Capitolo 18: L'unica soluzione

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Midoriya's POV

Corsi in camera mia ignorando le voci dei due chiamarmi. Ero stanco di dover subire sempre qualcosa dalla mia vita, senza avere una tranquillità duratura, almeno per un tempo sufficiente.

Chiusi la porta alle mie spalle e mi accasciai a terra perché le ginocchia non riuscivano a sorreggermi più. Strinsi le gambe al petto e iniziai a piangere più forte, affondando la faccia sulle ginocchia.

All'improvviso sentii bussare con forza: <<Deku, apri!>> questa frase la sentii innumerevoli volte, perché ogni volta Kacchan non ottenne risposta da me. <<Izuku, apri per favore!>> ed ecco anche Shoto, il quale non ottenne comunque risposta.

<<Nerd, non me ne andrò da qui finché non mi avrai aperto! Che possa essere anche tutta la notte, non mi interessa!>>

<<Allora prenditi un sacco a pelo! Io non uscirò da qui! Vi ho chiesto di lasciarmi da solo, per una volta ascoltatemi!>> urlai da dentro.

Sentii per qualche istante silenzio, ma poi ripresero entrambi a bussare e a chiamarmi. In lontananza sentii quella che mi sembrava la voce di Kirishima rimproverare i due per il gran chiasso che stavano facendo, visto che era notte inoltrata, e nel frattempo sentii anche le imprecazioni del biondo contro il ragazzo dai denti da squalo.

Dopo un po' però, smisero.

Cercai di riprendermi dal pianto e mi alzai da terra. Mi buttai a peso morto sul letto, mettendo il silenzioso al cellulare e ignorando tutti i messaggi da parte di Kacchan e Shoto, cercando di addormentarmi.

Cercai in tutti i modi di chiudere occhio, ma non ci riuscivo. Mille pensieri mi tormentavano: se Shoto non avesse voluto essere più mio amico? Se avessero litigato di brutto? Se Kacchan mi usava solo per scopare? Se non avessi passato più del tempo insieme a loro?

Mi sembrava troppo bello per essere vero: allenarmi per diventare eroe, avere tanti amici, un migliore amico che ti vuole difendere ad ogni costo e che è sempre al tuo fianco... e il ragazzo che ho sempre amato essere il mio fidanzato.

Mi sembrava strano che la vita volesse farmi per una volta un regalo. Infatti mi sembrava tutta un'illusione, una realtà che non esisteva: una realtà che non si addiceva ad uno come me.

Un buono a nulla ero e un buono a nulla dovrò rimanere.

I miei occhi si riempirono nuovamente di lacrime e affondai la faccia sul cuscino

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I miei occhi si riempirono nuovamente di lacrime e affondai la faccia sul cuscino.

La mia mente iniziò a vagare senza controllo, portandomi ad avere dei pensieri che mai avrei immaginato potessi arrivare ad avere: riuscirei a smettere di respirare se non alzassi più la faccia dal cuscino? Potrei mettere fine a tutte le mie sofferenze. Sarei dovuto tornare a casa? Magari non avrei più rivisto nessuno.

Mi sentivo così tormentato dai miei pensieri, addirittura suicidi, dal fatto di sentirmi così solo, di nuovo...

Avevo tanta ansia sull'avvenire, mi si era chiuso lo stomaco e mi scoppiava la testa.

L'innocenza di un bambino: la condanna di un ragazzo | BAKUDEKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora