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Ero uscito di casa, mi ero accorto di non aver più ramen in dispensa.
Uscii e notai che aveva iniziato a piovere, una pioggerella leggera, fortunatamente il market non era molto distante da casa.
Avevo iniziato a correre per arrivare più in fretta, volevo tornare prima che iniziasse a piovere più forte.
Arrestai la mia corsa quando vidi la sua figura seduta sulla panchina della fermata, era rimasto lì per tutto il tempo, dopo che era uscito da casa mia si era seduto lì.
Aveva la testa china, mi avvicinai è alzò il capo guardandomi, nemmeno da solo si stava liberando del dolore, lo aveva fatto solo quando temeva di essere arrivato al capolinea.
Gli presi il polso e iniziai a correre verso una direzione diversa da quella che portava al market.
La pioggia non si era intensificata mentre stavamo correndo, lui si stava facendo trascinare confuso.
Arrivammo davanti alla palestra dove mi allenavo, entrammo e chiesi all'istruttore di fare uno strappo alla regola, gli pagai l'utilizzo della sala per un'ora, solo per noi.
Taehyung continuava a guardarmi confuso, ma non mi aveva chiesto ancora niente.
Andai verso il mio armadietto e presi i miei guantoni, glieli porsi e lui li prese guardandomi accigliato.

"Che ci devo fare con questi?".
Chiese guardando i guantoni che teneva in mano.

"Smettila di reprimere il dolore, la rabbia o altro. Sfogati, se non su di me sul sacco. Se continui a trattenerti impazzirai Tae".
Dissi seriamente.

Lui mi guardò e decise di provare, indossò i guantoni.
Mi guardò e poi tirò il primo pugno al sacco, forse aveva immaginato che fossi io ma andava bene così.
Lo avrei ammirato anche se fosse stato così, anche se avesse immaginato la mia faccia sul sacco mentre continuava a pugnare.
Era troppo preso a sfogarsi, nemmeno si rese conto che nel frattempo aveva liberato anche le lacrime.
Quelle che stavano scendendo lungo le sue guance non erano gocce di sudore.
E mentre lo guardavo gli auguravo di trovare qualcuno che lo vedesse per la persona meravigliosa che era.
Perché potevamo essere tasselli dello stesso puzzle noi tre, ma non tutti si incastravano alla perfezione.
Taehyung era sfinito, andai dietro di lui e lo abbracciai.

"Sono uno stupido Kook, ho sempre saputo che amava te, ma abbiamo voluto provarci. Siamo stati male in tre ed ora ho paura".
Disse tenendo lo sguardo basso mentre le lacrime scorrevano lungo le sue guance.

"Di cosa hai paura Tae?".
Sciolsi l'abbraccio per andare davanti a lui.

"Che tutto questo distrugga anche la nostra amicizia".
Disse con un filo di voce.

"Non ti dirò che sarà facile, ma abbiamo superato tante cose, supereremo anche questo. Sono sincero per non ferirti ancora sarei disposto ad accantonare ciò che provo per Jimin come ho sempre fatto".
Dissi sincero mentre lui alzava lo sguardo per guardarmi negli occhi.

"So che lo faresti, ma è arrivato il momento di accettare la realtà, di smetterla di ferirci".
Disse togliendosi i guantoni, si asciugò le lacrime con un lembo della sua maglia.

"Sei sicuro Tae?".
Chiesi titubante.

"Abbiamo ricevuto abbastanza dolore, fin dai primi anni di vita.
Ci siamo trovati una famiglia di ragazzi speciali, dobbiamo proteggerci".
Disse abbracciandomi subito dopo, gesto che ricambiai all'istante.

Noi sette eravamo la famiglia che ci avevamo scelto.

Ti aspetterò (Jikook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora