Capitolo 21

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Siamo due fiori
cresciuti male
sul ciglio della
tangenziale.

Math era davanti a me, aveva uno sguardo vuoto e un livido sullo zigomo, avevo paura di scoprire cosa fosse successo in quelle ore in mia assenza, ma allo stesso lo volevo sapere, volevo sapere chi era stata la persona che gli aveva causato del dolore.

"Chi è stato?" Non mi interessa cosa aveva fatto, perché lo sapevo già, si poteva ben capire.

"Non sono affari tuoi" Mi rispose secco, questo tono toccava altamente il mio sistema nervoso.

"Non me ne fotte, tu ora mi dici chi è stato, se no te lo faccio dire con la forza" Lo minaccio, poteva sembrare ridicola, ma lui non sapeva niente sulla mia famiglia, e ora che era fidanzato con me ne faceva parte anche lui.

'Regola numero uno: se uno della famiglia verrà ferito tutti lo difenderanno'

"Una rissa nulla di che" Dice non rispondendo alla mia domanda.

"Non ti ho chiesto cos'è successo, ma chi è stato" Mi alzo di scatto, avvicinandomi sempre di più verso il ragazzo.

"Un ragazzo a cui mi sono rifiutato di dargli il quinto bicchiere contente della vodka, non so nemmeno il nome" Si ostina a mentirmi.

"Oh no, tu sai benissimo il nome di questo ragazzo, ed è proprio Harry Ward" Gli sussurro all'orecchio destro, facendomi sentire bene. Quella sensazione di potenza e adrenalina mi fece girare lo stomaco.

"Sì ok è stato lui, e con questo?" Mi chiese alzando un sopracciglio.

Gli lascio un bacio sul collo per poi allontanarmi, prendendo il mio telefono, dopo mesi l'avrei richiamato, non potevo credere a me stessa, però dovevo risolvere tutta questa faccenda, e avevo bisogno del mio caro fratellino Liam.

Nessuno sapeva della sua esistenza, se non mio padre, che anche se lo odiavo a morte mi aiutava molto riguardo all'autodifesa e alla nostra famiglia, una delle più potenti e misteriose del Canada, tutti la conoscevano e nessuno la conosceva, sapevano solo quanto fossimo pericolosi.

Quando mi sono trasferita a Boston ho deciso di cambiare cognome in quello di mia mamma, in realtà il mio cognome non è Nelson ma bensì White.

"Che vorresti fare?" Mi chiede Math con voce preoccupata.

Io non gli risposi, ma mi portai il telefono all'orecchio dopo aver digitato quel fatidico numero.

Al terzo squillo la persona dall'altro capo mi rispose, misi in vivavoce per far sentire tutto e dico tutto a Math.

"Guarda chi si ritrova, la mia sorellona preferita"

"Ciao Liam"

"Come mai quest'imrpovvisa chiamata? Non volevi più sentirmi?"

"Ho bisogno del tuo aiuto, e non accetto un no"

"Che succede" Era più preoccupato, sapevo benissimo che anche se mi odiasse per aver abbandonato la nostra famiglia ci teneva e mi voleva sempre proteggere.

"Ti spiego tutto dal vivo, potresti venire a Boston?"

"Fra un giorno sarò lì, sai già dove trovarmi"

Dopo ciò stacca la chiamata, il punto d'incontro era una pista d'aereo, quando ero piccola me le aveva fatte imparare tutte a memoria, di tutti i Paesi, per ogni evenienza, e sapevo pure quella di Boston, avrebbe preso il suo Jet privato, non sapevo dove si trovasse in quel momento, non me lo diceva mai, era per il mio bene.

Candido come il biancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora