Capitolo 7

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Solo nell'oscurità
puoi vedere le stelle.


"Niente di particolare" Dissi socchiudendo gli occhi.

"Non mi sembra" Insiste a farmi sputare il rospo.

Ma il principino non sa che non ci riuscirà mai.

Nel frattempo quel disgraziato di Jughead se ne va, visto che lo chiamavano i suoi amici e Maggie.

"Che bel vestito" Si complimenta, anche se "bello" trovava qualcos'altro.

"Ti piace il vestito o altro?" Chiesi.

"Sono così prevedibile?" Gli tirai uno schiaffetto sul braccio, con fare giocherellone sorridendo.

"Hai un bel sorriso, ti piace questo come complimento?" Mi chiese sorridendo anche lui.

Io arrosii come una stupida, perché dovevo emozionarmi per un suo complimento?

"Grazie, anche il tuo non è da meno" Gli dissi indicandolo.

Lui continuo a ridere, che venne seguito da me.

"Andiamo dentro?" Mi chiese.

Annuii per poi entrare, la musica era sempre forte, mi avrebbe lacerato i timpani a forza di sentirla.

Math mi prese per il polso, guidandomi in una delle tante stanze di quella casa, c'erano due divanetti e davanti a essi un tavolino con bicchieri sparpagliati qua e là.

Non c'era gente che conoscessi, anzi no mi sbagliavo.

Jennifer, era seduta in grembo a un ragazzo dal volto sconosciuto.

"Math" Urlò come un'oca per poi prenderlo per il polso e abbracciandolo, spostando l'attenzione di tutti verso di lei.

Math era confuso, ma si poteva notare che quella vicinanza non gli dava molto fastidio, se la stava mangiando con gli occhi.

Io appena vidi Maggie mi avvicinai.

"Scusa se prima ho interrotto il discorso che avevi con Jughead, solo che avevo un conto sospeso e non riuscivo ad aspettare" Dissi sinceramente.

"No tranquilla, tanto il discorso stava per finire" Disse con un sorriso.

"Ad ogni modo, io sono Maggie" Mi porse la mano.

"Ruby" Dissi stringendole la mano in una salda presa.

"Vedo che vi siete conosciute" Dice una voce familiare.

"Sharon!" Esclamiamo entrambe.

"Che ne dite se saliamo al piano di sopra?" Ci chiese la mia amica.

Noi annuimmo; ma purtroppo l'unica che riuscì ad arrivare al piano di sopra fui io, visto che le altre due ragazze erano state fermate dalla massa al piano inferiore, e io non me n'ero nemmeno accorta.

Passeggiai per il lungo corridoio, c'erano molte stanze, e da alcune si sentivano gemiti, avrei scommesso un milione che in una di queste c'erano Math e Jennifer.

Ma poi, che me ne può importare?

"Eccola" Sentii dei ragazzi avvicinarsi.

Mi voltai di scatto e vidi come minimo cinque ragazzi guardarmi con occhi lontani e freddi, ma allo stesso tempo sembravano compiaciuti a quello che stavano guardando, cioè il mio corpo.

"E voi sareste?" Chiesi alzando un sopracciglio.

"Non te ne può importare, noi siamo qui per un'altro motivo" Dice uno dai capelli scuri e folti.

Candido come il biancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora