Daryan era nel suo ufficio, che era ormai diventato anche la sua camera da letto, e luogo dove spendeva quasi interamente le sue giornate, cercando in tutti i modi di organizzare bene le truppe, creare buone strategie di difesa, e dirigere anche affari, commerci e qualsiasi cosa servisse a sfamare il suo popolo.
Non vedeva l'ora che i suoi genitori tornassero. Aveva studiato tutta la vita per prepararsi ad un momento del genere, ma non aveva mai pensato che il peggio potesse davvero accadere, e aveva bisogno del loro supporto, anche se Persian, Chevel, e i suoi consiglieri più fidati facevano del loro meglio per aiutarlo. Ma c'era comunque un limite a quello che loro potevano fare.
Ed erano parecchio impreparati a quella guerra.
Tranne che... non lo erano?
Perché le cose stavano andando meglio di quanto avrebbero dovuto.
E Daryan... era confuso.
Da qualche settimana a questa parte, era più confuso, distratto e assolutamente privo di controllo sulla situazione.
Eppure le cose andavano benissimo.
Si riscontrava un sempre minore numero di sconfitte nelle piccole città, i soldati avevano trovato numerosi fonti di cibo in posti inaspettati, e in generale era come se riuscissero a prevedere le mosse degli avversari nonostante spesso le indicazioni portavano su tutt'altra pista.
Daryan non si era ancora accorto che al fronte arrivavano le lettere sbagliate. Era troppo distratto, confuso e desideroso di non influire negativamente sulla fortuna per indagare meglio sulle informazioni che giungevano al fronte.
C'era qualcosa di strano in tutto ciò.
Ma ciò che più prendeva la mente di Daryan, nelle ultime settimane, era una persona.
Una persona che però non riusciva a restare nella sua mente.
E ogni volta che smetteva di guardarla, ne dimenticava il viso, la voce, e in generale l'aspetto, come se non riuscisse a trattenere il suo ricordo nella sua mente.
Sapeva chi fosse, non dimenticava ciò che faceva, come gli parlava, e la riconosceva immediatamente quando la vedeva. Ma sembrava comunque che la sua mente cercasse in ogni modo di cacciarla via ogni volta che Daryan provava ad infilarla dentro.
E non capiva cosa fosse che lo attirasse tanto a quella cuoca stranissima, divertente, e senza il minimo rispetto per i propri superiori, ma c'era qualcosa in lei che sembrava brillare, e lo mandava completamente in corto circuito.
Perché se da un lato la sua mente cercava in tutti i modi di allontanarla, dall'altro il suo cuore sembrava non riuscire a non andare verso di lei.
Tenerle le mano gli aveva fatto infatti battere il cuore furiosamente.
Quando lei gli aveva stretto il braccio impedendogli di uscire, con la voce rotta dal panico e sparando insulti insieme a preoccupazione, lo stomaco di Daryan si era stretto, e avrebbe voluto solo abbracciarla e rassicurarla che sarebbe andato tutto bene.
E sentire Lionel, Oscar o chiunque altro trattarla con condiscendenza, insultarla o minacciarla, gli aveva fatto salire un istinto protettivo che pensava di avere solo per sua sorella.
E poi, come si era commossa quando Opal gli aveva raccontato della sua palla di vetro con la neve preferita...
Era una persona così strana.
E affascinante.
E sospetta.
E Daryan non riusciva a smettere di pensare a lei.
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Rainbow Candies
Fantasi[Seguito di Rainbow Cookies, si consiglia la lettura del libro precedente prima di leggere questo, onde evitare spoilers] Sono passati sette mesi da quando Leo è tornato a casa dopo la sua incredibile avventura nei sette regni, eppure l'aspirante cu...