Epilogo

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Tiepidi raggi di sole, infastidirono il pallido volto di un uomo dai capelli corvini, che dopo svariati minuti decise di alzarsi, pigramente. Si avvicinò per chiudere le tende della piccola finestra accanto al letto e impedirgli di causargli altro fastidio. Ignorò le coperte arrotolate, in procinto di cadere dal letto, con un movimento simile allo sciogliersi della cera delle candele. Si inebriò dell'odore avvolgente del caffè che proveniva dalla stanza accanto e si lasciò scappare un sorriso. Pigramente raggiunse il soggiorno e osservò il suo amato intento a spalmare della crema alla nocciola sul pane appena  tostato. I suoi capelli erano tirati indietro ma alcuni ciuffi gli solleticavano il viso snello e delineato. Indossava una maglietta fin troppo larga per il suo fisico asciutto, si rese conto che era una delle sue , ridacchiò ingenuamente e si avvicinò alla penisola che divideva il salotto dalla cucina, furtivamente lo abbracciò da dietro stringendolo forte. Remus era decisamente più alto di lui ma riuscì a posare la testa sulla sua spalla e a solleticare il magro collo con la sua barba scura. Di sua risposta il ragazzo dalle cicatrici iniziò a ridere e smuoversi leggermente.

" Buongiorno anche a te"

"Buongiorno Lupetto"

Notò la precisione nel versare il caffè, ancora gorgogliante, nelle piccole tazze  perlate . Quelle dita sinuose, attraversate  da quelle bianche cicatrici che amava, gli accarezzava le braccia scoperte, attraversate da tatuaggi.

" Su, che faremo tardi"

A mala voglia si staccò dalla sua schiena e si sedette sul piano della cucina, soffiando sul fumante caffè. Remus restò a fissare il petto, scoperto, del ragazzo, pieno di tatuaggi, uno interamente dedicato a lui, una luna piena ma colorata a metà, ancora era una cosa nuova per lui. Si osservarono, per tutta la colazione, facendosi "affettuosi dispetti ". Erano passati anni da quando si erano messi insieme, ed era come se fossero eterni ragazzi che dell'amore sapevano solo il dolciastro sapore.  Ora erano lì in quella casa , piccola ma calda , avevano trovato la loro tana su al quarto piano di un palazzo comune di Londra. Il quarto piano, ricavato da una mansarda, al numero 26 di Notting Hill, a Ovest di Londra.

Il portone si aprì con un fastidioso cigolare, una lieve brezza autunnale sferzò sui marciapiedi alzando le secche foglie. Un paio di vans nere e di anfibi lucidi  del medesimo colore, fecero capolino dalla soglia. 

"Copriti bene" lo rimproverò severo il più alto dei due, sistemandogli la pesante giacca di pelle.

Ebbe, così, una risata come risposta e lentamente scesero i gradini che affacciavano sulla strada, presto neanche i loro passi e sghignazzi erano inudibili, volati tra il vento. Londra era il  loro caotico sfondo, mille volti, mille storie, mille voci. Il lupastro reggeva la borsa a tracolla mentre guardava avanti a se, sembrava esser tornato tra i corridoi infiniti di Hogwarts. Il nobile fumava liberamente con le mani nella giacca di pelle, la testa pesante e gli occhi alle nuvole.

 Si separarono in un vicolo e si baciarono teneramente.

" E' brutto lasciarti andare così ogni giorno "

Il corvino non gli si staccava di dosso, il viso sepolto nel maglione  arancione del suo amante.

"  lo so...sapessi...per me... "

Lo sfregiato giocava con i suoi capelli, pensieroso.

" sta attento "

Si guardarono per infiniti secondi, mentre la vita gli rimbombava alle spalle, il vento gli spingeva via ma tra lo spazio dei loro occhi c'era un universo troppo vasto da poterlo dissolvere.

" Tornerò da te, mettiti il tuo vestito migliore e  guarderemo le stelle " 

Lo vide sparire dentro un muro, i suoi capelli scuri assorbiti in un muro bianco, troppo immacolato, il cuore gli martellava nel petto, aveva paura come sempre, paura che qualcuno potesse far cadere il cielo.

Girò per  la caotica città, orbitando attorno ad una stella scomparsa, non avrebbe osservato più il cielo per paura di incappare in lui ancora una volta.

Il tempo corse veloce, la loro tana d'amore era l'unico luogo in cui i rumori della guerra sembravano non arrivare mai, c'era solo il vibrante suono delle cicatrici, una voce calda e una chitarra scordata, lo schiocco di baci e di risate troppo mature per i ragazzi che se le lasciavano scappare. Si aspettavano ogni notte, mentre l'altro cercava di strappare la luce dal buio, mentre tutto perdeva il suo significato, ma...

 il cuore no...il cuore non dimentica.

 Non c'era cielo che gli consolasse più, era troppo pesante da sorreggere, una stella tremava , la luna spariva e tornava macchiata dal pianto, una ballata crudele da danzare in solitudine.  

Neanche le sbarre riuscivano a impedire alla luce della luna di brillare , la luna piena spaventava i bambini, spaventava gli amanti, ma a quel principe senza corona no, sapeva che un cavaliere si stava battendo per vincere , e come stelle cadenti lasciava che le lacrime attraversassero la sua pelle scavata .  Un poeta privato della sua corona d'alloro cercava di dare un significato al movimento del cuore, mentre curava un fulmine che si era bloccato tra il cielo.

Eppure sembrava si fossero rincorsi per tutta la vita, la polvere nascondeva i segni del passato ma una folata di vento poteva ridargli la vita. Il tempo troppo veloce aveva reso quegli occhi grigi più tristi, i fili d'oro  ora erano argento , sopra un prato di foglie rosse si stringevano come per non lasciarsi mai, come se stessero per annegare, ed a un tratto erano ragazzini, l'amore era l'autunno, l'amore erano quelle mani snelle che accarezzavano le corde di una chitarra, l'amore erano loro..

Non gli restò che stringersi in un abbraccio, quell'abbraccio che gli  avrebbe fatti  sentire a casa. La paura che il cielo cadesse non c'era più, la luna non è nulla senza le sue stelle e le stelle nulla  senza lei. Si incamminarono verso un sentiero in cui le foglie sostituirono la pioggia e loro stessi erano i loro mostri, che intonavano una melodia lontana in cui vi era una richiesta... 

un bacio tanto atteso...

Under your scars

I could live inside you time after time

If you'd only let me live inside of mine

Live inside of mine...



                                                                                                                                                                                         Fine ...

\\\\ANGOLO AUTRICE \\\\

Ho scritto questo capitolo con il cuore triste di dover salutare queste due stelle , l'ho scritto senza darmi uno stile , ho buttato giù pensieri e riflessioni, come se fossi nelle loro teste. 

Grazie a voi per aver letto ogni capitolo, ogni parola, per le stelle e l'affetto verso questi creaturi. Non so se sono riuscita nel mio intento, ossia di lasciarvi un insegnamento, io spero di si , speriamo di si... 

Spero che vi piaccia , se volete segnatemi la vostra citazione preferita di tutto il racconto. Ricordate che ci sarà sempre una strada diversa , c'è sempre una fuga.

Grazie mille, un saluto Ury e i bimbi wolfstar !


UNDER YOUR SCARS ( wolfstar)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora