Capitolo 20

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Eppure cerco ancora
i tuoi occhi tra la
folla.


Salutai i miei amici per poi dirigermi verso l'aula del corso di arte.

Situava al secondo piano, e all'inizio mi stavo per perdere, nella mia scuola è facile perdersi, a differenza di quella nel Canada, che sembrava un bugigattolo, una piccola scatola di cartone, che si distrugge calpestandola.

Appena entrai nella classe giusta, sentii un forte odore di pittura e un grande chiacchiericcio, che non si fermò nemmeno quando entrai.

Mi accolse Jughead con un grande abbraccio, mi strinse con forza, il ché mi dà molta sicurezza, e tutte le mie preoccupazioni si dissolsero con un piccolo gesto.

"Vieni, ho già preparato tutto, disegneremo insieme" Mi prese per mano dirigendomi verso un cavalletto che sosteneva una grande tela bianca.

"Jughead guarda che io non so disegnare, sprecheresti solo una tela" Cerco di palesare le mie scarse doti artistiche.

"Stai tranquilla, oggi faremo l'arte astratta, basta che ti lasci trasportare dai tuoi sentimenti" Dice con fare poetico, e con gesti teatrali.

Io gli scoppio a ridere, non riuscivo a trattenermi, venni seguita da Jughead, ero felice, e solo in quel momento realizzai quanto mi fosse mancato.

"Va bene, ci proverò" Mi alzo le maniche fino ai gomiti, segno che mi sarei data da fare.

Osservai i movimenti di Jughead, stava muovendo il pennello con maestria, stava creando delle strisce rosse, un rosso molto accesso vivo, pieno di passione.

"Jughead potrei dipingere sulla tela da sola?" Chiedo sperando ad un sì.

"Certo, però ti metti vicino a me" Lascia i pennelli su un piattino per poi prendere una piccola tela, non era immensa, ma mi sarebbe bastato per realizzare quello che volevo

Presi un pennello e lo intinsi di nero

I colori principali di questo quadro sarebbero stati il rosso, il nero e il bianco.

Il nero sarebbe stato l'oscurità, il mondo attorno a me, io sarei stata il rosso, avrei realizzato una persona tutta rossa, con al centro, al posto del cuore ci sarebbe stato una macchia bianca, Math era il bianco, così puro e candido, era la mia ancora di salvezza, io invece ero il rosso, l'audacia, lo macchiavo, come una rosa bianca macchiata, marchiata, dal sangue, eravamo così, io però sapevo sin da subito che se avessi intrapreso questo percorso con Math avremmo sofferto, e avrei vinto io, avrei vinto io questa battaglia che non volevo nemmeno prenderne atto, sapevo che sarebbe tornato, sapevo che mi avrebbe portata via, per distruggermi, per non farmi più rialzare, ma avrei vinto soltanto io, perché non avrei più sentimenti, non avrei più nulla dentro di me, ora ho solo Math, ma nulla è per sempre.

"Ruby?" Mi chiamò Jughead, aveva notato che stavo continuando a fissare la tela, ormai imbrattata dal colore.

"Sì?" Mi ripresi dal mio trance, e mi limitai a dire solo monosillabi.

"È stupendo" Dice riferendosi al quadro.

"È solo uno scarabocchio, vediamo il tuo" Cercai di cambiare discorso, portando lo sguardo sulla sua tela.

"È per un concorso, ti piace?" Mi chiede speranzoso.

Era a dir poco stupendo, si poteva vedere una mano, disegnata in modo astratto, che sorreggeva un cuore, pieno di sangue, che gocciolava d'appartettuto, lo sfondo dietro era giallo, come se fosse un muro non definito.

"È bellissimo" Dissi incantata, ma mi risvegliai in fretta appena sentii la mia guancia a contatto con una sostanza fredda, mi voltai di scatto e vidi Jughead con il pennello in mano, aveva uno sguardo innocente, ma sapevo benissimo che mi aveva dipinto la guancia, ricambiai il gesto, e iniziò così una lotta di pittura, attirando l'attenzione di tutti i presenti nell'aula, ci fermammo solo quando notai in che condizioni ci trovavamo: avevamo la faccia piena di colore.

