Capitolo 29

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KYLE

È passata una settimana. Sofia è guarita completamente da quel principio di polmonite che le ha fatto venire la febbre alta e Aedus non ci ha ancora contattato per nessuna missione. In questi giorni ci stiamo godendo la vita e io e Sofia siamo sempre più vicini.

"Ho una sorpresa per te" le dico, mentre siamo nella piscina al coperto della sua villa.

Da quando mi ha mostrato le ferite che nasconde, mi permette di starle vicino anche nei momenti in cui non vuole nessuno. Voleva sempre a nuotare da sola perché non voleva che gli altri sapessero di ciò che ha dovuto passare e perché si vergogna di quelle ferite. 

Ho scoperto che è una nuotatrice a dir poco sensazionale. È brava, veloce e ha la giusta tecnica. 

Mi piace guardarla nuotare perché so che quello lo reputa quasi il suo habitat naturale. Quando è in piscina è completamente rilassata e mi piace da impazzire vederla così.

"Una sorpresa? Kyle, sai che odio le sorprese" si lamenta.

"Oh. non ti preoccupare, bimba, questa ti piacerà" le dico sorridendo.

"Devo preoccuparmi?" mi chiede, alzando un sopracciglio.

"No, devi solo prepararti a essere felice".

Lei mi guarda stupita.

"Mi sto preoccupando ancora di più" dice ridendo.

La sera dopo cena Sofia mi raggiunge. Le ho detto che per la sua sorpresa saremmo dovuti uscire.

"Ehi, dove state andando?" ci chiede Noah.

"Kyle ha detto che ha una sorpresa per me" spiega Sofia.

"Uuuh...sono felice per te se è quel genere si sorpresa" dice Noah in modo malizioso.

Sofia gli dà un colpo dietro alla testa, ma l'aria non è tesa. Sembrano tutti molto rilassati.

"Voi uscite?" chiede Sofia per curiosità.

"Sì, andiamo in una discoteca che ha aperto una settimana fa. Volete venire?"

"No, io no" dice Sofia.

"Certo, immagino che avrai di meglio da fare" dice di nuovo Noah con un ghigno, guardando prima lei e poi me.

"Sei un cretino, Noah" gli dico io, poi mi rivolgo a Sofia. "Sei pronta?".

Lei sorride e annuisce.

Ha indossato un paio di pantaloncini neri e una t-shirt bianca. Ai piedi ha i suoi soliti stivali che coprono i segni delle catene. 

Usciamo di casa e lasciamo la macchina ai nostri amici, mentre noi prendiamo la moto. 

Passo il casco a Sofia, la quale lo allaccia e subito dopo sale dietro di me, poggiandosi contro la mia schiena e stringendo le braccia intorno ai miei fianchi.

"Tieniti forte, bimba" le dico, poi parto, facendo impennare la moto.

La sento ridere e giuro a me stesso di farlo sempre. Voglio sentirla ridere ogni giorno, perché quella risata mi riempie il cuore. È ancora molto silenziosa, capisco che ha bisogno di tempo per abituarsi a una nuova vita, a una vita dove le persone le vogliono bene e nessuno vuole ferirla. Le darò tutto il tempo del mondo, ma l'aiuterò anche, perché so che il giorno in cui lo capirà, sarà finalmente libera e felice.

"Allora? Posso sapere dove mi vuoi portare?" mi chiede.

"No, lo scoprirai tra poco" le rispondo.

Dopo una decina di minuti parcheggio e lei scende dalla moto, sfilandosi il casco e guardandomi confusa.

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