CAPITOLO VENTITRE

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Lettera di Harry a Chelsea.

Chelsea Way,

È bizzarro il fatto che io possa scriverti una cosa del genere, giustificando le colpe che mi accompagneranno fin dentro la tomba.
Ti scrivo su carta perché so che non avremo più modo di parlare e quindi, non avrò modo di dire le cose come realmente stanno.
Ho conosciuto Noah un paio di anni fa a Bath, ero alle terme con il mio ormi ex ragazzo, sì, sono bisessuale e mi innamorai perdutamente di Noah.

Era timido ed aveva paura di approcciare con altre persone, ma grazie a me è rifiorito essendo un fiore appassito, forse anche troppo.
Mi raccontò di lui e del suo passato, e mi raccontò di te e della tua cerchia di amici, ti odiavo Chelsea, vi odiavo per quello che gli avevate causato.
Non ho mentito sul mio nome, ma su chi sono davvero sì: non sono Inglese ma Australiano, non ho ventinove anni ma quasi trentacinque, i miei genitori sono morti a causa di un incendio che io stesso causai in passato, ho già ucciso prima di ora, ero una specie di Sicario nel mio quartiere, un posto malfamato e abbandonato dallo stato... per questo scappai rifugiandomi qui a Londra, ero un ricercato!

Quando Noah mi parlò di te, dei tuoi amici e di quello che gli avevate causato, vidi nero... il mio compito, ormai, era proteggerlo!
Da quell'incidente, ha perso stabilità di entrambe le gambe, lo conobbi quando era sulla sedie a rotelle ma l'ho aiutato, giorno dopo giorno a migliorare... creando però così un mostro!
Ha assorbito tutto ciò che io ero in passato, le capacità e le abilità, era ossessionato da questa malsana idea di vedervi tutti morti, te compresa!

Quando ti ho conosciuta e mi hai portato a casa tua, l'odio che provavo per te era così forte che pensai di farla finita subito, ma sarei andato contro le sue regole, voleva vederti soffrire, cedere fino a perdere la sicurezza che tanto avevi di te stessa.
Ma più passavamo il tempo insieme e più mi allontanavo da lui, avvicinandomi così a te.
A Noah non andava bene questo che iniziò ad essere violento anche con me, aveva del tutto perso il senso della ragione, sporcandomi le mani di sangue, sangue che non avevo versato io.

Non ho mai ucciso una di queste vittime, era il suo piano, io l'ho solo aiutato.
Ebbene sì, il braccio destro sono io, Dwayne sono io... ma mi occupavo solamente di raccattare terze persone per fare il lavoro sporco, hackerare i sistemi di sorveglianza, inserire i lettori nei corpi delle vittime e tagliare loro le orecchie ma non sarò io a raccontare il motivo di queste scelte!
So che non potrai mai perdonarmi per averti ingannata e per essere stato complice della morte di Stephanie.
So anche molto bene che il mio destino è ora segnato e che quando starai leggendo questa lettera, o sarò morto o sarò in prigione.

Ma sono certo di una cosa: il sentimento che ho iniziato a provare per te, era più vero di questa messa in scena, il calore che mi hai dato dal primo momento, tu e tuo padre... a proposito, so che non possano servire a nulla, ma devo delle scuse anche a Nico, per avermi trattato come un figlio ed avermi dato la possibilità di fare un qualcosa, anche se era per finzione!

Non dimenticherò mai i nostri momenti insieme, scusa per tutto!

Harry xoxo

Chris finì di leggere la lettera con me che ascoltavo e camminavo avanti e indietro per il soggiorno, non riuscivo a calmarmi mentre continuavo a mangiucchiare nervosa le unghie.
«Quindi Noah è vivo, lui ed Harry stavano insieme...» disse lui guardandomi. «Non ci sto capendo niente Chelsea, puoi spiegarmi? Di che incidente parla Harry nella lettera? Che cosa è successo a Noah tempo fa?»
Si alzò furioso, notai le sue vene sul collo gonfiarsi e con la mascella serrata si avvicinò a me con passo lento.
«Non dovevi venirlo a sapere così!» esclamai in un singhiozzo, ormai piangendo senza staccare i miei occhi da lui.
«PARLA!» sbraitò con tutta l'aria che aveva in corpo, che d'istinto mi portai le mani sulle orecchie per coprirle.

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