Capitolo 14

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A volte sono tutto
spesso sono niente.

Stavo per varcare la soglia della porta che conduceva alla casa di Math, prima mi aveva detto che in realtà abita da solo, in un appartamento situato all'undicesimo piano, in uno di quei palazzi altissimi e simili fra loro, era un appartamento abbastanza piccolo, ma molto curato e moderno.

"Quindi tu abiti qua tutto solo?" Mi tirai le maniche oltre le mani, avevo molto freddo, soprattutto dopo un giro in moto.

"Sì, non è poi così male"

"Ti facevo più un ragazzo da compagnia" Mi sorprendeva sempre di più, era come se avesse uno scudo, che mostrava a tutti, ma se lo conoscevi meglio si svelava un'altra persona. Molto diverso da me, così mi mostro e così sono, preferisco non essere apprezzata ma me stessa al posto di diventare falsa e essere accettata dagli altri.

"E invece, ti stupisco sempre" Gli risi, non riuscii a trattenermi, tutto per colpa della faccia che aveva appena assunto da psicopatico maniacale.

"Sì ok, guarda che non posso stare molto qua, devo studiare e poi andare agli allenamenti" Non volevo superare il filo invisibile che ci divideva, avevo fatto una lista mentale delle cose da non fare con lui, e una di queste era proprio andare a casa sua.

"Tranquilla, studieremo insieme e ti accompagnerò, quando avrai finito gli allenamenti ho una sorpresa" Mi aveva messo ansia, ero troppo curiosa della sorpresa appena nominata.

"Me la dici? Dai che odio le sorprese" Era vero, odiavo le sorprese, spesso ti illudevi di qualcosa ma poi ti deludeva, solo che in quel momento non avevo nulla per la testa, Math che mi faceva una sorpresa?

"Non sarebbe più una sorpresa, su ora andiamo a studiare" Iniziò a dirigersi verso camera sua, appena entrai notai quanto fosse ordinata, era bianca con un tocco di azzurro chiaro, i mobili erano moderni, e sulla scrivania situavano diversi libri sistemati in un angolo.

Decidemmo di studiare sul suo letto, uno di fronte all'altro, per il giorno dopo avevamo entrambi un test di chimica, ed erano ormai giorni che ci lavoravo, non potevo fallire.

Skip time

Quando finimmo di studiare notai che si erano già fatte le 4 e avevo solo un quarto d'ora per prepararmi e andare in palestra.

"Math dov'è il bagno? Che vado a cambiarmi" Avevo già in mano il body blu.

"In fondo a destra" Mi indicò, io seguii le sue indicazioni e riuscii a trovarlo, anche se non era molto difficile dato che la casa era piccolina.

Mi cambiai in fretta, per poi farmi una coda alta, presi il borsone che me l'ero portato anche a scuola e l'avevo lasciato nell'armadietto, ormai ero abituata a cambiamenti improvvisi, ecco che ce l'avevo sempre a portata di mano.

"Andiamo?" Indicai con la testa la porta guardando Math mentre stava per addentare un panino al prosciutto.

"Ok" Rimise il panino nel frigorifero, e prese le chiavi della moto.

Corremmo verso l'ascensore, non dovevo fare tardi per l'ennesima volta, volevo stupire la mia istruttrice con il mio anticipo.

In palestra ero arrivata con 5 minuti di anticipo, il ché sbalordì Ivy, anche se non avevo tempo da perdere.

Volevo fare il corpo libero, in quest'ultimo periodo stavo migliorando molto, però non era abbastanza.

A breve avrei avuto una gara, non era molto importante, ma per me sì, era la prima che facevo dopo mesi, e non aiutò più di tanto l'ansia che incombeva in me.

I miei pensieri andarono in secondo piano quando finii la mia coreografia e sentii lo sbattere delle mani.

Ottenni un applauso da parte di qualcuno sugli spalti, non potevo crederci, quando dicevano che sarebbero tornati non pensavo il giorno stesso.

Appena vidi Harry e Lucas mi irrigidii, però non potevo rimanere lì, dovevo continuare a fare i miei esercizi, e in spogliatoio avrei chiamato Math per farmi venire a prendere, senza di lui non sarei uscita da quella palestra.

Quando ebbi finito, chiamai di fretta Math, ero terrorizzata che quei due coglioni potessero raggiungermi, magari sarebbero entrati nello spogliatoio ormai vuoto.

"Sono davanti alla palestra esci" Sembrava più come un ordine, ma non mi feci intimorire dal tono scontroso di Math.

"No. Presentati davanti allo spogliatoio, dopo ti spiego" Staccai senza ricevere una risposta, non ci sarebbero stati né ma né se, sarebbe venuto lì.

Quando mi decisi finalmente di uscire dallo spogliatoio mi ritrovai davanti Math, indossava una semplice giacca di pelle e dei jeans, devo ammettere che anche vestito con dei semplici vestiti appariva attraente.

"Mi puoi dire che ti prende? Uscire ti costava molto" Lui era ignaro di tutto.

"Ci sono Lucas e Harry, li ho visti sugli spalti, hanno applaudito quando avevo finito un esercizio, se fossi uscita da sola non oso immaginare cosa serebbe successo" Cercai di spiegare tutto al moro, nel frattempo stavamo uscendo, con lui ero al sicuro.

"Come sono qui? Giuro che se ti toccano li ammazzo" Si stava scaldando, e questo non era un bene, rare volte lo vedevo arrabbiato, e con me è successo solo due volte, non desideravo rivederlo in quello stato.

"Calmo calmo, comunque, qual'era la sorpresa?" Cercai di cambiare discorso, avrei preferito evitare l'argomento, ormai era un chiodo fisso nella mia mente.

"Oh sì, tieni" Mi porse delle chiavi, non capii, cosa me ne potevo fare di un mazzo di chiavi?

"E sarebbero?" Alzai lo sguardo verso Math, incrociando i suoi occhi scuri, bellissimi come sempre.

"Oh andiamo! Sono delle chiavi" Rispose ovvio, ma io quello lo sapevo bene.

"Sono le chiavi di casa mia, per un mese verrai ad abitare da me, me lo ha chiesto tua madre, visto che dovrà fare un viaggio di lavoro insieme al suo compagno e tuo fratello andrà in Francia per un viaggio studio" Sgranai gli occhi, dovevo andare ad abitare con Math? Da un lato ero contenta, ormai la sua presenza non mi dispiaceva, ma dall'altro non andava affatto bene, io una convivenza con lui? Non ne parliamo.

"Scusami? Ti sei offerto tu ad ospitarmi?" Pensavo che stessi sognando, avrei voluto svegliarmi, da quel mezzo incubo.

"Sì e tua madre ha accettato, ora passiamo per casa tua a prendere la tua roba" Salì in fretta sul motorino, si vedeva dagli occhi che non aspettava altro, lui era contento, eccome se lo era.

"Va bene" Acconsentii, era l'unica scelta, aveva deciso tutto mia madre e dovevo seguire quella 'regola'.

-angolo autrice-
Salveee
Questo capitolo è un po' corto, e ora non so più come continuare, le idee ci sono ma diciamo che sono in blocco e scrivo pezzo per pezzo e non più tutto d'un fiato.
Spero di riuscire a continuare senza troppi problemi, e quanto riguarda i capitoli non siamo ancora a metà (forse).
Probabilmente il prossimo capitolo lo aggiornerò questa sera tardi.
Ci vediamo

Ire💗

Candido come il biancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora