Ho affinità con un uccello... perché suona male?

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Leo si svegliò con il cinguettare degli uccellini e sentendosi avvolto nel calore, e per un attimo pensò che la prigionia a Valkrest fosse stata tutta un lungo e orribile sogno.

Poi aprì gli occhi, ritrovandosi il soffitto nero e inquietante e la finestra spalancata, con la sedia caduta in un angolo, e si rese conto che l'incubo era ancora realtà.

Sospirò, abbattuto, e si mise a sedere stiracchiandosi e cercando di vedere quantomeno il lato positivo della situazione: non sentiva freddo.

Ed era anche la prima volta che sentiva un uccellino cinguettare.

Sembrava anche piuttosto vicino.

...Leo si rese conto dopo qualche secondo di troppo che un minuscolo uccello cinguettante, che sembrava richiedere aiuto e supporto, gli era appollaiato sulla testa, e Leo per poco non lo aveva fatto cadere nel muoversi.

Lo prese con estrema confusione e attenzione, e fu seriamente convinto di essere impazzito.

Che ci faceva un uccellino sulla sua testa?!

E sembrava nato da poco, a giudicare dall'assenza di piume e da quanto fosse piccolo.

E se lo diceva Leo, alto un metro e uno sputo, che considerava grandi i colibrì, era piccolo per davvero.

-Piccolina, che ci fai qui? Come sei arrivata?- chiese, dolcemente, usando istantaneamente il femminile senza neanche sapere lui perché, ma gli sembrava giusto così.

Sapeva che l'uccellina non gli avrebbe saputo rispondere, ma sperò comunque di calmarla usando un tono confortante.

Non che l'uccello avesse bisogno di essere calmato.

Fissava Leo con occhietti semichiusi ed era piegata verso di lui come se fosse Leo la sua mamma.

Per fortuna non sembrava infreddolita, ed era molto calda, ma Leo si premurò comunque di coprirla al meglio, e si guardò intorno cercando un posto decente dove posarla prima di prendere qualcosa da mangiare.

A Leo piacevano gli animali, in linea generale.

In famiglia non si erano potuti mai permettere di prendere un gatto o un cane a causa della casa piccola e del poco tempo a disposizione per prendersene cura, ma era capitato molte volte che Leo andasse al parco e si ritrovasse a dare da mangiare a cani o gatti randagi, che cercavano di seguirlo a casa.

A volte anche scoiattoli e uccellini gli giravano intorno, ed era sempre molto piacevole essere circondato dalla natura.

Sua sorella lo aveva spesso preso in giro dicendo che Leo era la versione maschile di una principessa Disney.

...Isabella gli mancava tantissimo.

In ogni caso, a Leo piaceva prendersi cura di ogni creatura, quindi anche animali, oltre che uomini.

E gli era già capitato una volta di doversi prendere cura di un uccellino molto piccolo, quindi ricordava come fare.

O almeno lo sperava.

Posizionò con attenzione l'uccellino sul tavolo, in un nido di fortuna fatto con un tovagliolo da cucina pulito, e poi si avviò nella piccola dispensa cercando pane o qualcosa del genere da utilizzare, ma c'erano solo ingredienti grezzi per spingere Leo a cucinare lui stesso, e Leo non poteva cucinare niente senza il fuoco della pietra fenice.

Si avviò nel letto per cercare quella piccola pietra che gli era rimasta, anche per metterla vicino all'uccellino per tenerlo al caldo, ma per quanto cercasse attraverso le coperte e il materasso, la pietra fenice non si trovava da nessuna parte.

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