Capitolo 21

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Jacob

Quando una donna, ma in particolare modo la tua, usa le parole "ti devo parlare" niente di buono succederà. Sono passati solo due minuti da quando ho ricevuto il messaggio da parte di Liz, e da due minuti il mio cervello si trova in uno stato di loop continuo, e per quanto cerco di pensare a cosa io abbia potuto fare di sbagliato non riesco a trovare la soluzione, questo sempre se io abbia fatto realmente qualcosa.

<Perché sembri terrorizzato?> domanda Henry mentre mi guarda forse sconvolto del mio comportamento. Se la mia mente si è bloccata per pensare, le mie gambe d'altro canto non hanno cessato di camminare, facendo avanti e indietro per tutta la stanza.

<Cosa hai fatto?> domanda poi in modo serio e per colpa del suo tono di voce quasi accusatorio mi sale ancora di più l'ansia.

<Niente> rispondo velocemente mentre afferro le chiavi della macchina e uscire da quella stanza il prima possibile. Già di mio sono nervoso, se mi metto a sentire pure Henry sicuramente andrò fuori di testa.

Una volta uscito fuori dalla confraternita salgo direttamente in macchina, guidando più veloce possibile verso la casa di Liz, che per mia fortuna non si trova così lontana. Era inutile restare a macerare lì da solo cercando di trovare il motivo di quella frase.

******

<Dove è Liz?> domando velocemente mentre la mia amica Ava apre la porta di casa.

<Ma cosa avete tutti oggi? Non sapete più salutare?>

<Non ora Ava. Suppongo che sia nella sua stanza> mormoro poi a bassa voce tra me e me, iniziando a salire gli scalini due alla volta finché non arrivo al piano di sopra.

<Liz> la chiamo dolcemente mentre bussò nella porta della sua stanza e senza aspettare una reale risposta abbasso la maniglia, aprendo in seguito la porta.

<Cosa è successo?> domando preoccupato mentre mi precipito da lei appena la vedo seduta per terra davanti al letto.

<Io, io, non posso. Non posso farlo> sussurra balbettando mentre scuota la testa in continuazione.

<Cosa non puoi fare Liz?> chiedo a bassa voce sedendomi accanto a lei. Con tutto che ha lo sguardo basso noto la tristezza sul suo viso e questo mi preoccupa. È successo poche volte di vederla in questo stato e se potessi mi prenderei il suo malessere solo per vedere sul mio viso quel sorriso, quei occhi luminosi che tanto mi fanno impazzire.

<Non posso lasciarti> sussurra nuovamente ma questa volta nel sentire queste parole mi acciglio all'istante.

<Perché dovresti lasciarmi?> chiedo balbettando mentre le alzo il mento con le dita ma lei si ostina a tenere lo sguardo basso.

<È complicato> continua a sussurra piano come se avesse paura di tirare fuori le parole.

<Non mi ami più?> chiedo timoroso ma balbettando al tempo stesso.

<Ma che vai a pensare, idiota> dice poi in modo duro e prendendomi alla sprovvista mi tira un lungo all'altezza dello stomaco.

<Ma che problemi hai?> sbotto addolorato.

<Come puoi pensare una cosa del genere idiota> il tono della sua voce si alza nel preciso momento in cui lei si mette all'impiedi, rivolgendomi uno sguardo infuocato. Ecco la mia ragazza, penso mentalmente mentre stupidamente è involontariamente mi sfugge un sorriso. È così bella.

<Perché sorridi?> chiede inarcando le sopracciglia.

<Ho solo pensato quanto fosse bella la mia ragazza>

<Tu hai una ragazza?> domanda incredula, quasi strabuzzando gli occhi ma quando dopo qualche secondo i suoi occhi ritornano al loro posto il suo sguardo si addolcisce anche se cerca di non farlo a vedere. È vero, prima di lei non ho mai avuto una relazione, così come non ho mai definito nessuna la mia ragazza ma lei, questo ragazza che continua a guardarmi con gli occhi innamorati mentre le sue labbra pian piano si coloriscono, lei è la mia ragazza, lei è tutto per me.

<Lo sai per quale motivo ti avevo detto che non potevamo avere una relazione agli occhi degli altri, questo però non vuol dire che non possiamo avere una relazione Liz, non vuol dire che tu non sia la mia ragazza> ammetto in modo sincero ma soprattutto sicuro delle mie parole.

<Da quando noi due abbiamo una relazione?> chiede in modo curioso mentre le sue labbra si curvano all'insù.

<Da quando ti baciai la prima volta fuori da quel locale ma penso che il mio cuore ti voleva già da molto prima> rispondo sincero mentre le accarezzo la guancia.

<Cosa ti preoccupa Liz?> domando timoroso. I suoi occhi brillano per la mia confessione ma andando oltre noto la preoccupazione che non è stata in grado di abbandonarla. Così, dopo aver sospirato inizia a raccontarmi, anche se timoroso quello che la preoccupa, quello che ho sempre pensato che fosse accaduto ma di cui non ho mai potuto averne conferma. La sua voce esce debole, fioca, mentre con le lacrime agli occhi mi confessa la sua più grande preoccupazione.

<Pensavi che se ci fossimo lasciati avresti risolto il problema?> domando piano. Capisco ma non accetto la sua preoccupazione. Liz, lei non si preoccupava per se stessa, per il fatto che Tracy potrebbe farle del male. La sua preoccupazione era rivolta a me, e a quello che potrebbe accadermi.

<Ho solo pensato al tuo bene Jacob. Al tuo e anche a quello di Nikki. Non voglio che Tracy vi faccia del male. Se solo lei scoprissi che tu sai la verità lei, no, no, non ci voglio neanche pensare. Lei non dovrà ferirti>

<Nessuno mi farà niente Liz, così come nessuno farà del male a te e tantomeno a Nikki. La polizia terrà sotto controllo Tracy, ma io, io in prima persona di difenderò amore mio> ammetto sincero e quando per la prima volta dalla mia bocca escono aurate parole mi meraviglio da solo ma al contempo suona così bene soprattutto se sono rivolete a lei, alla ragazza che è stata in grado di farmi innamorare.

<Promettimi che non farai cose sciocche che potrebbero causarti problemi. Ti prego Jacob. Non lo sopporterei> sussurro piano mentre si stringe al mio petto.

<Andrà tutto bene Liz, te lo prometto> sussurro a mia volta e con tutto che vorrei mantenere il timbro della vocale fermo, esso vacilla, anche se di poco. Così come lei era pronta a fare una sciocchezza per cercare di proteggermi, io farei altrettanto per lei è con tutto che ho fatto una promessa non so quanto potrò mantenerla. Chi sono penserà di farle del male dovrà vedersela con me.

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