Ridemmo entrambi e anche gli altri, continuammo per vari minuti, e quando ci riprendemmo mi accorsi che ore fossero, si era fatta sera, e dovevo tornare a casa il più presto possibile per poi fare la spesa.

"Jughead io devo andare, lascio la tavola qua, mi fai un favore però?" Gli chiedo sapendo già la risposta.

"Certo dimmi" Sempre disponibile, io ho sempre adorato questo ragazzo.

"Potresti dare la tela a Math?" Era una domanda insolita, o forse no visto che stavamo insieme, ma all'idea non mi ero ancora abituata.

Lui annuì, e io corsi verso l'uscita della scuola salutando tutti i presenti nell'aula, volevo farmi una doccia prima di andare al supermercato.

Fui costretta ad andare a piedi visto che il mattino ero arrivata in moto insieme a Math, e per fare prima corsi il più veloce possibile.

Aprii di getto la porta, silenzio.

Era vuota, andai verso la cucina, dove trovai un biglietto attaccato al frigo.

Sono dovuto uscire per un turno extra di lavoro, il frigo è vuoto, se vuoi puoi ordinare qualcosa.

Il tuo principino.

Sorrisi, si era ricordato del soprannome che gli avevo dato solamente a lui, buttai l'occhio sull'orologio che segnava le sette, potevo farmi una doccia veloce per poi andare al supermercato, non mi andava di ordinare qualcosa, avevo voglia di cucinare.

Presi i primi vestiti che mi capitarono davanti i miei occhi, portando il tutto in bagno.

Aprii il getto d'acqua, che iniziò a bagnarmi, era calda, mi cullai, sperando di restare per tutta la vita lì, ma fui costretta a uscire appena tolsi tutta la vernice, avevo provato a non bagnarmi troppo i capelli, non avevo tempo per asciugarli, e notai che si erano bagnate solo le punte.

Mi misi la mia biancheria, mi spazzolati i capelli e mi misi una grande felpa e una tuta, non avevo una gran voglia di vestirmi bene, per fare solo una stupida spesa, mi misi anche un cappello nero con la visiera, e mi coprii con un giubbotto che mi arrivava poco sopra il sedere.

Mi allacciai i miei scarponcini neri, presi le chiavi e uscii di nuovo.

Skip time

Avevo appena finito di cenare, avevo poi optato per una veloce insalata con un hamburger, nel frattempo guardavo dei lavoretti che potevo fare, non sarei rimasta con le mani in mano fino alla fine della scuola, un tempo avevo già lavorato, era stato breve, massimo per un mese, ma avevo messo da parte abbastanza soldi, non avevo trovato nulla da fare adatto a me, così decisi di chiedere a mia madre se quell'offerta fosse ancora valida, qualche mese fa mi aveva chiesto se volessi lavorare con lei, mia madre era una grande impenditrice, e voleva farmi entrare nella sua vita lavorativa, finalmente mi aveva convinto, avrei fatto quel lavoro, ma forse lei non avrebbe accettato più, convinta che oramai con tutte le borse di studio che ho ricevuto e i lavoretti che avevo fatto fossi riuscita a mettermi da parte molti soldi.

Sentii la porta aprirsi e appena vidi in che condizioni si presentava Math mi si gelò il sangue.

-angolo autrice-
Salvee
Ho trovato delle difficoltà per scrivere questo capitolo, ma finalmente si muoverà ancora la situazione, dal prossimo capitolo in poi ci saranno alti e bassi, e non dimenticatevi il pensiero che ha fatto Ruby mentre faceva il dipinto dedicato a Math
State attenti ai dettagli
Ci vediamo

Ire💗

Candido come il biancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora