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L'aria fresca di Boston mi sbatte contro il viso quando finalmente esco dalla metropolitana. È stato un viaggio orribile durato solo dieci minuti, ma sono stati i dieci minuti più brutti della mia vita. Lloyd mi ha dato un indirizzo ed un orario, ancora una volta, e questa volta mi trovo in un casinò in periferia. Lloyd mi aspetta seduto sui gradini della scalinata, in bocca ha un lecca lecca e fissa l'asfalto rovinato. Mi sente arrivare a causa del ticchettio dei tacchi, si alza prontamente e sputa il lecca lecca.

"Era ora cazzo, ma sei sempre così ritardataria?"

"Sono venuta in metro"

"Ma non c'è l'hai una cazzo di macchina?"

Mi guarda al quanto sorpreso ma anche un po' incazzato, ho una tale voglia di tirargli un ceffone fatto bene. Non ha idea di ciò che ho passato per venire fin qui, mi sono seduta nel unico posto libero, davanti ad un tizio che si toccava guardandomi le gambe. È stato orribile.

"Sai che c'è, vaffanculo a te e ai tuoi soldi di merda. Senza di me tu sei fottuto!"

"Ne trovo altre dieci come te!"

Esclama allargando le braccia, sollevo le sopracciglia e lo guardo per un istante prima di tornare verso la metro. Chi si crede di essere per trattarmi così male? Non sono una di quelle donne disposta a tutto per qualche centesimo in più nel portafoglio, che si fotta.

"Aspetta cazzo, va bene non ne trovo dieci come te. Siamo partiti con il piede sbagliato, ora però entra e fai ciò per cui ti pago"

Mi afferra per un braccio e mi attira contro il suo corpo. Lloyd deve imparare a trattare meglio le persone, non ho idea di che problemi abbia e non mi interessa. Ma può star certo che gliela farò pagare molto cara.

"Facciamo così. Ogni volta che alzerai la voce con me o mi risponderai con un tono acido, il mio prezzo aumenta di mille dollari. Ora siamo a undicimila dollari"

"Mi prendi per il culo?"

Ringhia a pochi centimetri dal mio viso.

"Dodicimila, baffone"

Lloyd alza gli occhi al cielo, dopodiché mi lascia andare. Mi sistema i capelli dietro alla spalla e mi sorride nel suo solito modo. Mi offre anche il braccetto, che accetto volentieri.

"Ridimmi il piano"

"Stasera c'è una partita di poker speciale, chi vince si becca le proprietà. Parliamo di piccole cose come locali, auto, case vacanza. Il mio obbiettivo è Monroe, possiede la maggior parte di questa città. Mi serve una sola cosa da lui, il locale in centro"

"Perché?"

Mi fermo poco prima di superare le tende rosse, che dividono il casinò dall'esterno. Lloyd si gira a guardarmi scocciato, ma cambia subito atteggiamento non appena si ricorda di ciò che ho detto poco fa.

"Più informazioni ti do e più ci sei dentro. Credimi pasticcino, tu non vuoi immischiarti in questi affari. Mantieniti al piano, sorridi e fai le fusa come una gattina"

Separa le tende rosse ed entra spedito con me al suo fianco. Lloyd investe ventimila dollari in fiches e solo dopo entriamo nel vivo della serata. Prende da bere un bourbon liscio, mentre io mi accontento di un bicchiere di vino bianco. Questo casino dev'essere stato una villa antica, o qualcosa del genere, sul soffitto ci sono degli affreschi tutta la struttura è sorretta da enormi colonne. Al piano terra ci sono le slot machine, i tavoli da Black Jack e i biliardo. Mentre il piano superiore è privato. Il mio accompagnatore butta giù il bourbon, tutto d'un fiato, mentre io sorseggio il vino facendolo incazzare. Non mi lascia finire di bere però, mi strappa il bicchiere di mano e si dirige proprio verso la scalinata in marmo, protetta da due bodyguard con completo verde scuro.

"Hansen...e futura signora"

Sorrido ai due uomini cercando di essere il più credibile possibile. Lloyd non mi aveva detto di dovermi fingere la sua donna, forse pensava avrei detto di no, e non ha tutti i torti. È chiaro che non sembriamo una coppia, siamo troppo distaccati e ci odiamo, è palese. I due controllano una lista, poi annuiscono e ci lasciano passare.

"Futura signora?"

Sussurro ad un suo orecchio, Lloyd annuisce ma non mi da alcuna spiegazione così strattono il suo braccio con il mio.

"Non voglio che le persone pensino che ho bisogno di una Escort"

"Perché sei Gay?"

Lloyd si gira a guardarmi con un tale imbarazzo da farmi ridere. Diciamo che Lloyd si veste piuttosto bene, con le sue magliette a righe, i pantaloni con i risvoltini, il tutto accompagnato da mocassini di pelle. Per non parlare dei baffi.

"Ti sembro fottutamente Gay?"

"Siamo a tredicimila, Amore. Di questo passo mi comprerò una bella auto"

Lloyd mi sbatte contro la parete con uno sguardo iniettato di rabbia, mi appoggia una mano sul collo come ha fatto quella sera e mi sorride. Posso sentire l'odore del Bourbon da questa distanza.

"Ringrazia Dio che stiamo lavorando, altrimenti ti stenderei sulle mie ginocchia e ti sculaccerei fino a farti diventare il culetto tutto rosso"

"Sono moleste sessuali"

"Non me ne frega un cazzo. Ricordati che comando io, decido io come ti vesti, che intimo indossi, decido anche se ti siedi sulle mie ginocchia o se stai in piedi. Perciò, Pasticcino, chiudi quella bellissima bocca o la userò per un altro scopo"

Mi accarezza la gola con le dita mentre si lecca le labbra. Abbassa lo sguardo al mio seno, poi lo rialza verso il mio collo e sul viso. Non mi da il tempo per reagire perché riniziamo a camminare in quel lungo corridoio. Mi sento così accaldata che la mia pelle è bollente, Lloyd è un uomo ed è normale sentirsi un po' eccitate per quello che ha detto sulla mia bocca. Mi ripeto nella mente che la mia reazione è normale finché Lloyd non mi sfila la giacca e la passa all'uomo che gestisce il camerino.

"Che il gioco abbia inizio"

Mi sussurra Lloyd ad un orecchio mentre apre la porta della saletta privata. Tutto ciò non giova affatto alla mia eccitazione, anzi, la aumenta in modo imbarazzante. Basta pensare a questo psicopatico, tra qualche ora tornerò a casa e questa finta eccitazione sparirà. Ma chi voglio prendere in giro? La verità è che Lloyd Hansen ha il potere di farmi eccitare, e questa cosa non va affatto bene.

MINEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora