13.

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"Basta".
Sbuffai bloccando il telefono che era al mio fianco.
Stava suonando incessantemente, la suoneria risuonava nel silenzio della mia nuova stanza.

Non mi ero reso conto di essermi addormentato prima di aver udito la fastidiosa suoneria.
Erano già passate alcune ore da quando avevo fatto il mio ingresso lì dentro.
Trovai il mio telefono intasato di chiamate.
Quella era la conferma che i miei amici erano rientrati da lavoro e avevano letto la lettera che gli avevo lasciato.
Stavo per visualizzare le notifiche ricevute quando ricevetti un'altra chiamata, era Hobi.
Feci un grande respiro e accettai la chiamata, non mi diede nemmeno il tempo di salutarlo.

"Stai scherzando? Cos'è questa storia? Dove sei?".

Mi fece una serie di domande a raffica, non mi diede nemmeno il tempo di rispondere ad esse, nemmeno ad una.

"Hobi vi dirò dove sono appena sarò pronto per rivedervi".
Dissi cercando di sovrastare la sua voce squillante e irritata, aggiunsi.

"Il piccolo di casa vuole diventare adulto".
Non potevo dirgli il vero motivo, però non era del tutto una bugia.

"Perché hai fatto questa pazzia? Perché te ne sei andato senza dire niente?".
Disse rimproverandomi, poi aggiunse sussurando.
"Qualcuno ha reagito peggio".

"Chi?".
Chiesi pentendomi quasi subito di quella domanda.

"Jimin e Taehyung".
Disse sempre in tono basso.

Avevo percepito il rumore dei passi, sicuramente si era allontanato, loro dovevano essere nelle vicinanze.
Avrei voluto dirli che una parte della mia decisione fosse proprio dovuto alla loro presenza costante, che avevo bisogno di distanze per non impazzire, invece dissi altro.

"Digli che ci vedremo presto, non è e non sarà mai un addio".
Dissi cercando di usare un tono tranquillo.

La chiamata proseguì ancora un po', mi disse che avrebbe accettato la mia scelta solo se promettevo che non sarei sparito, che nel frattempo mi sarei tenuto in contatto, feci la promessa e intendevo mantenerla.
Prima che la telefonata si concluse sentii la voce di Taehyung e Jimin, sembravano che stessero bisticciando.
Mi si strinse il cuore, come se avessi intuito che la causa di ciò fossi di nuovo io.
Accantonai quel pensiero, salutai Hobi terminando la chiaccherata.
Ricevetti messaggi da tutti i miei amici, dicevano che gli sarei mancato, speravano di vedermi presto e di potersi autoinvitare a breve per il tour del mio appartamento.
Sorrisi quando lessi tutto ciò, il sorriso spari quando una volta aperte tutte le notifiche notai che nemmeno una apparteneva a Taehyung o Jimin.
Non potevo non chiedermi se fossero sollevati non avendomi più lì o li avevo delusi e quindi per il momento non volevano sentirmi.
Andai in doccia per levarmi di dosso la stanchezza e i pensieri che annebbiavano la mia mente.
Mi rilassai sentendo il piacevole tepore dell'acqua calda sulla mia pelle.
Mi avvolsi nell'accappatoio e ritornai in camera, presi il telefono notando una notifica.

"Buona fortuna".
Era un messaggio di Jimin, mi aveva scritto, sorrisi come un ebete.
Bastava poco per farmi stare meglio, anzi bastava lui, ma questo lo avevo capito da tempo.

Ero entrato in doccia con il morale a terra, ero uscito e d'improvviso stavo già meglio, era questo il potere che aveva su di me.
A volte ne ero spaventato, a volte invece sapevo che avevo accettato io di donarglielo perché lui al contrario di me non mi avrebbe ferito.
Io non volevo che la mia felicità dipendesse da Jimin, io volevo che ne facesse parte.
Che in un selfie ci fossero i nostri sorrisi vicini, che in un video si sentissero le nostre risate, che la coperta migliore fossero i nostri abbracci durante le notti fredde d'inverno.

Mi asciugai, indossai una maglietta e mi coricai sotto le coperte, riaprii il messaggio fissandolo e continuando a sorridere, mi addormentai con il telefono in mano pensando a lui, vedendo nella mia testa il suo sorriso, pregando di vederlo in sogno.

Ti aspetterò (Jikook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora