8.

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"Lo amo ma non mi amerà mai quanto ama lui ".

Ero appena uscito dalla mia camera quando udii quella frase, stavo per scendere in soggiorno ma mi gelai sul posto.
Quelle parole erano state pronunciate da Taehyung.

"Secondo me è solo una tua idea. Si vede che ti ama ".
Quella era la voce di Hobi, erano loro due che stavano conversando.

Non avevo sentito l'intero discorso ma solo quella semplice frase.
Calò il silenzio quando Taehyung aggiunse.

"Lo so che mi ama, ma non è questo il problema".

Da parte di Hobi non ci fu più nessuna risposta.
Quel silenzio fu doloroso, mi fece male al cuore, lo sentii pure io, forse perché il tono usato dal mio migliore amico era intriso di rassegnazione.
Mi chiedevo di chi stessero parlando, o almeno avevo capito che parlavano di Jimin, ma chi era la terza persona?
Non sapevo chi fosse ma non riuscivo a non sentirmi colpevole, responsabile di desiderare la persona che amava.
I nostri amici sono sempre stati vicino a Jimin, ma lui, lui è quello che lo è stato più di tutti.
Lui gli aveva asciugato le lacrime, lui lo aveva sempre abbracciato, lui lo medicava quando si feriva.
Taehyung lo amava e nessuno poteva dire il contrario, anche Jimin lo amava.

Dovevo uscire ma dopo aver sentito quelle frasi la voglia di uscire era completamente svanita.
Stavo per entrare in camera, avevo la mano sulla maniglia quando uscì dalla sua stanza Jimin.

I nostri sguardi si incrociarono, quella domanda mi uscì spontaneamente.

"Perché ti preoccupi ancora per me?".
Glielo chiese di getto, con uno sguardo triste.

"Mi preoccupo ancora, nonostante tu non abbia capito il problema ".
Mi disse ciò con uno sguardo serio, forse per la prima volta con una tonalità accusatoria.

Mi guardò, capì che non avevo seguito il discorso e quindi aggiunse.

"Il problema sono le scuse che non mi hai mai detto. Quelle che pensavi dovessi solo intuire senza sentirle provenire dalla tua bocca. Questo ha fatto male Kook".
Il tono in cui lo disse e quello che disse mi pugnalò il cuore.
Aveva ragione, sono stato un codardo, non ho mai avuto il coraggio di scusarmi, ero convinto che chiedere il perdono da parte sua era chiedere troppo.
Non riuscii a rispondere, non potevo controbattere e lui aggiunse.

"La prima volta potevo scusarti perché eri un bambino, la seconda potevo scusarti perché eri un ragazzino,ma quando sei cresciuto perché non sono arrivate quelle scuse?".
Questo è ciò che mi disse prima di lasciare il corridoio e scendere giù per le scale.
Non aspettò una risposta, forse sapeva che non ce l'avevo nemmeno io.

Avevo finalmente ricevuto le parole taglienti che meritavo, anche se sapevo che sarebbero arrivate il dolore non era stato meno.
Ero entrato in camera, mi ero disteso al letto, invaso da dubbi e domande.
Avevo ferito commettendo delle azioni e non facendone altre.
Ma una domanda continuava a darmi il tormento.
Il mio comportamento del passato aveva ferito solo Jimin?

-Se ami una persona sai anche quando è il momento di lasciarla andare-.

Non ricordavo dove avevo sentito quella frase, ma in quel momento era la frase più vera che conoscevo.
Non potevo, non dovevo essere la causa di altro dolore, non potevo ferire ancora le persone a cui tenevo.

Io dovevo lasciare andare Jimin.

Quando pronunciai quella frase ad alta voce il mio cuore si frantumò in mille pezzi, sapevo però che era la cosa giusta da fare.
L'opportunità che mi era stata data l'avevo gettata al vento, era stata colta da chi se ne ero preso cura fin dall'inizio, non era nessuno per togliere la felicità che era stata conquistato quando io l'avevo sprecata.




Ti aspetterò (Jikook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora