Capitolo 11

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La bontà è mangime
per gli avvoltoi.

Stavamo mangiando la pasta che avevamo preparato io e Sharon, insieme a sua madre che ci aveva dato una mano visto che era molto più esperta di noi.

"Dove andate stasera?" Ci chiese ad un certo punto la signora Hill, dopo minuti di silenzio.

Io iniziai a giocare con la forchetta, producendo ogni tanto un rumore stridulo per colpa dello strisciare sul piatto, tenevo lo sguardo basso, consapevole che lo sguardo della signora era rivolto verso sua figlia aspettando una risposta.

"A casa di Jughead" Rispose sul vago, non entrando nel dettaglio evitando di tirarsi la zappa sui piedi.

"Ok, state attente" Ci raccomandò alzandosi con il piatto in mano, posandolo poi nel lavandino.

"Ci vediamo domani mattina, io ora ho un'uscita, divertitevi" Era voltata di spalle, si stava dirigendo verso l'attaccapanni dove si trovava appeso il suo cappotto beige, lo prese e uscì, non prima di dedicarci un sorriso dolce.

Io finii il mio pasto dopo 5 minuti, mentre Sharon aveva già terminato e si era seduta accanto a me.

"A che ora dobbiamo essere da Jughead?" Chiesi alzandomi.

"Per le 10, quindi abbiamo ancora un'ora di tempo per prepararci e parlare dei nuovi gossip che sono successi a scuola" Stava già salendo al piano superiore, io la seguii correndo, le scale di legno non erano molte da percorrere, al massimo una decina, il ché mi fece arrivare al corridoio molto velocemente.

Entrai in camera di Sharon e non mi sbalordii a ritrovarla in soqquadro per colpa delle pile di vestiti che stava tirando fuori insieme a spazzole, profumi e trucchi.

Ero stata a casa sua già un paio di volte, e la sua camera la ritrovavo sempre in una situazione critica, oppure lei stava provando a riordinare, io e Sharon eravamo completamente diverse, io la ragazza introversa e lei estroversa, all'apparenza io potevo sembrare come un venticello leggero e lei un uragano, come si suol dire però, gli opposti si attraggono, ma non gli obiettivi.

Infatti era così, entrambe avevamo degli obiettivi specifici, e uno di questi era un futuro prospero, da esserne fiere.

"Cosa mi potrei mettere? Un vestito attillato oppure no?" Mi chiese prendendone due, uno rosa e uno blu.

"Il rosa ti dona molto, quindi opterei per quello" Dissi indicandolo.

"Tu cos'hai portato?" Portò lo sguardo verso lo zaino che avevo posato sul suo letto poco fa.

"Nulla di che, una gonna di pelle con un top rosso" Alzai le spalle, con fare disinteressato.

Non mi importava molto del mio aspetto, tanto meno di trovarmi un ragazzo, oppure trovarne uno per una sveltina.

Lei corse in bagno e si andò a cambiare, la fortuna quella sera era dalla mia parte, avevo già i capelli apposto, e sarebbe andato tutto per il meglio.

Skip time

Stavamo camminando verso la villa di Jughead, che si imponeva davanti a noi, era grandissima, bianca, con arredamenti moderni, sia interni che esterni.

Esitai un istante prima di suonare il campanello, mi voltai più volte sentendomi osservata, probabilmente era solo una sensazione per l'ansia.

"Tutto bene?" Mi chiese Sharon notando il mio tentennamento.

"Sì" Mi decisi a suonare quel benedetto campanello, ci aprì un ragazzo dal volto sconosciuto, era biondo con occhi color cioccolato fondente, abbronzato, come se avesse passato metà della sua vita al mare, sorrideva, mostrando i suoi denti bianchi allineati perfettamente, vestiva una felpa bianca e un jeans nero.

Candido come il biancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora