Stretta nel mio cappotto, entrai nell'ospedale di Saint James, chiedendo a degli infermieri di mostrarmi il corpo di Harry, dopo aver mostrato il mio distintivo e aver detto che stavamo lavorando a delle indagini di omicidio, dove lui poteva essere coinvolto.
«Voglio accertarmi dell'identità del ragazzo ed essere sicura che non sia più una preoccupazione per la città!» dissi.
L'infermiera, bassa e con capelli scuri raccolti in una coda, annuii senza fare domande e mi chiese gentilmente di seguirla, prima di avviarci verso gli obitori.Quel corridoio era così freddo e silenzioso che mi fece venire i brividi.
«Era l'assassino?» domandò la donna prendendo un mazzo di chiavi dal suo camice.
«No...» dissi diretta, non volevo che venissero a conoscenza di chi fosse realmente Harry, non volevo gli venisse fatto qualcosa anche da morto. «Solo un ladro di quartiere!»
L'infermiera non fece altre domande, annuii soltanto aprendo una porta alla nostra sinistra.
«Non ci metta molto!»Ella richiuse la porta alle mie spalle una volta che misi piede dentro quella stanza.
Sussultai alla vista del ragazzo, sdraiato su un lettino e con il corpo coperto da un telo bianco.
A stento riuscii a trattenere le lacrime, quando le mie mani toccarono la pelle bianca e ghiacciata di Harry.
«Mi dispiace così tanto...» sussurrai leccando una lacrima. «Giuro che ti ascolterei se solo potessi!»
Afferrai una sedia, posizionandola al suo fianco e mi sedetti, prendendo successivamente la sua mano.
La stringevo con la speranza che potessi risvegliarlo, con chissà quale potere ma il ragazzo non sbatteva ciglio, quasi non volevo crederci fosse morto.Mi guardai intorno, una stanza minuscola e cupa con solo la luce che rifletteva sul cadavere, riempita solo dal suono di alcuni macchinari in funzione.
Non potevo fare altro che stare lì e guardarlo, contemplando tutto ciò di sbagliato che avevo commesso.
Per anni avevo smesso di provare sentimenti per qualcuno, reprimendoli ogni volta che conoscevo qualcuno in Scozia.
Dopo le tante delusioni e il soffrire, mi ero ripromessa di non amare più nessuno.
Ma con Harry era stato diverso, aveva riacceso la fiamma spenta che era in me, portandola ad un enorme e maestoso incendio.Certo, non avrei mai perdonato le sue mosse meschine da ragazzo innamorato, ma non potevo continuare a negare il sentimento che avevo nei suoi confronti.
Innamorarsi di un criminale non era una cosa da tutti giorni, o almeno, non lo era per me, la perbene e adorata Chelsea.
Rimasi in silenzio per mezz'ora, annegando nelle mie stesse lacrime, il dolore per la sua morte era più forte della verità ed era strano... non mi ero mai fatta condizionare così tanto da nessuno!Per quanto potesse sembrare macabra come cosa, mi avvicinai lasciando un veloce bacio a stampo sulle sue labbra, fredde e morbide al solo tocco.
«Ci vediamo all'inferno!» esclamai contro il suo viso per poi uscire da quella stanza lasciandomi, una volta per tutte, Harry alle spalle.
Corsi via da lì in lacrime, quasi mi mancò il respiro notando le pareti dell'ospedale farsi sempre più piccole.
L'odore dei medicinali si impadronì delle mie narici procurandomi nausea e giramenti di testa.Una volta fuori dal palazzo, l'aria fresca fu come uno schiaffo sul viso e, a quel contatto, mi piegai contro un muro poggiandomi contro di esso con una mano.
Vomitai, quasi a voler espellere dal mio corpo tutte le emozioni che si stavano scontrando tra di loro, emozioni che mi stavano portando al crollo.
Mi pulii le labbra con il polso, sputando subito dopo mentre cercavo di ricompormi.
Guardai per un attimo la luna, splendeva in tutta la sua bellezza e notai, dall'orologio, che erano quasi le tre di notte.
Non sapevo dove andare, a casa non ci volevo tornare e quindi decisi di recarmi a Piccadilly Circus. Non distava tanto dall'ospedale, infatti, ci arrivai in meno di venti minuti.La piazza era illuminata solo dagli schermi giganti, che passavano pubblicità cambiando ogni tre secondi. Quasi mi incantai a quelle luci, fermandomi al fianco della grande fontana e respirando l'aria pulita di quella notte.
Poche macchine, poche persone, solo la città.
Ero da sola eppure, in quel momento, sapendo quanto rischiavo non avevo paura.
Oramai, non mi era rimasto più nulla e ben presto, neanche Chris sarebbe stato più al mio fianco.
Pensai e ripensai alle parole che Vicky mi aveva detto, arrivando alla conclusione che con Chris non poteva continuare.
Stavo solo temporeggiando per trovare il modo giusto per dirglielo.
Riassaporare la freschezza di ciò che eravamo un tempo era stato bellissimo, ma in noi non vedevo nient'altro che una cosa finta, forzata.
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Sinfonia
Mystery / ThrillerAccettato il caso di un serial killer che inonda di paura la città Inglese, Chelsea è costretta a ritornare nella sua amata Londra. Corpi seminati in ogni punto della città, sangue sparso, casi irrisolti e indizi mancati scombussoleranno la vita del...