando a sedersi senza successo e provocandosi una fitta in tutto il corpo ancora martoriato dalle ferite.
-Non è affatto importante che ore siano- borbottò una voce ai piedi del letto, e Leo si voltò in quella direzione per trovarsi faccia a faccia con un seccato Gideon, che stava leggendo un libro e sembrava avere una certa difficoltà.
Un momento, sapeva leggere?
Beh, non era importante al momento.
-Gideon, che ore sono?! Perché non mi hai svegliato? Devo andare a lavo...- Leo provò ad alzarsi in piedi, ma si rese conto che non riusciva neanche a mettersi seduto.
E non solo perché il suo corpo sembrava impedirgli di sedersi perché era parecchio intorpidito, ma era anche letteralmente legato al letto.
-Ma che...?- Leo si guardò intorno, e si rese conto che i polsi e le caviglie erano avvolti da delle corde, non abbastanza strette da lasciare segni, ma neanche larghe abbastanza per permettergli di liberarsi.
Era letteralmente in trappola.
E, doveva ammetterlo, gli prese un'ondata di panico!
-Oh dei! Mi hanno beccato?! Mi tortureranno?! Mi hai tradito, Gideon! Va bene, lo capisco! La tua sicurezza è più importante di me! Almeno tu salvati!- come sempre, Leo aveva le priorità da rivedere.
Gideon gli lanciò un'occhiataccia.
-Ehi! Non ti tradirei mai! E non ti hanno beccato. Dotty ha notato che avevi la febbre alta, quindi non ti ha svegliato, Mildred ha deciso di darti il giorno libero, e mi hanno mandato a tenerti compagnia... siccome so che una volta sveglio avresti cercato in tutti i modi di scappare, ti ho legato al letto così non lo farai!- spiegò il ragazzino, soddisfatto e a tratti anche un po' offeso che Leo avesse dubitato di lui.
Leo tirò un sospiro di sollievo.
-Aspetta, febbre alta? Ma io mi sento bene!- provò a controllarsi la temperatura, ma con le mani legate era difficile sentirsi la fronte senza farsi male.
-Il saggio...- Gideon roteò gli occhi a nominare Sage -...ha chiesto di controllarti, e ti ha fatto qualche medicamento di qualche tipo. Probabilmente ha aiutato- il ragazzino alzò le spalle.
-Senz'altro... mi sento in colpa però a restare qui mentre gli altri lavorano- Leo fece il muso, e si guardò intorno in cerca di qualcosa da fare.
-Se ti sacrificavi meno forse non ci sarebbe stato bisogno di legarti- gli fece notare Gideon.
Touché.
Leo se lo meritava.
Sospirò, e decise che poteva permettersi di prendersi un giorno di riposo... forse... sperava.
-Novità a palazzo?- chiese a Gideon, per assicurarsi che fosse tutto tranquillo.
-Hanno dato il via per il taglio degli alberi dopo che il saggio...- Gideon roteò nuovamente gli occhi -...ha detto che era un lavoro divino di qualche tipo e non c'era niente da temere. In giornata dovrebbero portare la prima legna in tutto il regno- iniziò a raccontare Gideon.
STAI LEGGENDO
Rainbow Candies
Fantasy[Seguito di Rainbow Cookies, si consiglia la lettura del libro precedente prima di leggere questo, onde evitare spoilers] Sono passati sette mesi da quando Leo è tornato a casa dopo la sua incredibile avventura nei sette regni, eppure l'aspirante cu...