Capitolo 15: Pugnalata

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Midoriya's POV

Non sapevo cosa pensare e cosa fosse giusto.

Se non ci fosse stato Shoto avrei potuto salvare Kacchan oppure se non ci fosse stato Shoto avremmo fatto una brutta fine entrambi?

Questo non avrei mai potuto saperlo in effetti.

Ormai era andata così.

Da quell'evento ci ritrovammo tutti e tre in infermeria. Shoto non era rimasto ferito, ma aveva subito un leggero shock emotivo, come la scorsa volta che mi feci male. Le mie ferite non erano profonde: sì, avevo due braccia rotte, ma Recovery Girl mi rimise in sesto in un attimo, quindi come risultato ebbi due braccia ingessate e medicazioni qua e là, in particolare all'addome dove il taglio era leggermente più profondo.

Kacchan non si era svegliato. Lui era grave, Recovery Girl aveva cercato di fermare immediatamente l'emorragia, ma aveva comunque perso molto sangue.

Era in coma. Era costantemente sotto controllo, i suoi valori stabili, doveva solo risvegliarsi.

Aveva ferite ovunque e anche leggere ustioni per il suo quirk, ma, a detta dell'infermiera, non gli avrebbero dovuto lasciare cicatrici.

A parte quella emotiva ovviamente.

Lui è forte, questo è il suo modo di essere, non significa però che non soffra o che non gli importi di nulla. Anche lui ha dei sentimenti, magari non li mostra apertamente, ma non per questo può sopportare di tutto e di più.

Gli avevo recuperato il cellulare leggermente graffiato e ora era lì sul suo comodino, in attesa che prima o poi mi inviasse un messaggio o che mi chiamasse per il suo risveglio.

Io rimasi solo quella notte in infermeria, così come Shoto, poi venimmo dimessi.

Il giorno dopo il preside in persona e i professori, compreso Allmight, vennero da noi a riferirci l'esito dell'accaduto: dopo aver analizzato per bene i filmati girati dalle telecamere di sicurezza, decisero che noi tre avevamo agito con i nostri quirk per difenderci e quindi ciò non ci avrebbe portato a nessuna punizione, mentre gli altri 4 li avrebbero espulsi immediatamente. Inoltre, a scuola venne anche la polizia che li arrestò per uso improprio di quirk, tentato omicidio, e altre cose del genere che non ricordavo.

I giorni seguenti li passai tra le lezioni e la compagnia degli altri della classe, i quali erano sempre attorno a me e a Shoto, tra cui soprattutto Uraraka e Iida che non mi lasciavano mai solo.

Erano preoccupatissimi per me: io ero completamente assente, come se non appartenessi a questo mondo e come se non mi importasse più di vivere. La persona che ho sempre voluto accanto a me era in pericolo e a me non importava nient'altro oltre lui.

Mi sentivo vuoto, una persona "morta". Andavo avanti per inerzia, seguivo le lezioni e vivevo passivamente. I professori mi giustificarono per questo, non accanendosi troppo su di me.

Shoto si ammutolì più di quanto non lo facesse già. Non aveva più provato ad avvicinarsi a me, né rivolse la parola a nessuno, nonostante gli altri cercassero di consolarlo. Era rimasto davvero scioccato da tutta questa situazione.

Un giorno permisero a mia madre e alla madre di Kacchan, Mitsuki, di venire a scuola per farci visita. Loro due erano amiche da sempre.

Mia madre corse ad abbracciarmi in lacrime e impaurita, nuovamente, dopo quello che già mi era successo. Iniziò a farmi mille domande e a parlare delle sue preoccupazioni, a cui però non diedi tanto peso.

Mitsuki mi guardò piangendo: era evidentemente distrutta nel vedere nuovamente suo figlio, dopo tanti anni, nelle stesse condizioni di quella volta. Allo stesso tempo era contenta del fatto che i 4 furono arrestati. Era arrabbiata, angosciata, impaurita... esprimeva allo stesso tempo tante emozioni.

L'innocenza di un bambino: la condanna di un ragazzo | BAKUDEKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora