Capitolo 33

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KYLE

Riapro gli occhi. Non riesco a vedere molto. Sento caldo e i miei movimenti sono limitati. La testa mi gira.

Ci impiego un po' di tempo a riprendere completamente conoscenza. Quando lo faccio, riesco a mettere a fuoco la situazione. Ho le mani legate dietro alla schiena e sono chiuso nel bagagliaio di un'auto. 

Il panico mi assali, ma proprio in quel momento sento un profumo, anzi il profumo. Quell'aroma di fragole che mi fa diventare matto. 

Sofia è sdraiata vicino a me. La sua schiena è contro il mio petto e anche le sue mani sono legate.

"Bimba" la chiamo, ma evidentemente è ancora incosciente.

Penso a una possibile soluzione, ma che diavolo posso fare? Non so nemmeno quanti uomini ci sono e chi sono. Non so se sono armati e il motivo per il quale ci hanno rapiti.

Decido che aspettare sia la decisione più adatta. Devo analizzare la situazione ed evitare di fare stronzate perché di mezzo c'è anche Sofia e non posso rischiare che le accada qualcosa di brutto.

Sento l'auto fermarsi, poi dopo pochi secondi lo sportello del portabagagli si apre. La luce improvvisa mi dà fastidio agli occhi e per questo li richiudo subito. Gli uomini con il passamontagna si fermano davanti a noi.

"Lui è sveglio" dice uno di loro.

Mi afferrano per un braccio e mi tirano fuori da quell'auto. Nel momento in cui capisco dove siamo, i dubbi mi assalgono. Siamo alla base di Aedus.

Che cazzo significa? Perché tutta questa scenata?

"Portateli dentro" dice uno di loro.

Un uomo inizia a strattonarmi, mentre un altro prende Sofia, caricandosela in spalla. Ci portano all'interno e io rimango in silenzio per cercare di assimilare più informazioni possibili.

Che diavolo sta succedendo?

Raggiungiamo una zona della base dove non sono mai stato. Andiamo in una specie di seminterrato dove ci sono delle celle. 

Mi spintonano, facendomi cadere all'interno di una di quelle e subito dopo mi fanno cadere Sofia addosso. Dorme ancora. Spero che non si sia fatta male nell'impatto. 

Quegli uomini chiudono le sbarre e se ne vanno.

"Ehi!" tento di richiamarli. "Che cazzo volete da noi?" chiedo furioso, ma loro non mi degnano nemmeno di uno sguardo.

Se ne vanno e tutta la mia attenzione torna su Sofia. Tento di svegliarla, perché ho bisogno che anche lei sia vigile. Mi avvicino ancora di più a lei.

"Bimba" la richiamo dolcemente, lasciandole un bacio sulla guancia. "Bimba, svegliati" le dico.

Dopo poco la vedo aprire gli occhi e tiro un sospiro di sollievo.

"C-che sta succedendo?" chiede lei confusa, guardandosi intorno. "Dove siamo?"

"Siamo alla base. Non so che cazzo sta succedendo. Sarà uno dei piani assurdi di Aedus" le dico.

"La base? Non ho mai visto queste celle" mi dice spaesata.

"Lo so, bimba. Nemmeno io".

Tento di tirarmi su e Sofia fa lo stesso. Ci guardiamo attorno, cercando di trovare qualunque informazione, qualunque indizio.

All'improvviso mi rendo conto che non siamo soli. Nella cella di fronte alla nostra c'è qualcuno. Indossa degli stracci e io cerco di capire chi sia.

"Susan?" chiede Sofia all'improvviso.

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