~ Zero ~
Quella mattina Asgard sembrava essere meno luminosa del solito e le voci all'interno del palazzo si erano lentamente ammutolite, una per una.
Ognuno si era chiuso nel suo piccolo mondo, nel suo posto sicuro e all'interno di quelle quattro mura sentiva le urla rimbombare nel vuoto della propria interiorità in un'ineluttabile e dilaniante dolore.
Soffocante silenzio.
Labbra serrate.
Anche negli occhi si era ormai annidato il freddo dell'inverno e il sopraggiungere della primavera, di quel tiepido calore che avrebbe potuto sciogliere il ghiaccio cristallizzato nel loro cuore, sembrava essere lontano.E, in quella gigantesca nube oscura, il cuore di Lydia era ben lungi dal poter assaporare un minimo di calore. Ferma come un vegetale, se ne stava sotto le coperte del letto della sua camera con gli occhi fissi sulla parete senza emettere un suono mentre, al di là della porta, Frigga e Odino battibeccavano, sussurrando nel tentativo di non farsi sentire.
Ma Lydia era troppo spenta per fare attenzione a ciò che stava accadendo attorno a lei e Frigga era troppo nervosa per prestare realmente attenzione a non alzare troppo il tono di voce."Come sta?"
Chiese Odino dopo aver contemplato a lungo l'agitazione della moglie, a tanto così dal mandarlo a quel paese.
"Ah! Ma che razza di domanda! Secondo te come può mai stare?"
Le rispose lei agitando la mano a mezz'aria mentre il nervosismo che si formò nel suo stomaco iniziò a divorarla sempre di più. Come poteva suo marito mantenere la calma in una situazione simile? Eppure più lo guardava in viso più non riusciva a scorgere alcun segno di esitazione o tremore nella voce. Qualcosa che riuscisse a mostrare un briciolo di umanità o di disorientamento. E per questo lo guardava corrucciata, con mille rughe sulla fronte, senza abbandonarsi alla convinzione di conoscerlo abbastanza da dire che quell'apparente distacco non era altro che una maschera per nascondere anche il suo sgomento.
Sarebbe potuto essere vero, ma ormai non era più sicura di nulla.Frigga si strinse nelle spalle e fissò la porta con aria afflitta, quasi nella speranza che quel pezzo di legno potesse dirle che cosa fare mettendosi a parlarle. Ma tutto ciò che riusciva a vedere al di là di quelle pareti era Lydia.
Lydia in lacrime.
Lydia sotto le coperte.
Lydia che sfregava la mano contro il proprio inguine come se stesse cercando di ripulirsi dalla sporcizia.
E tutto ciò che le veniva voglia di fare era urlare dalla rabbia e lasciarsi andare ad un pianto disperato.Lei era stata la prima a trovarla e a capire che cosa fosse successo. Aveva udito quell'urlo disperato, quel suo richiamo di aiuto ed era accorsa immediatamente.
Quando Frigga raggiunse la locanda, il luogo manteneva un cupo silenzio rotto da profondi singhiozzi. Lydia era per terra, accasciata contro un angolo e raggomitolata come un piccolo riccio. Non c'era nessun altro insieme a lei, nessuno che Frigga avesse incontrato lungo la strada e che fosse fuggito come un vigliacco. Era sola con Lydia che non smetteva di piangere.
Gli occhi le erano diventati vitrei e rossi."Tesoro! Tesoro cosa è successo?!"
Le aveva chiesto nel panico accovacciandosi vicino a lei ma, non appena Lydia aveva avvertito la sua presenza così vicina si ritrasse, iniziando a compiere quel gesto così maniacale verso il proprio inguine.
Il centro della gonna, all'altezza della sua intimità era macchiato da piccole gocce di sangue.In quel momento le labbra di Frigga si erano serrate e la sua mente aveva iniziato a pensare a qualsiasi giustificazione plausibile che escludesse ciò che le era venuto in mente e che la spaventata terribilmente.
Le aveva messo una mano sul braccio con fare materno.
La pelle bianca di Lydia divenne ruvida e le sue labbra non accennavano a pronunciare una parola.
Erano serrate e arricciate per il pianto disperato che non accennava ad arrestarsi e Frigga aveva deciso di fare l'unica cosa che poteva: la abbracciò poggiando la fronte sulla sua.
STAI LEGGENDO
Beauty and the Beast || Loki Laufeyson
FanficI giganti di ghiaccio hanno anche un cuore di ghiaccio, un cuore che non ha mai conosciuto affetto in vita propria... e non si poteva negare che Loki fosse uno di loro. Uno di quegli esseri spregevoli con l'anima dannata, che non avevano idea di che...