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《devo dire che non sei male come cuoco》, mi complimento con Neymar dopo il primo boccone di pasta. 《so che non sarà mai la vera carbonara, ma giuro che ci ho provato》, alza le mani difendendosi in modo giocoso e io sorrido.
《non pensi che -non so come elaborare la cosa -insomma, dovremmo-》, mi interrompe capendo a cosa mi riferisco. 《ti avrei baciata ieri, in discoteca, in macchina, e ti bacerei anche adesso》, mi soffoco quasi con la mia saliva, spalancando gli occhi sorpresa. 《sei bella da morire, mi attrai in un modo che non riesco a spiegarmi》, confessa senza mai sganciare i suoi occhi dai miei.

Mi stanno girando un'infinità di farfalle nello stomaco e tutto d'un tratto non ho più fame. Siamo seduti sul divano in salotto, uno accanto all'altra.
《io non so cosa dire》, mi fa girare verso di sè e, con un gesto molto sciolto, mi sposta sulle sue gambe, senza mai togliere le mani dal mio sedere. Sospiro pesantemente sotto il suo tocco, mentre inizia a lasciare una scia di baci dal mio collo alle labbra, alle quali si attacca in modo famelico. Sono morbide e calde, si muovono alla perfezione sulle mie. La sua lingua si insinua tra le mie labbra senza la mia minima obiezione e stringe il mio fondoschiena.

Mi scappa in gemito, che lo rende ancora più eccitato e divertito allo stesso tempo. I nostri sospiri riempiono il silenzio della villa e l'aria è sempre più calda attorno a noi. Le sue calde mani si infilano sinuose sotto la mia maglietta e in un secondo vola per terra. Imito il suo gesto, scoprendo il suo addome scolpito e il petto tatuato. 《Dio》, sussurro quando inizia a portare la sua bocca sui miei seni. È sempre più duro sotto di me e mi sta davvero mandando su di giri la cosa. Mi muovo avanti e indietro, facendolo gemere sommessamente. Passo la punta delle dita lungo i suoi addominali, fino ad arrivare ai pantaloni. Mi sollevo per dargli modo di sfilarli e dannazione, i suoi boxer sono così tirati che ho paura possano strapparsi da un momento all'altro.

《guarda cosa mi fai》, boccheggia tra i miei capelli, lasciando una scia di baci umidi sotto all'orecchio e lungo tutto il collo. Continuo a muovermi su di lui, la lussuria nei suoi occhi cresce sempre di più. 《basta》, e senza darmi il tempo di capire, ribalta la situazione. Mi ritrovo sdraiata sotto di lui, senza pantaloni in meno di un secondo. Non ha nemmeno la pazienza di abbassare le mie mutandine, la strappa e le lascia cadere a terra. Continua a lasciare umidi baci dal collo fino all'ombelico. Alza lo sguardo e non perdo neanche un suo movimento. Sorride sornione, con uno sguardo vivace ed eccitato e in men che si dica la sua faccia sparisce tra le mie cosce.

《oh mio Dio, Ney》, mi lascio scappare un gridolino quando combina movimenti circolari della lingua sul clitoride, a due dita che mi penetrano. Tiro i suoi capelli e ansimo sempre più forte, ma si sta divertendo troppo per lasciarmi venire. Lo guardo con gli occhi spalancati, non capendo il motivo del suo gesto. Ma non appena lo vedo sfilarsi i boxer, sorrido e lui sembra divertito. 《mi vuoi?》, mi domanda chinandosi sulle mie labbra, soffiandoci sopra. 《ti prego》, riesco a dire solo questo, ma gli basta e si fionda sulle mie labbra, mentre con un colpo di fianchi entra dentro di me. 《Dio se è grande》, sussurro, credendo di averlo solamente pensato. Sul suo viso si dioinge un sorrisetto storto, fiero di quello che ho appena detto e con l'ego sempre più gonfio, aumenta la velocità delle spinte, andando sempre più a fondo.

Il silenzio tra le mura di casa sua viene colmato dai nostri gemiti, 《quanto cazzo sei bella》, chiudo gli occhi, lasciandomi andare insieme a lui. Rimane qualche secondo a boccheggiare ancora nella stessa posizione, spalancando poi gli occhi, pieni di terrore. Capisco cosa sta pensando e gli accarezzo una guancia, 《prendo la pillola, tranquillo》. Tira un sospiro di sollievo, avere un secondo figlio, dopo il dolce Davi, non credo che attualmente sia un suo desiderio. Condivido il pensiero, per quanto potrebbe nascere bello come lui, a 22 anni essere madre non è il mio obiettivo.

《vieni》, si alza prendendomi per mano e, con le gambe tremanti, lo seguo al piano di sopra, nudi e non curanti della cosa. Ride divertito vedendomi faticare a salire le scale. 《non è divertente》, metto un finto broncio, incrociando le braccia. 《a me sembra che ti sia divertita molto prima》, ammicca, dandomi una pacca sul fondoschiena. Arrossisco di colpo, alimentando la sua risata, così bella da contagiarmi.
Entriamo in camera sua, caratterizzata da mobili moderni e tendenzialmente tutti neri. C'è una foto con Davi sul comodino, mentre sulle pareti ci sono molte foto con amici e famigliari e un paio di sue foto durante partite importanti.

Lo seguo fino al bagno, 《tranquilla, non voglio farti uscire zoppa da questa casa》, sorride vedendo la mia sorpresa quando apre l'acqua dalla doccia. Inutile dire che la sua è stata una promessa vana.

NIÑA//NjrDove le storie prendono vita. Scoprilo ora